Roma, 28 ott. (Adnkronos Salute) – Raccontare la sclerosi multipla attraverso le voci di chi la vive ogni giorno. Nasce da questo intento il vodcast ‘Mille Storie’, realizzato da Merck Italia con i patrocini dell’Associazione italiana sclerosi multipla (Aism) e della Società italiana di neurologia (Sin). Cinque brevi video interviste documentaristiche, della durata di 15 minuti, realizzate in cinque città italiane. Protagonista di ogni puntata è il dialogo tra un paziente e un neurologo. Mentre il paziente condivide la sua storia, le sue paure, i suoi obiettivi – informa una nota diffusa in occasione del Congresso nazionale Sin che si conclude oggi a Padova – il neurologo offre spunti di riflessione basati sulla propria sensibilità ed esperienza clinica. Un viaggio nella quotidianità delle persone con sclerosi multipla, un dialogo aperto su temi che coinvolgono la vita di tutti: genitorialità, relazioni, carriera, studio, sport. ‘Mille Storie’ è un progetto che parla di libertà e resilienza – sottolinea la farmaceutica – La serie mostra come la sclerosi multipla non debba necessariamente rappresentare un ostacolo: con i giusti strumenti, informazioni e supporto, è possibile continuare a sognare, a costruire, a vivere pienamente. Ogni episodio è ambientato in uno spazio aperto, simbolo di movimento e di rinascita, e diventa un invito a ripensare la malattia come parte di un percorso di vita, non come un limite. Con il vodcast, Merck – da oltre 25 anni a fianco delle persone con Sm e della comunità scientifica per migliorare la qualità di vita e favorire una maggiore consapevolezza sulla patologia – prosegue il proprio impegno nella sensibilizzazione sulla sclerosi multipla, dopo le precedenti serie SempliceMente, ‘Mille sfaccettature di Sm’ e ‘Senza Se e senza Ma’. “Per un’azienda come la nostra, avere cura dei pazienti e delle persone a loro vicine vuol dire rispondere a tutti i loro bisogni: non solo quelli terapeutici, ma anche quelli di educazione sulla salute – spiega Ramon Palou de Comasema, presidente e amministratore delegato Healthcare di Merck Italia – Per questo sperimentiamo sempre nuovi linguaggi e canali, al fine di raggiungere un pubblico sempre più ampio con messaggi memorabili e di impatto”. Con il vodcast “MilleStorie – continua – vogliamo contribuire ad approfondire la conoscenza di una patologia che colpisce principalmente pazienti giovani, nel pieno delle loro progettualità: informando correttamente sui progressi scientifici e, soprattutto, sulle strategie per vivere una vita piena e soddisfacente anche con la Sm, vogliamo aiutare coloro che ne sono affetti a guardare con più ottimismo al futuro, facendo così una concreta differenza nelle loro vite”.La serie vodcast sarà disponibile sul canale YouTube di Merck Italia – con cadenza settimanale, a partire da oggi 28 ottobre e per novembre 2025 – e sarà accompagnata da una campagna social sulle pagine Instagram e LinkedIn dell’azienda. “Il progetto ‘Mille Storie’ racconta ciò che Aism promuove da sempre: la possibilità di andare oltre la sclerosi multipla, integrandola in un percorso di vita pieno e significativo – precisa Mario Alberto Battaglia, direttore generale Aism e presidente Fism – Questo è possibile quando si mette al centro la persona, riconoscendone il ruolo attivo nel percorso di cura e nella ricerca. La sua esperienza di malattia è una forma di conoscenza preziosa, che arricchisce la comunità scientifica e sociale. Mettere al centro la persona significa valorizzarne l’esperienza — non solo clinica ma profondamente umana — e promuovere una salute più partecipata, inclusiva e condivisa”. “Nel percorso di cura della sclerosi multipla, il dialogo tra medico e paziente è fondamentale sin dal momento della diagnosi – chiarisce Claudio Gasperini, direttore Uoc Neurologia e neurofisiopatologia Ao San Camillo Forlanini di Roma – Stabilire una relazione basata su ascolto, condivisione e fiducia consente di costruire un’alleanza terapeutica solida, che favorisce l’aderenza ai trattamenti e una gestione più consapevole della patologia. Come neurologi – conclude – abbiamo la responsabilità di favorire un approccio che integri non solo la gestione clinica, ma anche il supporto psicologico, sociale e informativo a 360 gradi, e incoraggi i pazienti a superare una visione della malattia come ostacolo ai loro progetti di vita”.

