Home Esteri Israele, Palestina e Iran: Putin e il paradosso dell’Europa che tace

Israele, Palestina e Iran: Putin e il paradosso dell’Europa che tace

Siamo in un paradosso internazionale che vede l’Europa al centro di una completa incapacità di “Parola” nel far affermare il proprio ruolo che è stato storico. Ma il tempo sta finendo e siamo giunti al ridicolo nel momento in cui Putin si erge come uomo della pace tra Israele Palestina e Iran.Andiamo un po’ nei meandri delle motivazioni consegnate alla storia. Siamo una civiltà guerrafondaia e le responsabilità si rimbalzano. Cerchiamo di essere seri.  
Pierfranco Bruni

 

Il conflitto tra Israele e Palestina è uno scontro tra storia ebraica e realtà araba e musulmana. L’Occidente non c’è. Piuttosto dovrebbe essere l’Europa soprattutto mediterranea a influenzare un percorso di pace all’interno del vasto contesto medio orientale. Eppure non è così. I due Poli restano sempre gli Stati Uniti d’America e la Russia.

Ci sono problemi e strategie mancanti in una politica estera che riguarda tutta l’Europa. Certo, è molto facile e semplice giudicare condannare stare da una parte soltanto. Comunque siamo in un paradosso internazionale che vede l’Europa al centro di una completa incapacità di “Parola” nel far affermare il proprio ruolo che è stato storico. L’antico dilemma israeliano, direi ebraico sionista, è un perno fondamentale in una politica economica che interessa le questioni di una geo politica rattristata da un occidentale ormai stanco, abulico e assente.

Non bisogna avere alcun timore nell’affermare le contraddizioni di un rapporto ancora incisivo tra gli Stati Uniti d’America e il “pianeta” russo. La arroganza di Putin equivale a quella dell’Israele. La Palestina non è terra di nessuno come tutto il mondo islamico che in questo preciso contesto vede l’Iran portatore di istanze deviazioniste. Ci sono precise responsabilità ebraico israeliane. È come se si avesse pudore nel pronunciare il termine ebraico. Israele è mondo ebraico.

Lo si vuole capire o no. Il mondo della striscia di Gaza è mondo arabo e dagli effetti. Il conflitto tra Israele e Palestina è uno scontro tra storia ebraica e realtà araba e musulmana. L’Occidente non c’è. Piuttosto dovrebbe essere l’Europa soprattutto mediterranea a influenzare un percorso di pace all’interno del vasto contesto medio orientale. Eppure non è così. I due Poli restano sempre gli Stati Uniti d’America e la Russia.

La visione di una realtà atlantista asiatica mediterranea sono geografie che intrecciano una storia antica dell’Occidente e l’Oriente in cui gli scontri anche interni non sono mai mancati. Ora sono guerre plateali nella modernità  delle macerie passate.

Non si può alcun discorso senza entrare  nelle Storie. Ciò che chiamiamo Occidente stato sempre estenuante  ricorso alle occupazioni. Il Giappone bombardato a  guerra finita dovrebbe insegnare qualcosa. Anche la storia di una civiltà come  l’Iran ha nel suo passato una violenza occidentale.

Cambiamo completamente pagina. Come viene considerato oggi Israele? l mondo ebraico è stato un pianeta dell’Occidente cosiddetto “democratico”. O no? Un tempo il patto Stalin Hitler puntava sostanzialmente alla occupazione e invasione delle Nazioni estere. Cosa hanno fatto gli Stati Uniti d’America e l’Unione Sovietica dal 1945 in poi? Questo scontro endemico tra Occidente e Oriente non è solo un fatto politico. È economico petrolifero geografico nel segno di isolare l’Europa.
Una Europa oggi inesistente e terribilmente incapace con Stati membri “satelliti” bloccati. Il caso Libia e la funzione di Gheddafi fa capire oggi molti aspetti. Tolto il cuscinetto mediterraneo tutto è diventato possibile. Abbiamo oltrepassato ogni limite. Da Ovest all’Est. Quindi non si tratta di un dato ideologico. Non interessa nessuno. Si tratta di potere di Potenze.
L’Europa non ha alcun ruolo non perché manchino leadership ma perché dal 1945 sono cambiati gli assetti geografici e dopo il 1989 ancora di più. Le ali del pianeta sono giocate tra ricchezza e povertà. Ma il tempo sta finendo e siamo giunti al ridicolo nel momento in cui Putin si erge come uomo della pace tra Israele Palestina e Iran. Andiamo un po’ nei meandri motivazionali consegnate alla storia. Siamo una civiltà guerrafondaia e le responsabilità si rimbalzano.
Cerchiamo di essere seri.

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Pierfranco Bruni è nato in Calabria.
Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali, presidente del Centro Studi “ Francesco Grisi” e già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’estero.
Nel 2024 Ospite d’onore per l’Italia per la poesia alla Fiera Internazionale di Francoforte e Rappresentante della cultura italiana alla Fiera del libro di Tunisi.

Incarichi in capo al  Ministero della Cultura

• presidente Commissione Capitale italiana città del Libro 2024;

• presidente Comitato Nazionale Celebrazioni centenario Manlio Sgalambro;

• segretario unico comunicazione del Comitato Nazionale Celebrazioni Eleonora Duse.
È inoltre presidente nazionale del progetto “Undulna Eleonora Duse”, presidente e coordinatore scientifico del progetto “Giacomo Casanova 300”.

Ha pubblicato libri di poesia, racconti e romanzi. Si è occupato di letteratura del Novecento con libri su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.
Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e, tra l’altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo”, giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni.

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