Home Redazione Bpco, ok dell’Ema alla prima terapia con propellente green Esperto, ‘passo importante per combinazione fissa budesonide/glicopirronio/formoterolo fumarato e per prodotti respiratori inalatori’

Bpco, ok dell’Ema alla prima terapia con propellente green Esperto, ‘passo importante per combinazione fissa budesonide/glicopirronio/formoterolo fumarato e per prodotti respiratori inalatori’

Agenzia Adnkronos

Roma, 28 lug. (Adnkronos Salute) – La triplice terapia con budesonide/glicopirronio/formoterolo fumarato (Bgf), già autorizzata per il trattamento della broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) negli adulti, ha ricevuto parere positivo dal Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) per l’utilizzo nell’Unione europea di un propellente innovativo di nuova generazione con un potenziale di riscaldamento globale (Gwp) prossimo allo zero. La triplice terapia con budesonide/glicopirronio/formoterolo fumarato è il primo farmaco somministrato tramite inalatore predosato pressurizzato (pMdi) a utilizzare un propellente green, con un potenziale di riscaldamento globale inferiore del 99,9% rispetto ai propellenti attualmente utilizzati nei farmaci inalatori. Questa triplice terapia a combinazione fissa avrà ora un impatto ambientale in termini di emissioni di carbonio comparabile a quella dei farmaci inalatori che non necessitano di propellente.Sulla base del parere positivo del Chmp, AstraZeneca – informa una nota – avvierà in Europa la transizione della fornitura della triplice terapia a combinazione fissa (budesonide/glicopirronio/formoterolo fumarato) al propellente di nuova generazione.Il parere positivo del Chmp si basa sui risultati del programma di sviluppo clinico condotto con propellente di nuova generazione, che ha dimostrato la bioequivalenza tra la triplice terapia Bgf con il propellente di nuova generazione e con l’attuale propellente. Il profilo di sicurezza e tollerabilità della triplice terapia a combinazione fissa con il propellente di nuova generazione è risultato coerente con quello già noto del farmaco.”Le malattie respiratorie croniche, tra cui la Bpco e l’asma, sono patologie complesse che impattano fortemente sulla qualità di vita dei pazienti – afferma Federico Lavorini, professore ordinario di Medicina respiratoria dell’Università degli Studi di Firenze – I farmaci respiratori somministrati tramite inalatori predosati pressurizzati, che rappresentano il 76% dell’utilizzo di inalatori a livello globale, sono fondamentali per milioni di persone affette da queste patologie in Italia e in Europa, incluse popolazioni vulnerabili come anziani e bambini. Il parere positivo del Chmp sulla transizione della triplice terapia con budesonide/glicopirronio/formoterolo fumarato verso l’uso di un nuovo propellente a impatto ambientale prossimo allo zero, mantenendo la stessa efficacia e sicurezza, rappresenta un passo importante. Questa decisione garantirà la continuità delle cure per i pazienti, permettendo agli operatori sanitari di scegliere la terapia in base alle esigenze cliniche, contribuendo allo stesso tempo a ridurre l’impatto ambientale”.Il parere positivo del Chmp “per la transizione della triplice terapia con budesonide/glicopirronio/formoterolo fumarato al propellente di nuova generazione – commenta Ruud Dobber, Executive Vice President, BioPharmaceuticals Business Unit, AstraZeneca – ci consente di rispondere sia ai bisogni dei pazienti sia a quelli del pianeta e rappresenta una tappa significativa dell’impegno di AstraZeneca a offrire innovazioni per una sanità sostenibile in Europa. A partire dalla triplice terapia con budesonide/glicopirronio/formoterolo fumarato, la transizione al propellente con un potenziale di riscaldamento globale prossimo allo zero su tutta la linea dei nostri farmaci inalatori predosati pressurizzati rappresenta un passo fondamentale verso il raggiungimento della nostra strategia Ambition Zero Carbon”. Come sottolinea Susanna Palkonen, Director of the European Federation of Allergy and Airways Diseases Patients’ Associations (Efa), “la Bpco è una patologia dall’elevato impatto e rappresenta la terza causa di morte a livello globale. Le persone affette da Bpco – sottolinea – hanno bisogno di avere accesso alla terapia più appropriata, così come a un ambiente sano e ad aria pulita. Accogliamo con favore il parere positivo espresso dal Chmp riguardo ai farmaci inalatori per le vie respiratorie che utilizzano il propellente di nuova generazione, che presenta una significativa riduzione dell’impatto ambientale in termini di emissioni di carbonio”.La triplice terapia a combinazione fissa Bgf con il propellente di nuova generazione ha ottenuto la sua prima approvazione nel Regno Unito a maggio 2025, mentre richieste di autorizzazione da parte delle autorità regolatorie sono attualmente in corso anche in Cina e in altri Paesi, riporta la nota. Si tratta del primo farmaco nel portfolio di AstraZeneca di terapie inalatorie somministrate tramite pMdi a passare al nuovo propellente. La farmaceutica fa sapere che ambisce a convertire l’intero portfolio di farmaci somministrati tramite pMdi al propellente con un Gwp prossimo allo zero entro il 2030, nell’ambito della strategia Ambition Zero Carbon. In Europa, l’avvio della transizione della triplice terapia a combinazione fissa al nuovo propellente è previsto nei prossimi mesi.Le malattie respiratorie croniche, tra cui la Bpco e l’asma – ricorda AstraZeneca – colpiscono centinaia di milioni di persone a livello globale. I farmaci inalatori respiratori somministrati tramite pMdi rappresentano il 76% dell’utilizzo di inalatori a livello globale e contribuiscono per lo 0,04% alle emissioni globali di gas serra. Gli studi dimostrano che il maggiore impatto ambientale associato alle malattie respiratorie deriva dal mancato controllo della patologia e dal conseguente aumento della necessità di ricorrere a servizi sanitari. L’implementazione di linee guida basate sulla generazione di evidenze nella pratica clinica può contribuire a ridurre le riacutizzazioni e i ricoveri ospedalieri, migliorare gli outcome per i pazienti e anche diminuire l’impatto delle emissioni di carbonio complessive associate alle cure respiratorie.

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