Il volume edito da Solfanelli con una lettera inedita. Anteprima a Capo Vaticano il 29 agosto
“Giuseppe Berto. Tutto ha la sua ora” (Solfanelli editore)
di Pierfranco Bruni è un lavoro completamente innovativo che scava non solo in una lettura comparata dello scrittore di “Anonimo veneziano” ma presenta un racconto nel raccontare e tra l’altro in appendice propone una lettera autografa di Berto a Francesco Grisi. Il testo si arricchisce di contributi di Francesco Iannello, Mauro Mazza, Marilena Cavallo, Micol Bruni, Claudia Rende, Tonino Filomena, Franca De Santis.
Il testo, che gode del coordinamento scientifico del Centro Studi e Ricerche Francesco Grisi, verrà presentato in anteprima nazionale proprio a Casa Berto il prossimo 29 Agosto con la presenza di PIERFRANCO BRUNI.
In Giuseppe Berto (Mogliano Veneto, 1914 – Roma, 1978), spiegano queste pagine, si vive un intreccio non solo letterario, ma anche esistenziale e psicologico tutto giocato tra amore e morte, come nei romanzi ‘Il cielo è rosso’, ‘Il male oscuro’, ‘La cosa buffa’, ‘Anonimo veneziano’, ‘La Gloria’. Il saggio propone una lettera inedita di Berto a Francesco Grisi con il quale aveva un particolare rapporto di amicizia e si arricchisce di importanti contributi di studiosi e giornalisti come Micol Bruni, che tratta il rapporto antropologico e psicologico con una entratura nella visione freudiana, di Marilena Cavallo che si sofferma soprattutto sulla figura di Giuda e la sua religiosità nella “Gloria”, di Claudia Rende che sottolinea il rapporto nevralgico tra Berto e il cinema, di Mauro Mazza, che traccia una straordinaria testimonianza personale in riferimento alla rappresentazione teatrale di ‘Anonimo veneziano’, e di Tonino Filomena e Franca De Santis che svolgono una delle tematiche significative nella vita di Berto, ovvero il suo rapporto con il Fascismo e la dimensione dell’afascismo nelle stagioni successive toccando il legame tra cultura e confronto con la critica letteraria.
”Riproporre Giuseppe Berto nella sua complessità -sottolinea Pierfranco Bruni– significa anche contestualizzare un profilo del Novecento letterario e culturale attraverso libri che hanno segnato generazioni. È necessario rileggere romanzi che hanno fatto discutere in anni di transizione come Anonimo veneziano e La Gloria”.
”Due libri -rimarca lo scrittore- che ancora oggi propongono una chiave di lettura anticonformista. Bisogna rileggere Berto in un quadro di letture in cui l’uomo e lo scrittore non creano mai una frattura ma un ponte tra culture e generazioni, in nome della parola che costruisce”.
Un libro che resta e che farà discutere. Un linguaggio sempre estetico e singolare.
singolare.
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Pierfranco Bruni è nato in Calabria.
Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali, presidente del Centro Studi “ Francesco Grisi” e già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’estero.
Nel 2024 Ospite d’onore per l’Italia per la poesia alla Fiera Internazionale di Francoforte e Rappresentante della cultura italiana alla Fiera del libro di Tunisi.
Incarichi in capo al Ministero della Cultura
• presidente Commissione Capitale italiana città del Libro 2024;
• presidente Comitato Nazionale Celebrazioni centenario Manlio Sgalambro;
• segretario unico comunicazione del Comitato Nazionale Celebrazioni Eleonora Duse.
È inoltre presidente nazionale del progetto “Undulna Eleonora Duse”, presidente e coordinatore scientifico del progetto “Giacomo Casanova 300”.
Ha pubblicato libri di poesia, racconti e romanzi. Si è occupato di letteratura del Novecento con libri su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.
Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e, tra l’altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo”, giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni.
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