Il sindaco Zakani lancia l’iniziativa come un tributo alla coesistenza delle religioni divine, con affreschi, bassorilievi e una statua di 2,5 metri davanti alla chiesa armena, ma osservatori internazionali sospettano che si tratti più di un’operazione di immagine che di un autentico passo verso il dialogo interreligioso
Il 18 ottobre 2025, Teheran ha inaugurato la stazione della metropolitana “Maryam Moghaddas” (Santa Maria) sulla Linea 6, situata nel Maryam Park, di fronte alla chiesa armena di Santa Vergine. Il sindaco Alireza Zakani ha definito l’iniziativa un tributo alla “coesistenza delle religioni divine”, sottolineando l’importanza del rispetto reciproco tra le diverse fedi.
La stazione unisce elementi della tradizione islamica sciita a rappresentazioni cristiane. All’interno, affreschi e bassorilievi raffigurano la Vergine Maria, e una statua di 2,5 metri completa l’allestimento. Questi dettagli artistici sono stati interpretati come un segnale di apertura e inclusività religiosa.
Una iniziativa da valutare tenendo conto del contesto religioso e sociale secondo cui l’Iran è uno Stato a maggioranza sciita (circa il 90% della popolazione) e la religione ufficiale è l’Islam sciita duodecimano. Le minoranze religiose — cristiani, ebrei, baha’i e sunniti — affrontano limitazioni legali e discriminazioni sociali: il diritto a praticare liberamente la propria fede, accedere a posti pubblici o ottenere pari opportunità lavorative è spesso compromesso. Arresti di leader religiosi non sciiti, censura dei testi sacri e restrizioni educative alternative sono tra le principali conseguenze.
Nonostante l’inaugurazione sia stata presentata come un gesto di dialogo interreligioso, avviene in un contesto dove le libertà religiose e civili sono rigidamente controllate. Molti osservatori internazionali sospettano che l’iniziativa abbia più uno scopo politico volto a migliorare l’immagine internazionale del regime che un reale intento di apertura.
In ogni caso, la stazione rappresenta un gesto emblematico di riconoscimento delle minoranze cristiane, ma la scelta di erigere una statua che richiama elementi di devozione cristiana suscita perplessità, in un Paese dove le libertà religiose sono severamente limitate, l’opera potrebbe apparire più come un’operazione di immagine che come un autentico segnale di rispetto e inclusione.
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