Sentenza storica del Consiglio di Stato: la malattia è causata dall’esposizione sul lavoro
Per la prima volta viene riconosciuto il diritto alla causa di servizio per S. C., dipendente della Presidenza del Consiglio colpito da leucemia dopo anni di esposizione a sostanze cancerogene sul lavoro. Una decisione che apre un precedente importante e solleva interrogativi urgenti sulla tutela degli esposti in ambito pubblico
Roma, 5 agosto 2025 – Per anni ha bruciato fascicoli riservati dei servizi segreti italiani, chiuso in un tunnel sotterraneo senza aerazione né maschere protettive. Oggi, dopo una lunga battaglia legale durata 10 anni, un falegname al servizio della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha vinto la causa che lo opponeva a Palazzo Chigi: la sua leucemia cronica è stata riconosciuta come malattia professionale. Il lavoratore è stato impiegato dal 1992 al 2013 in ambienti altamente insalubri, inizialmente assunto come falegname, era stato poi occupato come addetto all’incenerimento di materiali sensibili, all’interno di un impianto descritto dai giudici come “assolutamente privo di sistemi di aspirazione e filtraggio dell’aria“. Il locale, ricavato in un’ex cisterna del ’700, era privo di finestre e completamente isolato dall’esterno. In quel luogo, ha respirato per anni polveri di legno, vernici, solventi e fibre di amianto, gli stessi giudici hanno parlato di “carenze istruttorie e inadeguata valutazione scientifica dell’esposizione a sostanze tossiche e cancerogene“. Nel 2012 gli viene diagnosticata una leucemia cronica a cellule capellute.
Nonostante la ferma opposizione della Presidenza del Consiglio – che ha sempre negato ogni responsabilità, ottenendo inizialmente il rigetto del ricorso da parte del TAR del Lazio – il Consiglio di Stato, grazie alla determinazione degli avvocati Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, e Pietro Gambino, ha completamente ribaltato la sentenza riconoscendo le ragioni del lavoratore, e stabilendo che le sue condizioni lavorative e l’esposizione prolungata a sostanze tossiche sono all’origine della malattia professionale.
È la prima volta in assoluto che un tribunale riconosce il diritto alla tutela della salute per un dipendente con incarichi speciali presso Palazzo Chigi, un precedente che potrebbe aprire la strada al riconoscimento di condizioni simili per altri servitori dello Stato.
Dal 2013 l’uomo non può più ricoprire incarichi operativi ed è stato trasferito a mansioni d’ufficio. Continua però a sottoporsi a controlli semestrali, vivendo sotto costante sorveglianza sanitaria.
Un precedente che non può essere ignorato
“La sentenza del Consiglio di Stato rappresenta un punto di svolta per tutti i lavoratori e per coloro che operano in ambienti ad alto rischio senza adeguata protezione,” ha dichiarato Bonanni, che aggiunge: “auspico che ora si metta fine allo scontro. Rivolgo un appello alla Premier Giorgia Meloni: so bene che non ha alcuna responsabilità per quanto accaduto in passato, ma oggi ha l’opportunità – e il potere – di segnare una svolta concreta. I diritti di questo lavoratore devono essere pienamente riconosciuti: causa di servizio, risarcimento danni e status di vittima del lavoro.”
L’ONA offre assistenza legale gratuita e consulenza a tutti i lavoratori esposti. Per informazioni si può consultare il sito: www.osservatorioamianto.it, oppure contattare il numero verde: 800 034 294.