Crescono TV e piattaforme online, ma l’editoria tradizionale è in crisi profonda. Ricavi pubblicitari sempre più assorbiti dai colossi digitali.
Pubblicato il report annuale dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) sull’attività svolta e sui programmi di lavoro per il nuovo anno. Nella relazione si analizzano le performance dei settori media, tra cui TV, radio e stampa italiana, i mercati delle comunicazioni elettroniche, i servizi internet e piattaforme online, i servizi postali e infine lo status organizzativo e i programmi di lavoro del Garante.
In relazione al report AGCOM, la segretaria dell’Ordine dei giornalisti (OdG), Paola Spadari, ha sottolineato “l’importanza di sostenere l’informazione professionale a fronte della enorme quantità fruibile tramite il web”. Inoltre, riconosce il lavoro dell’Autorità che nel 2024 ha posto grande attenzione nel “riequilibrare lo strapotere delle grandi piattaforme digitali”. Il problema principale riscontrato dall’AGCOM è infatti il deficit di ricavi pubblicitari, assorbiti da grandi piattaforme nel campo dell’editoria nazionale.
È fondamentale “riconoscere la giusta retribuzione al comparto editoriale e il ruolo dei giornalisti. Un ruolo che deve, con urgenza, riposizionarsi rispetto ai nuovi scenari e ai nuovi trend di mercato, ma che al tempo stesso deve rimanere saldo nei suoi fondamentali”. Questo l’obiettivo per il prossimo anno.
Divario tra rete e media tradizionali
Crescita moderata per l’economia globale, secondo le analisi AGCOM dei mercati dei media, ma le tensioni geopolitiche hanno generato un’instabilità tale da pesare su cittadini e imprese. Queste le premesse del report sugli scenari dei mercati italiani, che nonostante la loro generalizzata debolezza, mostrano segnali di ripresa.
Complessivamente, infatti, sono aumentati i ricavi del +3,2%, grazie soprattutto ai ricavi delle vendite a pagamento di offerte televisive e di piattaforme online. Buono anche il rialzo delle inserzioni pubblicitarie del 2024 che si chiudono con un positivo +2,6%.
Un andamento positivo di certo non dettato dai quotidiani e dalla stampa, che invece ristagna in dati negativi che non vedono margine di miglioramento. La “crisi irreversibile” di cui si parla nel report comprende sia il settore tradizionale cartaceo che quello digitale, visto che oramai sono i social i protagonisti dell’informazione. Infatti, il 52,4% utilizza la rete per informarsi, anche se l’affidabilità e l’approfondimento rimangono prerogative associate alla stampa tradizionale.
Consistente il calo dei ricavi dalla vendita di copie cartacee e digitali, che sfiora il -16%. I dati Ads mensili confermano il trend, che non vede bollini verdi da mesi.
I lettori di quotidiani sono solo il 22,1% della popolazione italiana, una percentuale che si abbassa di anno in anno e che rimane quasi un’esclusiva degli over 55, che sono il 48,9% su 11,2 milioni di lettori.
Mondo opposto e speculare per il virtuale
Inverso il trend dei ricavi pubblicitari per le piattaforme online, che incidono tutte in maniera positiva sul mercato e guadagnano sempre più rilevanza.
Infatti, come viene rappresentato dal grafico soprastante, in soli 5 anni si ha un aumento vertiginoso di 12 punti percentuali sui ricavi pubblicitari, che mette Big Tech e fornitori di servizi online in una posizione di privilegio e dominio anche nel settore editoriale.
Nonostante lo strapotere degli OTT, l’AGCOM è intervenuta regolarmente nell’anno per supportare e attuare le legislazioni europee quali il Digital Services Act (DSA) come Digital Services Coordinator, il Regolamento in materia di diritto d’autore online (delibera n. 680/13/CONS.), il Privacy Shield, Regolamento sulla remunerazione di autori e artisti (delibera n. 95/24/CONS), l’equo compenso e la tutela degli utenti online.
Articolo di T.S.