Gli editori indipendenti europei alzano la voce contro Google!Un reclamo antitrust è stato presentato alla Commissione Ue per contestare le AI Overviews, che secondo gli editori danneggiano l’informazione originale riducendo il traffico ai siti. In gioco il futuro del giornalismo online e della concorrenza digitale.
Una coalizione di editori indipendentieuropei ha depositato il 30 giugno presso la Commissione europea un formale reclamo antitrust contro Google, contestando la sua funzione AI Overviews nei risultati di ricerca.
Le accuse e la richiesta di protezione
Secondo l’Independent Publishers Alliance, tale strumento genera sintesi automatiche tratte dai contenuti dei siti web, presentandole in cima ai risultati e facendo diminuire drasticamente il traffico verso le fonti originali. Gli editori sostengono di non poter rinunciare a comparire nelle AI Overviews senza scomparire completamente da Google Search, subendo così un danno economico persistente.
Per gli editori indipendenti, la richiesta di un intervento immediato da parte delle autorità è necessaria al fine di evitare conseguenze per il settore giornalistico e per l’ecosistema dell’informazione. Tra i firmatari del reclamo figurano anche organizzazioni come Foxglove Legal e Movement for an Open Web. L’obiettivo è chiaro: un intervento normativo per affrontare quella che secondo loro rappresenta una minaccia urgente alla concorrenza e all’accesso alle notizie. La stessa denuncia è stata depositata anche presso la Competition and Markets Authority nel Regno Unito.
Anche negli Stati Uniti, un’azienda attiva nel settore dell’educazione tecnologica ha avviato un’azione legale simile, sostenendo che la funzione AI Overviews stia erodendo la domanda di contenuti originali, con un impatto diretto su traffico e abbonamenti. Secondo la denuncia, questo meccanismo comprometterebbe la capacità dei produttori di contenuti di competere in modo equo.
I dati e la risposta di Google
I timori degli editori trovano conferma in recenti dati di SimilarWeb, secondo cui il fenomeno dei cosiddetti “zero‑click searches” è cresciuto fino al 69 % delle query a maggio 2025, quando invece nel maggio 2024 si attestava intorno al 56 %. Contestualmente, 37 dei primi 50 siti di news statunitensi hanno registrato un calo significativo del traffico. La denuncia degli editori parla di “grave sfruttamento” e di un danno concreto a livello di visibilità e ricavi.
Dalla sua parte, Google respinge le accuse, affermando che numerose affermazioni sul traffico dalla ricerca si basano spesso su dati altamente incompleti e distorti. Secondo l’azienda le nuove funzionalità di AI Overviews favoriscono l’informazione e generano miliardi di click verso i siti web ogni giorno. Inoltre, secondo Google, fluttuazione del traffico dipenderebbe da molteplici fattori, quali stagionalità, modifiche algoritmiche e richiesta dei lettori.
Al momento la Commissione Ue non ha rilasciato commenti ufficiali sul reclamo, ma l’eventuale adozione di misure cautelari potrebbe imporre limiti temporanei all’uso delle AI Overviews nell’Ue. L’azione riveste perciò un ruolo cruciale nel definire il bilanciamento tra innovazione tecnologica e tutela della produzione indipendente di contenuti.
Articolo di B.F.L.