Giacomo era un uomo del suo tempo. Non condivideva le idee radicali degli Illuministi. Per lui, le persone contavano più delle cose, e la libertà individuale era più importante delle astrazioni filosofiche. Incontrò un vecchio amico, un filosofo che condivideva le sue idee. Voglio raccontarti una storia, amico mio. ..
di Pierfranco Bruni
Voglio raccontarti una storia, amico mio.
Parigi. Giacomo Casanova. Passeggiava lungo la Senna, riflettendo sulla sua vita e sulle sue idee. Mentre camminava, pensava alla Rivoluzione che stava per scuotere la Francia e l’Europa, e alle idee degli Illuministi, come Voltaire, che stavano cambiando il modo di pensare delle persone.
Giacomo era un uomo del suo tempo. Non condivideva le idee radicali degli Illuministi. Per lui, le persone contavano più delle cose, e la libertà individuale era più importante delle astrazioni filosofiche. Incontrò un vecchio amico, un filosofo che condivideva le sue idee.
“Amico mio,” disse Casanova, “non credi che gli Illuministi stiano esagerando? Non credi che stiano dimenticando l’importanza delle persone, delle loro storie e delle loro emozioni?”
Il filosofo annuì. “Sì, Giacomo, credo che tu abbia ragione. Gli Illuministi stanno cercando di applicare la ragione a tutti gli aspetti della vita, ma stanno dimenticando che le persone sono più di semplici macchine razionali. Hanno cuore, anima e passioni.”
Casanova sorrise. “Esattamente! E non credi che la Rivoluzione che sta per scoppiare sia una reazione eccessiva alle ingiustizie del passato? Non credi che stiamo dimenticando l’importanza della tradizione e della storia?”
Il filosofo annuì di nuovo. “Sì, Giacomo, credo che tu abbia ragione. La Rivoluzione potrebbe portare a grandi cambiamenti, ma potrebbe anche distruggere ciò che è stato costruito nel corso dei secoli. E cosa ne sarà delle persone che non sono d’accordo con le idee rivoluzionarie? Saranno schiacciate dalla macchina della storia?”
Casanova scosse la testa. “Non voglio vivere in un mondo in cui le persone sono trattate come pedine di un gioco. Voglio vivere in un mondo in cui le persone sono libere di essere se stesse, di seguire le loro passioni e di vivere le loro vite come meglio credono.”
Il filosofo sorrise. “Sì, Giacomo, credo che tu sia un vero umanista. E credo che le tue idee siano più importanti delle astrazioni filosofiche degli Illuministi.”
Mentre continuava a passeggiare lungo la Senna, Casanova rifletteva sulle sue idee e su ciò che voleva dire essere un uomo del suo tempo. Sapeva che non poteva cambiare il corso della storia, ma sapeva anche che poteva vivere la sua vita in modo autentico, seguendo le sue passioni e i suoi valori.
La notte di Giacomo Casanova fu una notte di riflessione e di introspezione. Fu una notte in cui pensò alle sue idee e ai suoi valori, e in cui decise di vivere la sua vita in modo autentico. Fu una notte che lo portò a comprendere l’importanza delle persone e della libertà individuale, e a rifiutare le forme ideologiche. Ogni fenomenologia nata dalle ideologie.
Il tempo è passato. Il tempo diventa memoria. L’amore salva. Penso Giacomo. Aveva trovato la sua via.
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Pierfranco Bruni è nato in Calabria.
Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali, presidente del Centro Studi “Grisi” e già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’estero.
Nel 2024 Ospite d’onore per l’Italia per la poesia alla Fiera Internazionale di Francoforte e Rappresentante della cultura italiana alla Fiera del libro di Tunisi.
Per il Ministero della Cultura è attualmente:
• presidente Commissione Capitale italiana città del Libro 2024;
• presidente Comitato Nazionale Celebrazioni centenario Manlio Sgalambro;
• segretario unico comunicazione del Comitato Nazionale Celebrazioni Eleonora Duse.
È inoltre presidente nazionale del progetto “Undulna Eleonora Duse”, presidente e coordinatore scientifico del progetto “Giacomo Casanova 300”.
Ha pubblicato libri di poesia, racconti e romanzi. Si è occupato di letteratura del Novecento con libri su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.
Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e, tra l’altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo”, giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni.
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