Scomparsa a 91 anni a Los Angeles, la biologa e antropologa che con le sue osservazioni a Gombe rivelò al mondo la vita segreta degli scimpanzé delle relazioni sociali e delle emozioni. Una rivoluzione scientifica e civile che ha cambiato il modo in cui comprendiamo gli animali e l’urgenza di proteggerli, trasformando per sempre la scienza e la coscienza della natura.
Los Angeles, 1 ottobre 2025 – Il mondo della scienza piange la scomparsa di Jane Goodall, deceduta oggi all’età di 91 anni per cause naturali mentre si trovava negli Stati Uniti per una tournée di conferenze.
Una vita dedicata alla scoperta e alla difesa della natura. Nata il 3 aprile 1934 a Londra come Valerie Jane Morris-Goodall, Jane Goodall sviluppò fin da bambina una profonda passione per gli animali e la natura.
Nel 1957, intraprese un viaggio in Africa che cambiò per sempre la sua vita e la scienza: dopo aver incontrato il paleoantropologo Louis Leakey, le fu affidato il compito di studiare in modo sistematico gli scimpanzé selvatici nella riserva di Gombe, in Tanzania.
A partire dal 1960, Goodall inaugurò un metodo innovativo di osservazione immersiva, nominando individualmente gli animali (anziché numerarli), dedicandosi allo studio delle loro relazioni sociali, emozioni, gerarchie e comportamenti complessi.
Una delle sue scoperte più rivoluzionarie fu che gli scimpanzé usano strumenti — fino ad allora ritenuta una capacità esclusiva dell’uomo — aprendo nuove prospettive sul confine tra specie e sul comportamento animale.
Col passare degli anni, Goodall estese il suo raggio d’azione oltre la ricerca sul campo, trasformandosi in un influente attivista ambientale.
Nel 1977 fondò il Jane Goodall Institute (JGI), con l’obiettivo di sostenere la protezione degli scimpanzé, la conservazione degli habitat e lo sviluppo sostenibile nelle comunità locali.
Nel 1991 diede vita al programma Roots & Shoots (Radici & Germogli), destinato ai giovani di tutto il mondo: un’iniziativa educativa per sensibilizzare le nuove generazioni all’azione positiva nei confronti dell’ambiente.
Tra i suoi riconoscimenti, Goodall fu nominata Dame Commander dell’Ordine dell’Impero Britannico (DBE) nel 2004, designata Messaggera di Pace delle Nazioni Unite nel 2002, e ricevette numerosi premi internazionali per il contributo alla scienza e alla pace.
Nel 2025 le fu conferita la Presidential Medal of Freedom negli Stati Uniti, uno dei più alti riconoscimenti civili per il suo impegno ambientale e scientifico.
Jane Goodall dedicò oltre sei decenni alla ricerca sul campo e alla costruzione di una visione che coniugava scienza, etica e attivismo.
Il suo approccio — basato sull’empatia, sull’osservazione paziente e sul rispetto degli esseri viventi — ha contribuito a trasformare il modo in cui interpretiamo la relazione tra l’uomo e il mondo naturale.
Le sue parole, fino agli ultimi giorni, rimanevano cariche di urgenza: “Dobbiamo ricordarci che non siamo solo parte della natura, ma animali come gli altri — eppure dipendiamo da essa per aria, acqua, cibo…”
Con la sua scomparsa, il mondo perde una guida, ma resta un’eredità indelebile: migliaia di giovani ispirati, istituzioni che portano avanti i suoi progetti, e una consapevolezza diffusa dell’importanza della convivenza armoniosa con il Pianeta.
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