Tra progetto e responsabilità pubblica, con costante attenzione a storia e paesaggio. Dallo Steri di Palermo a Gubbio, tra riconoscimenti IN/ARCH e A.N.C.S.A., il percorso di Nino Vicari, ingegnere e docente di Tecnologia dell’Architettura, protagonista del Novecento italiano
di Maria Sole Stancampiano
Palermo – C’è una generazione di tecnici e intellettuali che ha attraversato il Novecento come parte attiva della ricostruzione materiale e culturale del Paese. Nino Vicari, ingegnere e docente dell’Università di Palermo, che oggi raggiunge il traguardo dei cento anni, appartiene a quella stagione.
Nato a Sant’Agata di Militello (Messina) l’8 dicembre 1925, Vicari si laurea in Ingegneria civile a Palermo nel 1950, in un’Italia ancora segnata dalla guerra e impegnata a ridefinire infrastrutture, città e servizi pubblici. I primi anni professionali si svolgono all’interno del Ministero dei Lavori Pubblici, presso il Provveditorato alle opere pubbliche della Sicilia, un osservatorio diretto sui problemi del territorio e sul ruolo dell’intervento pubblico.
Parallelamente prende forma un lungo percorso accademico che si svilupperà interamente all’ Università di Palermo, dove Vicari insegna Tecnologia dell’Architettura per quasi quarant’anni, fino al 1998; in quegli anni è professore associato di Tecnologia dell’Architettura e figura di riferimento nella didattica e nella ricerca sull’integrazione tra progetto, costruzione e tecnologie costruttive.
Alla didattica si affianca un’intensa attività istituzionale. Prorettore per l’edilizia del Policlinico universitario, presidente degli organismi tecnici per l’edilizia dell’Ateneo, soprintendente dell’area dello Steri, sede storica del Rettorato. Un lavoro decisivo nel rapporto tra università, patrimonio edilizio e città.

Il nome di Vicari è legato a una vasta attività progettuale che ha toccato ambiti diversi, partendo dall’edilizia scolastica, ospedali, residenze pubbliche, pianificazione urbanistica, al recupero dell’edilizia storica. Dagli anni Cinquanta agli anni Novanta, i suoi interventi attraversano la Sicilia attraverso scuole e servizi sociali, quartieri di edilizia economica e popolare, ospedali di grande dimensione a Partinico, Termini Imerese, Messina.
Un capitolo centrale del suo percorso è rappresentato dal recupero del Palazzo Chiaramonte, lo Steri di Palermo, edificio simbolo della storia istituzionale della città. Costruito tra il 1307 e il 1320 come residenza della potente famiglia dei Chiaramonte, protagonisti della vita politica siciliana del Trecento, il palazzo fu espressione di un potere feudale che sfidò l’autorità regia. Dopo la caduta della famiglia e la confisca dei beni, lo Steri divenne sede del Tribunale dell’Inquisizione e, nei secoli successivi, attraversò profonde trasformazioni che ne stratificarono funzioni e significati.

Alla fine degli anni Settanta l’Università di Palermo ne avviò il recupero per destinarlo a sede del Rettorato. L’intervento, condotto da Vicari insieme a Roberto Calandra e con la consulenza di Carlo Scarpa, affrontò il tema complesso della stratificazione storica, restituendo leggibilità all’edificio e adattandolo a nuove funzioni senza cancellarne la storia. Un lavoro riconosciuto a livello nazionale, con il conferimento del Premio IN/ARCH, uno dei principali riconoscimenti italiani per l’architettura realizzata, e con il Premio A.N.C.S.A. del Comune di Gubbio, dedicato agli interventi di recupero e valorizzazione dei centri storici e del patrimonio urbano esistente, oggi considerato un riferimento nel dibattito sul restauro del patrimonio monumentale.
In continuità con questa riflessione sul progetto e la città, Nino Vicari ha portato avanti un’intensa produzione editoriale e analitica.


Tra i suoi testi si distingue il volume Pianificare progettare costruire restaurare nella Sicilia del secondo Novecento (1957‑2005), in cui ripercorre la lunga stagione dell’intervento pubblico e urbano nella regione, documentando oltre mezzo secolo di piani, progetti e realizzazioni che hanno trasformato infrastrutture, spazi pubblici e tessuti urbani.


Inoltre, sempre legato allo Steri e alla memoria del restauro, Vicari è autore di una guida documentaria al progetto di restauro dello stesso complesso monumentale a Palermo, realizzata in collaborazione con i protagonisti e con materiale in parte inedito per edizionicaracol.it
Accanto all’attività professionale e accademica, Vicari ha mantenuto un impegno sociale costante: dalla presidenza dell’associazione Salvare Palermo al coordinamento del Forum delle associazioni culturali, fino a un’intensa produzione di articoli, saggi e interventi pubblici sulla città e sul paesaggio, con un’attenzione costante alla tutela e alla qualità urbana.
I cento anni adesso non rappresentano soltanto una occasione celebrativa, ma offrono una prospettiva storica, quella di un professionista che ha contribuito a costruire scuole, ospedali, città e, insieme, un’idea di responsabilità pubblica del progetto. Un percorso che attraversa la Sicilia del secondo Novecento e che prosegue ancora oggi. @Riproduzione riservata

