Home Redazione “A Teddy Bear serve un nuovo look”. L’appello della scienza per peluche eco-maestri Dalla cameretta al laboratorio, l’orsacchiotto finisce sotto la lente dei ricercatori: “E’ molto più di un giocattolo. Può insegnare ai bambini il rispetto per la natura, ma deve cambiare volto”

“A Teddy Bear serve un nuovo look”. L’appello della scienza per peluche eco-maestri Dalla cameretta al laboratorio, l’orsacchiotto finisce sotto la lente dei ricercatori: “E’ molto più di un giocattolo. Può insegnare ai bambini il rispetto per la natura, ma deve cambiare volto”

Redazione

Milano, 24 set. (Adnkronos Salute) – Nuovo look cercasi per Teddy Bear. L’orsacchiotto di peluche “è molto più di un semplice giocattolo”, morbido viatico per una buonanotte di sogni d’oro. Può avere “un ruolo fondamentale nella costruzione della nostra prima concezione di natura, plasmando il modo in cui per tutta la vita interagiremo con l’ambiente”, con un pianeta da rispettare e proteggere. Ma per riuscirci, per diventare un bravo ‘eco-maestro’ e infondere nei bambini una coscienza green, dovrà essere innanzitutto più credibile: meno Teddy e più bear, con fattezze più realistiche e fedeli a quelle degli orsi in carne e ossa. Non è una congettura pedagogica o una trovata commerciale, bensì uno studio scientifico pubblicato su ‘BioScience’, rivista ufficiale dell’American Institute of Biological Sciences.Da oltre un secolo – da quando nel febbraio del 1903 due negozianti di Brooklyn esposero in vetrina un paio orsetti di pezza che chiamarono Teddy’s Bears, in onore dell’allora presidente Usa Theodore Roosevelt il quale l’anno prima risparmiò un cucciolo d’orso durante una battuta di caccia – gli orsacchiotti di peluche sono una presenza fissa nelle camerette di ogni latitudine. Protagonisti dei nostri primi ricordi, icona dell’immaginario infantile, “raramente sono stati oggetto di un esame approfondito”, tantomeno di un’analisi scientifica. E’ partito da questa riflessione Nicolas Mouquet del Centre national de la recherche scientifique (Cnrs) francese, che insieme ai suoi colleghi ha deciso di colmare questa lacuna.”Per molti occidentali il primo legame intimo ed emotivo con la natura potrebbe non derivare da una passeggiata nei boschi, ma dalla precoce esposizione a rappresentazioni della natura stessa attraverso libri illustrati, giocattoli o animali di peluche”, spiegano gli autori dello studio, convinti che “legami emotivi come questi possono durare per tutta la vita”. La questione su cui si sono concentrati, quindi, è se i giocattoli dell’infanzia siano davvero all’altezza del compito di promuovere una concezione realistica della natura. Perché se non lo fossero, le conseguenze non sarebbero da poco: “Se l’orso che conforta un bambino non assomiglia per niente a un orso vero, il ponte emotivo che costruisce potrebbe allontanarlo dalla vera biodiversità, anziché avvicinarlo”, avvertono i ricercatori. Con l’obiettivo di sviscerare il problema, il team d’Oltralpe ha utilizzato analisi morfometriche e colorimetriche per confrontare 436 orsacchiotti di peluche con le loro controparti reali. Ne è emerso che “gli orsi veri formano un gruppo ben definito, chiaramente distinto dagli orsacchiotti” giocattolo, riferiscono gli scienziati. Persino il panda gigante, le cui sembianze naturali più si avvicinano alle fattezze tipiche dell’orso di peluche, “si discosta sostanzialmente” dalle caratteristiche che rendono gli orsacchiotti giocattolo emotivamente attraenti. Un gap che secondo gli autori del lavoro “solleva importanti questioni”, in grado di fare la differenza per i destini del pianeta: “Quanto più l’orsacchiotto di peluche si discosta dalla sua controparte biologica, tanto maggiore è il rischio che i bambini crescano con rappresentazioni mentali distorte o incomplete di animali ed ecosistemi”, ammoniscono gli esperti.L’équipe del Cnrs suggerisce dunque che “diversificare la ‘palette’ dei peluche per includere forme ecologicamente fondate, specie con morfologie e colorazioni più accurate, potrebbe aiutare a ripristinare un certo allineamento tra connessione emotiva e realtà biologica”. In conclusione, Teddy Bear potrà forse sembrare un canale insolito per migliorare il rapporto dell’umanità con madre natura, ma secondo i ricercatori può rappresentare un’opportunità grande e reale: “Comprendendo e sfruttando le caratteristiche che rendono gli orsacchiotti di peluche potenti strumenti emotivi, possiamo migliorare non solo il benessere individuale, ma anche la cura collettiva del pianeta”.

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