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No, Halloween non è una festa satanista

Francesco Mazzarella

Dalle radici celtiche alla rielaborazione cristiana, fino alle tradizioni popolari moderne: la storia documentata di una ricorrenza che parla di memoria e non di occulto

HALLOWEEN: COSA CELEBRAVA DAVVERO IL MONDO ANTICO

Quando si discute di Halloween, spesso si fa confusione tra folklore, spiritualità popolare e immaginario moderno. Per comprendere che cosa rappresenti davvero questa ricorrenza bisogna tornare alle sue origini, molto più antiche del cristianesimo e lontanissime da qualsiasi riferimento demoniaco. Halloween nasce dal mondo celtico e dalla festa di Samhain, celebrata tra il 31 ottobre e il 1° novembre nell’Irlanda e nella Scozia preromana. Non era una liturgia di invocazione delle tenebre, ma una festa di passaggio: segnava la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno, il momento in cui si riconosceva che la luce diminuisce e inizia il tempo dell’interiorità. Le comunità contadine accendevano fuochi, ringraziavano per il raccolto e ricordavano i defunti. Non si onorava la morte, ma il legame con gli antenati.

Le fonti storiche che ricostruiscono Samhain sono numerose: tra le più autorevoli, The Stations of the Sun dello storico Ronald Hutton (Oxford University Press), The Druids di Peter Berresford Ellis, e gli antichi canti raccolti nel Carmina Gadelica. In nessuna di queste fonti compare alcun riferimento a un culto satanista: semplicemente perché il concetto stesso di “Satana” appartiene alla tradizione giudaico-cristiana, non a quella celtica. Parlare di satanismo in Samhain è dunque un anacronismo culturale.

L’INCONTRO CON IL CRISTIANESIMO: LA “VIGILIA DEI SANTI”

Quando il cristianesimo arrivò nelle Isole Britanniche tra il IV e l’VIII secolo, non cancellò questa festa: la incorporò. Le comunità cristiane compresero che la dimensione del ricordo dei defunti era compatibile con la memoria dei santi e dei “giusti” che avevano vissuto prima di noi. È in questo incontro che la notte di Samhain diventa All Hallows’ Eve, cioè “vigilia di tutti i santi”: da qui la parola Halloween.

Beda il Venerabile, nel suo De Temporum Ratione (VIII secolo), documenta che la Chiesa inglobò molte feste popolari preesistenti per trasformarle senza distruggerle, offrendo loro un nuovo contenuto spirituale. Anche le decisioni di papa Gregorio III (VIII sec.) e Gregorio IV (IX sec.) confermarono ufficialmente il 1° novembre come solennità di Tutti i Santi.

Quindi Halloween, nella sua trasformazione cristiana, è legata a Ognissanti, non al culto del male. Parlare di satanismo significa ignorare almeno dodici secoli di storia cristiana che ne ha protetto e riplasmato il significato.

DALL’IRLANDA AGLI STATI UNITI: NASCE IL FOLKLORE MODERNO

La forma “pop” che conosciamo oggi nasce nell’Ottocento, quando milioni di irlandesi emigrarono verso gli Stati Uniti dopo la grande carestia del 1845-49. Portarono con sé le tradizioni legate a Samhain-Halloween: le lanterne, l’uso di maschere, la memoria dei defunti. Ma in America le lanterne non vennero più ricavate dalle rape (com’era in Irlanda), bensì dalle zucche, più grandi e facili da intagliare.

Anche il famoso “dolcetto o scherzetto” ha radici religiose cristiane medievali: deriva dalla pratica delle soul cakes, piccoli dolci offerti ai poveri in cambio di una preghiera per le anime del Purgatorio. Smithsonian Magazine, la Library of Congress e lo studioso Jack Santino lo confermano documentando la continuità tra carità e memoria dei defunti.

PERCHÉ NON È UNA FESTA SATANISTA

L’accusa che Halloween sia “satanista” nasce solo nel XX secolo, non nell’antichità. A diffonderla furono alcuni movimenti fondamentalisti evangelici statunitensi tra gli anni ’70 e ’90, preoccupati dall’esplosione commerciale della festa e dal suo immaginario gotico. Ma nessuna fonte storica seria sostiene un legame tra Halloween e il satanismo.

Il satanismo contemporaneo, come movimento organizzato, nasce infatti solo nel 1966 con Anton LaVey e la “Chiesa di Satana” a San Francisco. Halloween esiste da oltre duemila anni prima.

È storicamente impossibile che Samhain o All Hallows’ Eve siano “satanici”, per un motivo semplice: non esisteva né la figura del diavolo nella cultura celtica, né un culto delle forze oscure riconducibile a un’entità demoniaca. È solo nel Novecento che alcuni gruppi religiosi, non cattolici e non storici, hanno reinterpretato Halloween come anticristiano. Non è un argomento teologico: è un fraintendimento culturale.

IL FRAINTENDIMENTO MODERNO

La confusione nasce perché la società dei consumi ha trasformato simboli legati alla memoria dei defunti in decorazioni macabre. Ma i simboli non sono il contenuto: un teschio non “invoca il male”. Rappresenta la mortalità, cioè la consapevolezza che la vita non è eterna, e che la morte va guardata in faccia senza paura. È lo stesso motivo per cui nel Medioevo si usava il “memento mori”: non per glorificare la morte, ma per ricordare che il tempo va vissuto con senso.

CHE COSA COMUNICA DAVVERO HALLOWEEN

Halloween, se letto con sincerità storica, è un rito collettivo che:

• educa alla memoria

• riconosce il legame con chi non c’è più

• ci aiuta a convivere con ciò che temiamo

• integra vita e morte in un’unica narrazione umana

Più che una “festa dell’oscurità”, è un ponte tra generazioni, un momento in cui il limite umano viene riconosciuto, non esaltato.

CONCLUSIONE: UNA FESTA CHE UNISCE, NON CHE DIVIDE

La domanda vera non è “Halloween è satanico?”, ma: perché una cultura che ha smarrito la memoria scambia il ricordo per paura?

Chi conosce la storia delle tradizioni sa che Halloween non celebra il male, ma custodisce una dimensione profondamente umana: dare tempo, forma e parola al mistero della morte, senza lasciarlo diventare un tabù.

Conoscere le radici di questa festa non significa abbracciarne tutte le declinazioni commerciali, ma restituirle ciò che le appartiene: la capacità di ricordarci che nessuno è veramente perduto se rimane nella nostra memoria.

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