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Appuntamento col Giubileo della stampa cattolica del Lazio

Francesca Maccaglia

Nel corso dell’incontro  il Presidente Nazionale Ucsi Vincenzo Varagona ha  presentato il modello giornalistico delle 5M come evoluzione della regola delle 5W per un ritorno al giornalismo che abbia al centro la persona.

Al termine dell’incontro, i giornalisti hanno avuto l’opportunità di varcare la Porta Santa della Basilica di San Giovanni in Laterano.

 

Di Francesca Maccaglia

 ROMA – Si è svolta venerdì 6 giugno, presso il Pontificio Seminario Romano Maggiore, l’Assemblea Ucsi Lazio. L’incontro, presentato dal Presidente di Ucsi Lazio, Maurizio Di Schino, è stato moderato dalla Vice Presidente Ucsi Lazio, Giulia Pigliucci. Presenti in sala Alberto Colaiacomo, segretario Ucsi Lazio e Responsabile Area studi e comunicazione della Caritas di Roma, e altre figure del giornalismo e dell’informazione.

Ha aperto i lavori la giornalista vaticanista Vania De Luca, inviata del TG3, ex Presidente Ucsi Nazionale, in passato anche Presidente Ucsi Lazio, con il suo intervento “Le beatitudini del giornalista e del comunicatore”. Si tratta di un breve testo elaborato con i giovani della Scuola di formazione Giancarlo Zizola dell’Ucsi ad Assisi, che richiama le nove beatitudini evangeliche.

Le beatitudini sono il cuore del messaggio di Gesù. La lettura delle Beatitudini, come le presenta Matteo nel suo Vangelo, (Mt 5, 1-12) invitano a pensare alla felicità “alla maniera di Gesù”, una felicità che rende beati, che invita al cammino, che rivela una promessa.

“Il termine beatitudine – ha dichiarato De Luca – è un po’ singolare; in senso evangelico descrive le caratteristiche dello star bene, e quindi dell’essere felici, perché coloro che vivono questo messaggio in chiave evangelica, sono i beati, i felici, quindi un modello per vivere secondo gli insegnamenti di Gesù, in qualche modo l’identità del cristiano che porta di per sé sulle spalle una croce che è simbolo di una resurrezione. De Luca poi ha commentato il piccolo testo nato in casa Ucsi.

Alcune beatitudini, in particolare, contengono un’indicazione importante, che oltrepassa i giornalisti in senso proprio e raggiunge tutti quanti postano qualcosa in rete, fosse anche solo un commento, mettendo ciascuno davanti alle proprie responsabilità.

*Beato il giornalista che non cerca il successo o l’interesse personale e che al centro del racconto non mette mai se stesso.

Beato il giornalista che non si nasconde all’ombra del potere, ma è voce di chi non ha voce, occhi per chi non vede, orecchie per chi non è ascoltato da nessuno

Beato il giornalista che non alimenta paure e chiusure ma che nutre fiducia e speranza

Beato il giornalista che non si accontenta di notizie scritte a tavolino

Beato il giornalista che ascolta la coscienza e che non tarpa le ali alla libertà

Beato il giornalista che denuncia tante cose che non vanno, per rendere la vita migliore

Beato il giornalista che cerca sempre la verità e mai il compromesso anche quando c’è un prezzo da pagare

Beato il giornalista che ama la pace e la giustizia e che diventa sale, lievito e luce di comunità

Beato il giornalista che riesce a raccontare buone notizie che generano amicizia sociale

Beato il giornalista che è un artigiano della parola ma conosce il valore del silenzio.

Ha preso quindi la parola il Presidente Nazionale dell’Ucsi, Vincenzo Varagona, il quale ha annunciato il Congresso Nazionale previsto per il prossimo mese di gennaio a Torino, che segnerà la fine del quadriennio e l’inizio di un nuovo cammino per l’associazione. Egli ha presentato l’iniziativa delle 5M – More umanità, tempo, fonti, diritti, linguaggi – come evoluzione del tradizionale modello giornalistico delle 5W, per un ritorno al giornalismo che abbia al centro la persona.

“Stiamo recuperando quella campagna delle antenne che nacque cinque anni fa e poi evaporò con il Covid – ha detto. C’è un cambiamento nell’essere e nel vivere la professione. Abbiamo bisogno di capire se questo cammino può essere proseguito nel futuro e ho individuato così cinque colleghi che da fine giugno per i prossimi sei mesi interpelleranno i presidenti regionali e i consigli direttivi con l’assemblea degli iscritti sul ruolo dell’Ucsi nel prossimo futuro. Il Congresso sarà inoltre chiamato anche ad adeguare lo Statuto. Ho chiesto anche di sentire i soggetti esterni all’Ucsi”.

Lucandrea Massaro, giornalista Co Editor di Aleteia Italia e Giacomo Mele, Tech giornalista, hanno quindi approfondito il tema “Oltre le 5W. Le 5M per un giornalismo responsabile e al servizio della democrazia”, evidenziando la necessità di superare logiche di performance e mercato.

Occorre infatti promuovere un giornalismo che torni al contatto diretto con le persone e i territori, capace di usare linguaggi inclusivi, non polarizzati, e di valorizzare la pluralità dei punti di vista.

Infine, hanno preso la parola Rossella Avella, Tesoriera di UCSI Lazio, che ha illustrato il bilancio dell’associazione e Wanda Cherubini, Presidente UCSI Viterbo, che ha riferito sulle attività svolte dall’Ucsi di Viterbo dal 2021 ad oggi ricordando i corsi, quello del 12 aprile 2023, organizzato in collaborazione con l’ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Viterbo, dal titolo “La notizia al servizio della verità, il corso sul tema “Intelligenza artificiale e sapienza del cuore per una comunicazione pienamente umana” del 23 febbraio 2024 e l’ultimo, dello scorso 15 maggio, “Giornalisti operatori/testimoni di speranza tra nuove tecnologie e il diritto dovere di informare; l’Ucsi di Viterbo partecipa inoltre da tre anni alla Giornata della stampa indetta dal Vescovo Orazio Francesco Piazza in occasione della festa di San Francesco di Sales e quella al Giubileo del Mondo della Comunicazione dello scorso mese di gennaio.

Al termine dell’incontro, don Stefano Cascio, parroco nella periferia romana di Torre Spaccata della Chiesa di san Bonaventura da Bagnoregio, vicedirettore dell’Ufficio comunicazioni sociali della Diocesi di Roma e consulente ecclesiastico Ucsi Lazio, ha accompagnato i giornalisti all’attraversamento della Porta Santa della Basilica di San Giovanni in Laterano, Cattedrale della Diocesi di Roma, la più antica basilica papale della città, centro spirituale e simbolo dell’autorità papale.

I giornalisti cattolici, anche guardando all’esempio del loro patrono, San Francesco di Sales, abbiano sempre maggiore cura del proprio lavoro, andando in profondità, non si stanchino mai di essere cercatori di verità, scegliendo la prossimità come criterio per comprendere, per capire, per agire, diventando un punto di riferimento, contribuendo in tal modo all’evangelizzazione attraverso l’informazione.

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