Home Eventi Evento brillante ed insigniti di rango a Gorizia al Premio Città del Galateo 2025

Evento brillante ed insigniti di rango a Gorizia al Premio Città del Galateo 2025

Goffredo Palmerini

Successo per la XII edizione del Premio nella Capitale europea della Cultura 2025

GORIZIA – Un vero successo il XII Premio internazionale d’Eccellenza “Città del Galateo”, dedicato al grande umanista salentino Antonio de Ferrariis, tenutosi il 19 settembre a Gorizia -Capitale Europea della Cultura 2025, città simbolo di incontro e dialogo interculturale. Il titolo di Capitale europea sarebbe spettato alla città di Nova Gorica, ma le autorità della città slovena hanno scelto di condividerlo con Gorizia e farlo diventare transfrontaliero. Hanno così risarcito definitivamente un passato doloroso, connotato dalla cortina di ferro realizzata nel 1947 con la cessione alla Jugoslavia, in seguito al trattato di Parigi, di parte della Venezia Giulia, e che divise la città tra due mondi contrapposti, l’Occidente da un lato e il blocco dei Paesi a regime comunista dall’altro. Una situazione cessata nel 2004 con l’ingresso della Slovenia nell’Unione Europea, in virtù del quale, con il trattato di Schengen, nel 2007 le città di Gorizia e Nova Gorica poterono finalmente abbattere la barriera divisoria che le separava da 60 anni. Per la loro posizione le due città sull’Isonzo sono ora un esempio di dialogo e punto di congiunzione tra culture romanze, slave e germaniche.

La XII edizione del Premio ha scelto non casualmente Gorizia come palcoscenico ideale per ospitare la manifestazione, in un territorio ricco di storia e di apertura culturale, proprio nello spirito del Galateo, l’umanista salentino Antonio De Ferrariis (Galatone, 1444 – Lecce, 1517), uomo dall’ingegno multiforme e dalla grande apertura al dialogo tra culture diverse. Il Premio che gli è intitolato è negli anni diventato sempre più prestigioso, caratterizzandosi come una vetrina internazionale nel solco della cultura e del dialogo, della pace e del merito. In linea con il contesto goriziano e con l’identità europea, l’edizione 2025 ha assunto un forte valore simbolico: promuovere l’eccellenza culturale come strumento di riconciliazione, di unità e dialogo tra i popoli. Lo hanno sottolineato nei loro saluti i Sindaci di Gorizia, Rodolfo Ziberna, e di Nova Gorica, Samo Turel, emblematicamente l’uno accanto all’altro sul palcoscenico dell’Auditorium della Cultura Friulana, pronunciando due intensi discorsi, cui sono seguiti gli interventi delle Autorità presenti, poi di Regina Resta, Presidente dell’associazione Verbumlandiart organizzatrice del Premio, quindi della Madrina dell’evento, Marisa Manzini, Sostituto Procuratore generale di Catanzaro, dal che la manifestazione, aperta dagli inni nazionali italiano, sloveno ed europeo, eseguiti dal Coro dell’Accademia lirica Santa Croce di Trieste, diretto dal M°Alessandro Svab, ha davvero preso il via.

Aprendo la cerimonia di premiazione la Presidente del Comitato d’onore, Maria Pia Turiello, ha illustrato la natura del Premio, sottolineando tra l’altro: “[…] Questo Premio nasce per custodire e trasmettere i valori universali del Galateo, l’opera immortale di Antonio De Ferrariis, umanista salentino che ha saputo tradurre nel linguaggio del suo tempo l’essenza della convivenza civile, del rispetto reciproco, della cultura come ponte tra le differenze. Il Galateo non è soltanto un trattato di buone maniere, ma un manifesto di civiltà, di armonia sociale e di bellezza etica, oggi più che mai attuali in un mondo che cerca nuovi equilibri. Celebrarlo a Gorizia significa esaltare la vocazione di una città di confine, crocevia di popoli, culture e lingue, capace di trasformare la sua storia in esempio di dialogo e di unità europea. È qui che il Premio trova un terreno fertile per ricordare come l’incontro tra identità diverse non sia minaccia, ma risorsa preziosa. Il riconoscimento che oggi conferiamo non è solo un tributo alla memoria del Galateo, ma un impegno collettivo a coltivare gentilezza, sapere, bellezza e responsabilità come strumenti di crescita personale e sociale. Valori che ci guidano nel consegnare questo Premio a personalità che, con il loro impegno e il loro esempio, incarnano e diffondono gli stessi principi che animarono Antonio De Ferrariis. Con gratitudine e fiducia, auguro a tutti che questa celebrazione possa essere occasione di riflessione e di rinnovata consapevolezza: il Galateo non appartiene al passato, ma al futuro delle nostre comunità.”

