Home cinema È morto Robert Redford: il cinema come arte, come voce libera e spazio per raccontare il mondo oltre gli stereotipi

È morto Robert Redford: il cinema come arte, come voce libera e spazio per raccontare il mondo oltre gli stereotipi

Mimma Cucinotta

Premio Oscar, fondatore del Sundance Film Festival e simbolo di un cinema etico e indipendente, figura riservata, amante della natura e profondamente legato all’Ovest americano, Robert Redford ha segnato oltre mezzo secolo di storia del grande schermo. Tra le figure più influenti del cinema americano del Novecento e del nuovo millennio è ricordato da Jane Fonda come “un uomo meraviglioso, con un’energia che rendeva tutto possibile”. Redford si è spento nella sua casa nello Utah. Aveva 89 anni

di Mimma Cucinotta

PROVO (Utah), 16 sett. 2025 – Robert Redford è morto all’età di 89 anni nella sua casa nello Utah, dove si era ritirato negli ultimi anni. Attore, regista, produttore e fondatore del Sundance Film Festival, Redford è stato una delle figure più influenti del cinema americano del Novecento e del nuovo millennio.

Nato a Santa Monica nel 1936, Redford ha saputo costruire una carriera che ha coniugato fascino da star hollywoodiana e impegno civile, bellezza iconica e profondità artistica. È diventato celebre tra gli anni ’60 e ’70 con ruoli entrati nell’immaginario collettivo: Butch Cassidy and the Sundance Kid, La stangata, Tutti gli uomini del presidente, I tre giorni del Condor, La mia Africa, Come eravamo.

Ma a distinguerlo è stato soprattutto il passo successivo: nel 1980 ha esordito alla regia con Gente comune, vincendo l’Oscar al miglior film e alla miglior regia. Da allora ha alternato la carriera d’attore a quella dietro la macchina da presa, firmando opere intense come In mezzo scorre il fiume e Leoni per agnelli.

Nel 1981 fonda il Sundance Institute, da cui nasce il celebre Sundance Film Festival, oggi punto di riferimento per il cinema indipendente mondiale. Redford ha così dato voce a generazioni di giovani autori, contribuendo all’emersione di registi come Quentin Tarantino e Steven Soderbergh.

Figura riservata, amante della natura e profondamente legato all’Ovest americano, Redford ha anche sostenuto attivamente cause ambientali e sociali. Negli ultimi anni si era allontanato dal cinema, ma non dal suo spirito: aveva annunciato il ritiro dalla recitazione nel 2018, con il film Old Man & the Gun, pur restando coinvolto in progetti culturali e ambientali.

Dietro il volto pubblico, una vita segnata anche dal dolore: la perdita del primo figlio, Scott, morto in culla, e del figlio James, documentarista, scomparso nel 2020 per una malattia al fegato.

Numerosi colleghi hanno voluto ricordarlo. Tra tutti, Jane Fonda – compagna di set in più film – ha detto: “Ha un’energia e una determinazione che fanno accadere le cose, anche quando si tratta di portare alla ribalta un personaggio maschile riluttante.” E ha aggiunto con affetto: “È così affascinante, e soprattutto una persona meravigliosa. In ogni film che ho girato con lui, finivo per prendermi una cotta.”

Robert Redford lascia un’eredità fatta di grandi film, ma soprattutto di una visione: il cinema come arte, come voce libera, come spazio per raccontare il mondo oltre gli stereotipi. Con la sua morte, se ne va uno degli ultimi veri pionieri del grande schermo.

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