Home Esteri I leader europei tornano a Kiev: il sostegno all’Ucraina, ma Meloni resta fuori

I leader europei tornano a Kiev: il sostegno all’Ucraina, ma Meloni resta fuori

Carlo Di Stanislao

“La pace non è mai una questione di parole, ma di azioni.” – Mahatma Gandhi

Nel giugno del 2022, un’immagine simbolica ha catturato l’attenzione del mondo: i leader di Italia, Germania e Francia – Mario Draghi, Olaf Scholz e Emmanuel Macron – in carrozza nel cuore della notte, mentre arrivavano a Kiev per esprimere un forte sostegno all’Ucraina invasa dalla Russia. Quella foto divenne emblematica della solidarietà europea nei confronti del popolo ucraino e della sua resistenza contro l’aggressore russo.

Oggi, a distanza di quasi un anno, la scena si è ripetuta, ma con un’importante differenza: Giorgia Meloni, presidente del Consiglio italiano, non era presente. Macron, Scholz e il nuovo primo ministro britannico, Keir Starmer, sono tornati a Kiev, ancora una volta per ribadire il sostegno delle rispettive nazioni alla causa ucraina. Ma la grande assente di questa volta è proprio la Meloni, leader di un paese che ha dichiarato il suo sostegno all’Ucraina, ma che, stranamente, non appare tra i protagonisti di questo nuovo capitolo.

Le motivazioni dietro l’assenza di Meloni sono oggetto di speculazione. Una delle ipotesi più accreditate riguarda una scelta politica, forse un tentativo di evitare tensioni con l’alleato transatlantico, Donald Trump. Il magnate statunitense ha più volte espresso critiche sulla posizione occidentale riguardo al conflitto ucraino, suggerendo che la guerra in Ucraina non sia nell’interesse degli Stati Uniti. Meloni, che ha mostrato in passato un’attenzione particolare per il legame con l’America e per il rapporto con i movimenti di destra internazionali, potrebbe aver preferito non farsi coinvolgere troppo in un’iniziativa che rischiava di irritare Trump e i suoi sostenitori.

Un’altra ipotesi potrebbe essere legata a una questione di strategia interna. Meloni potrebbe aver scelto di non partecipare per evitare di rimanere troppo legata a Macron e Scholz, due leader con i quali le differenze politiche non sono mai state facili da conciliare. La premier italiana, pur avendo espresso il sostegno del governo italiano all’Ucraina, potrebbe temere che un’ulteriore vicinanza a certe dinamiche europee possa danneggiare la sua immagine, soprattutto in un contesto di crescente disillusione verso le istituzioni europee da parte di una parte dell’elettorato italiano.

Inoltre, c’è chi suggerisce che l’assenza di Meloni potrebbe essere legata a preoccupazioni politiche più ampie riguardanti l’opinione pubblica interna. Sebbene l’Italia abbia continuato a esprimere sostegno a Kiev, la gestione della crisi ucraina da parte del governo Meloni non è stata esente da critiche, soprattutto da chi, in Italia, spinge per una linea più cauta e per evitare un coinvolgimento diretto in un conflitto che continua a mietere vittime.

Tuttavia, a questa assenza si aggiunge una critica alla sua indecisione. Il ruolo dell’Italia nella geopolitica europea, e in particolare nel sostegno all’Ucraina, appare ormai marginale rispetto agli altri grandi attori europei. La scelta di Meloni di non essere presente a Kiev, nonostante le dichiarazioni di solidarietà del suo governo, lascia pensare a una certa riluttanza nel prendere una posizione chiara e forte. In un contesto internazionale dove il sostegno a Kiev è diventato uno dei temi cruciali per l’unità europea, l’Italia rischia di perdere l’opportunità di giocare un ruolo di primo piano e di essere vista come un attore secondario, incapace di dare una direzione decisiva.

L’assenza di Meloni dalle foto simboliche del vertice non sembra compromettere il sostegno italiano all’Ucraina, ma solleva indubbiamente interrogativi sulla posizione del governo italiano e sul delicato equilibrio tra le alleanze europee e le pressioni interne e internazionali. In un momento così delicato, la scelta di Meloni di non essere presente potrebbe riflettere una strategia diplomatica ben ponderata, che cerca di conciliare le diverse voci in gioco, ma anche un certo pragmatismo politico volto a proteggere la stabilità interna del suo governo. Eppure, questa indecisione potrebbe anche significare una perdita di credibilità per l’Italia, relegandola a un ruolo marginale nella scena internazionale.

In conclusione, mentre la Francia, la Germania e il Regno Unito ribadiscono la loro solidarietà all’Ucraina, l’Italia sembra mantenere una posizione di supporto, ma con riserve, che continueranno a destare attenzione. Meloni, infatti, non è solo un’assenza nelle foto, ma un’assenza che ci parla di un equilibrio da trovare tra politica interna, diplomazia internazionale e le sfide future per l’Italia in un mondo sempre più diviso. Ci vorrebbe uno statista, non una politica abile solo in strategie che, per quanto efficaci nel breve termine, rischiano di avere il fiato corto e di compromettere il futuro di un’intera nazione.

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