Recensione a cura di Mimma Cucinotta
Malinconia e attesa, intrappolata in un ciclo infinito di ricordi nel silenzio, e impossibilità di ricongiungersi al passato sono i temi ricorrenti in “Donna che guarda il mare” per i tipi Zaffiro Luigi Pellegrini Edizioni (2025). Intrecciando poesia e prosa Pierfranco Bruni ci guida in un viaggio introspettivo che evidenzia il suo desiderio di distacco dal passato, pur riconoscendo la sua inevitabile influenza sul presente nella ineluttabilità del tempo che scorre sfumando le tracce della felicità vissuta…
Intriso di poesia e malinconia, evocando immagini profonde e riflessioni sull’eterna danza tra passato, presente e futuro. La “donna che guarda il mare” di Pierfranco Bruni per i tipi Zaffiro Luigi Pellegrini Editore (2025) diventa un simbolo potente della nostalgia e del desiderio di ritrovare il perduto.
Nel volume emerge una dicotomia silenzio/rumore. L’autore si presenta come raffinato coltivatore del silenzio, nel fastidio dei rumori assordanti dei ricordi.
“I ferragosti che sono rimasti dentro di me sono quelli dell’infanzia in Calabria con mio padre, mia madre e mia sorella. A quel tempo resta legata la mia spensieratezza e il mio essere ciò che sono stato negli anni e ciò che continuo a essere. C’è un ricordo in particolare ed è legato a prima che mio padre comprasse la sua, nostra, millecento rossa D fiammeggiante con il cambio allo sterzo.
La nostra vacanza estiva, e quindi anche il Ferragosto, la trascorrevamo a Trebisacce…“

Questo contrasto evidenzia il suo desiderio di distacco dal passato, pur riconoscendo la sua inevitabile influenza sul presente.
L’amore come eco perduta. La descrizione dell’incontro amoroso passato intensamente evocativo, crea un senso di struggente nostalgia. Il mare diventa metafora della vastità del tempo e dell’impossibilità di ricatturare i momenti fugaci.
Scorrendo le pagine del libro, Pierfranco Bruni sembra interrogarsi sulla natura dei ricordi e sul loro ruolo nella vita umana. La frase “Beati coloro che credono, a cosa?, e si affidano al fatto che ci sia un cielo che possa contenere anime e sguardi e giudizi” suggerisce una possibile risposta alla domanda di senso, ma l’autore stesso sembra rifiutarla, abbracciando invece l’alchimia interiore. In definitiva, il testo rappresenta un intenso viaggio introspettivo che invita il lettore a riflettere sulla propria esperienza con il passato, il presente e la speranza di un futuro ancora da scrivere.
Come melanconia del ricordo in un’Anima attraversata dal tempo, è quanto
Copertina del Libro tratta da Ragazza alla finestra (Muchacha en la ventana) un dipintorealizzato nel 1925 dal pittore spagnolo Salvador Dalí. Custodito nel Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía a Madrid
Bruni ci restituisce nella seconda parte del testo, impegnato ad esplorare la complessa relazione dell’uomo con i ricordi, il tempo che passa e l’impossibilità di rievocare pienamente il passato. “Donna che guardi il mare” è una prosa suggestiva e ricca di immagini evocative, si confronta con la nostalgia del perduto, riflettendo sulla natura effimera dei momenti felici e sul peso della solitudine.
Ed ancora la figura della “donna che guarda il mare” emerge come simbolo di malinconia e attesa, intrappolata in un ciclo infinito di ricordi e desideri irrealizzabili. Il silenzio, la lontananza e l’impossibilità di ricongiungersi al passato sono temi ricorrenti, sottolineando l’ineluttabilità del tempo che scorre sfumando le tracce della felicità vissuta.
La poesia si intreccia alla prosa creando un effetto suggestivo e malinconico, evocando atmosfere intime e suggestive. Pierfranco Bruni ci guida in un viaggio introspettivo attraverso il labirinto dei ricordi, lasciandoci con una profonda sensazione di struggimento e di accettazione della natura transitoria dell’esistenza.
Pierfranco Bruni è nato in Calabria. Vive tra Roma e la Puglia.
Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali, presidente del Centro Studi “ Francesco Gr
isi” e già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’estero.
Nel 2024 Ospite d’onore per l’Italia per la poesia alla Fiera Internazionale di Francoforte e Rappresentante della cultura italiana alla Fiera del libro di Tunisi.
Incarichi in capo al Ministero della Cultura
• presidente Commissione Capitale italiana città del Libro 2024;
• presidente Comitato Nazionale Celebrazioni centenario Manlio Sgalambro;
• segretario unico comunicazione del Comitato Nazionale Celebrazioni Eleonora Duse.
È inoltre presidente nazionale del progetto “Undulna Eleonora Duse”, presidente e coordinatore scientifico del progetto “Giacomo Casanova 300”.
Ha pubblicato libri di poesia, racconti e romanzi. Si è occupato di letteratura del Novecento con libri su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.
Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e, tra l’altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo”, giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni.
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