Milano, 21 lug. (Adnkronos Salute) – Un test genetico basato sui dati di oltre 5 milioni di persone promette di identificare i bambini che rischiano di diventare obesi, prima che il Dna associato a stili di vita scorretti cominci a influenzare effettivamente il loro peso. Si chiama Pgs (punteggio di rischio poligenico) e consentirebbe di indirizzare in modo mirato le strategie di prevenzione precoce volte a contenere una condizione ormai pandemica: la World Obesity Federation prevede infatti che entro il 2035 oltre la metà della popolazione mondiale svilupperà sovrappeso o obesità. “Ciò che rende il Pgs così efficace è la sua capacità di predire, prima dei 5 anni d’età, se un bambino è a rischio di sviluppare obesità in età adulta”, afferma Roelof Smit dell’Nnf Center for Basic Metabolic Research (Cbmr) dell’università di Copenhagen in Danimarca, autore principale del maxi-studio che descrive il test e le sue potenzialità, pubblicato su ‘Nature Medicine’. Grazie a questo strumento si potrebbe quindi intercettare il pericolo genetico di obesità “ben prima che altri fattori di rischio inizino a influenzare il peso più avanti nell’infanzia. Intervenire in questa fase può avere un impatto enorme”, assicura Smit.La ricerca nasce dal Consorzio Giant (Genetic Investigation of Anthropometric Traits), una collaborazione scientifica internazionale dedicata allo studio dell’architettura genetica che determina tratti antropometrici come l’altezza e l’indice di massa corporea Bmi. Al lavoro hanno contribuito oltre 600 scienziati di 500 istituzioni in tutto il mondo, Italia compresa. In particolare, 3 gruppi che fanno capo al Cnr – tra Napoli, Cagliari e Pavia – hanno fornito i dati relativi a 2 ‘isolati genetici’ (popolazioni a bassa mescolanza genetica) del Cilento e della Sardegna. Lo studio ha coinvolto anche la società Usa 23andMe. (segue)