Home Redazione Dall’Italia all’Africa un ponte per definire percorso materno-infantile Il 7 ottobre a Napoli la presentazione del progetto ‘Maternità consapevole, responsabile e sicura’ come deterrente della fistola ostetrica

Dall’Italia all’Africa un ponte per definire percorso materno-infantile Il 7 ottobre a Napoli la presentazione del progetto ‘Maternità consapevole, responsabile e sicura’ come deterrente della fistola ostetrica

Redazione

Roma, 2 ott. (Adnkronos Salute) – La formazione al servizio della vita di migliaia di mamme. Passa per un ponte virtuale e lunghissimo il futuro delle donne più a rischio nel mondo per colpa delle complicanze post partum. Con l’obiettivo di formare i medici nel continente africano e salvaguardare la salute delle donne, l’Università degli Studi della Campania ‘Luigi Vanvitelli’ e l’ong Medici con l’Africa Cuamm presentano a Napoli, martedì 7 ottobre, presso il Rettorato dell’ateneo, il progetto Macoresi, ovvero ‘Maternità consapevole, responsabile e sicura’ come deterrente della fistola ostetrica.Le fistole ostetriche sono lesioni tra il canale del parto e la vescica o il retto, causate da ostruzioni prolungate del travaglio. Queste complicanze, che rappresentano un rischio per la salute delle donne perché possono causare gravissimi danni al sistema riproduttivo e conseguenze psicologiche, colpiscono principalmente le donne nei Paesi in via di sviluppo, con circa 2 casi ogni mille parti, 100mila nuovi casi all’anno e 2 milioni di donne affette, soprattutto in Africa sub-sahariana, Asia e America Latina. La presentazione del progetto, che mira a fare la differenza nella vita di molte donne – spiegano i promotori – sarà l’occasione per approfondire un tema di cooperazione internazionale di grande importanza e per scoprire l’impegno concreto delle istituzioni e del mondo accademico. “Questo evento – afferma il magnifico rettore dell’ateneo Vanvitelli, Gianfranco Nicoletti – è un’occasione privilegiata per riflettere insieme su di un tema di profonda sensibilità e rilevanza sociale e, nel contempo, per testimoniare l’attenzione e l’impegno delle istituzioni accademiche e del Governo italiano nei confronti dei cosiddetti Paesi in via di sviluppo. Io non posso che essere felice, come rettore e come medico, del lavoro svolto dai nostri docenti che, in collaborazione con Medici con l’Africa Cuamm, porteranno un notevole miglioramento della qualità della vita per le donne esposte a questa patologia”. L’incontro sarà aperto dai saluti istituzionali del rettore Nicoletti e del viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli. Seguiranno gli interventi di don Dante Carraro, direttore di Cuamm, di Ugo Ferrero dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) e di Nicola Colacurci della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo). Il progetto sarà illustrato da Pasquale De Franciscis, ordinario di Ginecologia all’università Vanvitelli, a cui seguiranno le testimonianze sul campo.

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