Home Redazione Morso di vipera, cosa fare? “Calma primo antidoto per non diffondere il veleno”

Morso di vipera, cosa fare? “Calma primo antidoto per non diffondere il veleno”

Agenzia Adnkronos

Milano, 20 giu. (Adnkronos Salute) – Un’escursione rigenerante in mezzo alla natura, la vista dall’alto dei monti, il refrigerio dei boschi, e all’improvviso l’idillio che rischia di trasformarsi in tragedia per un morso di vipera. E’ successo ieri in Trentino a un turista tedesco, trasportato dall’elisoccorso in ospedale. Oltre a “contattare immediatamente i soccorsi e raggiungere un pronto soccorso il prima possibile”, il primo antidoto è “mantenere la calma. L’agitazione, infatti, può aumentare il battito cardiaco e facilitare la diffusione sistemica del veleno”. Lo spiega via social Nessuno tocchi Ippocrate (NtI), associazione fondata dal medico del 118 Manuel Ruggiero. “In attesa dell’arrivo dei soccorsi – raccomanda NtI – è essenziale adottare misure di primo intervento corrette, evitando pratiche obsolete o dannose”.Ecco allora cosa fare. “Mantenere la calma: la tranquillità è cruciale. Lo stress e i movimenti inutili accelerano la circolazione sanguigna, favorendo la diffusione del veleno. Allertare i soccorsi: chiamare il 118 o il numero di emergenza locale, fornendo informazioni chiare sulla posizione e sulle condizioni della persona morsa. Raggiungere il pronto soccorso: l’assistenza ospedaliera deve essere tempestiva. Il trattamento specifico, incluso l’eventuale uso di siero antivipera, è di esclusiva competenza medica. Immobilizzare l’arto colpito: l’arto interessato deve essere tenuto il più fermo possibile, preferibilmente in posizione lievemente declive rispetto al cuore, utilizzando una stecca o una fasciatura morbida. Lavare la ferita: pulire delicatamente la zona del morso con acqua e sapone per ridurre il rischio di infezione. Disinfettare (se possibile): in assenza di controindicazioni, può essere utilizzata acqua ossigenata o una soluzione di permanganato di potassio. Rimuovere oggetti costrittivi: anelli, bracciali, orologi o altri accessori vanno tolti rapidamente, per evitare compressioni in caso di edema. Applicare una fasciatura contenitiva: una fasciatura elastica moderatamente compressiva può essere utile per rallentare la diffusione linfatica del veleno, senza mai sostituire un laccio emostatico, che è controindicato”.Ed ecco invece cosa non fare. “Non incidere la ferita: le incisioni non aiutano a eliminare il veleno e aumentano il rischio di infezioni e danni ai tessuti. Non succhiare il veleno: questa pratica è inefficace e può causare contaminazione o peggiorare le condizioni del soccorritore. Non applicare lacci emostatici: il blocco completo della circolazione può aggravare i danni locali e favorire la necrosi tissutale. Non somministrare alcol o farmaci: l’uso di alcolici, sedativi o analgesici senza supervisione medica può mascherare i sintomi clinici e alterare la risposta fisiologica, rendendo più difficile l’intervento sanitario”. Nessuno tocchi Ippocrate ricorda infine che “il siero antivipera è un farmaco ospedaliero soggetto a stretta sorveglianza medica. La sua somministrazione non è sempre necessaria e viene decisa dal personale sanitario in base alla valutazione clinica del paziente e alla gravità del quadro sintomatologico”.

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