Home Redazione Malattie rare, Tironi (Lombardia): “Nel Bresciano progetto straordinario per malati Sla” ‘Il nucleo residenziale di Carpenedolo un’offerta in grado di rispondere in modo concreto alle esigenze dei pazienti e loro famiglie’

Malattie rare, Tironi (Lombardia): “Nel Bresciano progetto straordinario per malati Sla” ‘Il nucleo residenziale di Carpenedolo un’offerta in grado di rispondere in modo concreto alle esigenze dei pazienti e loro famiglie’

Agenzia Adnkronos

Roma, 19 set. (Adnkronos Salute) – “Il nucleo residenziale di Carpenedolo (Brescia) per persone con Sla è un progetto straordinario che ci aiuta a portare avanti la missione dal punto di vista sanitario e sociosanitario di non lasciare indietro nessuno. È una nuova offerta a sostegno non solo della persona con Sla, ma a tutta la sua famiglia”. Lo ha detto Simona Tironi, assessore all’Istruzione, formazione e lavoro di Regione Lombardia, intervenuta a Carpenedolo dove ha aperto le porte il primo nucleo residenziale in Italia dedicato alle persone con Sla, voluto da Regione Lombardia e Ats Brescia, e nato dall’esperienza dei Centri Clinici Nemo e dal sostegno di Aisla, Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica. “Abbiamo creduto e investito in questo progetto – prosegue Tironi – si tratta di un’unità di offerta in grado di rispondere in modo concreto alle esigenze che malattie complesse come la Sla comportano. È un grandissimo risultato, un modello unico a livello nazionale che abbiamo in Lombardia, un primo step che vogliamo replicare sul nostro territorio”.La struttura di Carpenedolo è stata progettata dalla Fondazione Santa Maria del Castello per coniugare assistenza clinica e dimensione domestica, garantendo continuità tra ospedale e casa. “All’interno di questo nucleo abbiamo della tecnologia avanzata, la domotica, la formazione dei nostri professionisti in équipe multidisciplinare che ci permette di fare rete e accompagnare i nostri pazienti. Anche la capacità di formare è innovazione, offrire competenze alle famiglie in modo da saper affrontare le difficoltà quotidiane di questa malattia una volta che il paziente torna a casa” conclude.

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