Mirella Cristina, già parlamentare nella XVIII legislatura, conduce con grazia ed efficienza la cerimonia di premiazione, iniziando la chiamata degli insigniti per la consegna dei Premi d’Eccellenza alla Carriera, un riconoscimento a personalità che, con il loro percorso, hanno lasciato un segno profondo nella società e nella cultura. I Premi, realizzati singolarmente dall’artista Tommaso Filieri di Galatone, sono opere uniche, segni d’arte che diventano memoria viva. Di seguito gli insigniti con le rispettive motivazioni, per sintesi, del riconoscimento conferito, alla cui consegna si alternano i membri del Comitato d’onore Regina Resta, Goffredo Palmerini, Graziano Perria, Hafez Haidar, Eugenio Bisceglia, Maria Pia Turiello, Francesco Lenoci, Roberto Sciarrone, Francesco Nigri, Hebe Munoz, Enrico Casartelli e Mirjana Dobrilla.

ESTER FEDULLO – Prefetto di Gorizia
“Per una carriera segnata da responsabilità alte e delicate, vissute sempre con spirito di dialogo e attenzione alla coesione sociale.”
LUIGI DI RUSCIO – Questore di Gorizia
“Per l’alto senso dello Stato, le indagini di rilievo e l’umanità nel servizio alla collettività.”
MARISA MANZINI – Sostituto Procuratore Generale Catanzaro
“Per la competenza giuridica e il coraggio civile nella lotta contro la criminalità organizzata.”
RODOLFO ZIBERNA – Sindaco di Gorizia
“Per l’impegno a favore della città e per averla guidata fino al titolo di Capitale Europea della Cultura.”
SAMO TUREL – Sindaco di Nova Gorica
“Per la visione europea che ha reso Nova Gorica protagonista della Capitale della Cultura 2025.”
ALESSANDRO SVAB – Musica
“Per l’eccellenza artistica e l’impegno nella diffusione del belcanto come veicolo di pace e inclusione.”
LIBRERIA EDITRICE GORIZIANA – Editoria
“Per l’opera editoriale e culturale che ha dato vita al Festival internazionale èStoria, punto di riferimento europeo.”

AMBASCIATORE GAETANO CORTESE – Diplomazia
Per la carriera diplomatica di altissimo livello e per l’opera di valorizzazione del patrimonio artistico delle sedi diplomatiche italiane nel mondo quale autore di preziosi volumi.”
GIANVITTORIO GALEOTA – Avvocatura
“Per la dedizione alla difesa dei diritti e lo spirito di servizio verso la collettività.”
SALVATORE LA MOGLIE – Saggistica
“Per opere di analisi rigorosa e divulgazione di qualità.”
GIUSEPPE VULTAGGIO – Arte e Poesia
“Per l’armonia tra parola e immagine, in un dialogo creativo che arricchisce la cultura contemporanea.”
ROBERTO CARCANGIU – Alta Cucina Italiana
“Per aver trasformato l’arte culinaria in cultura condivisa, coniugando gusto, salute e sostenibilità.”
ENRICO BERTOLINO – Teatro
“Per una carriera che ha unito ironia intelligente e impegno sociale, facendo della comicità un veicolo di solidarietà.”

L’On. Mirella Cristina passa quindi ai Premi distintivi d’Eccellenza, conferiti a Personalità italiane e straniere che hanno saputo distinguersi nei campi della cultura, della ricerca, dell’arte e dell’impegno civile, chiamando sul palco gli insigniti delle varie sezioni del Premio, mentre Maria Pia Turiello ne illustra le relative motivazioni.

PACE E DIRITTI UMANI
FILIPPO GIORGI – Accademico dei Lincei, docente e scienziato, insignito con ICTP del Premio Nobel per la Pace 2007, per il rilevante contributo scientifico e di ricerca nella climatologia e per l’impegno globale nella tutela dell’ambiente.
RENATO ONGANIA – Per la testimonianza attiva di valori di pace, attraverso l’esplorazione, la scrittura e la promozione culturale internazionale.

LETTERATURA ITALIANA – SAGGISTICA E POESIA
DAVIDE FOSCHI – Per aver saputo incarnare, con straordinaria coerenza e sensibilità, la figura dell’artista totale: pittore, poeta, intellettuale e visionario. Per la profondità della sua ricerca, la forza visionaria del suo linguaggio, il contributo alla rinascita di valori universali e il costante dialogo tra arte, uomo e trascendenza. Fondatore e promotore di progetti culturali, autore del Manifesto del Metateismoe delManifesto per un Nuovo Rinascimento.

LETTERATURA STRANIERA – POESIA
ALFREDO PÉREZ ALENCART (Perù) – Per la vasta e significativa produzione poetica e l’intensa e qualificata attività internazionale in sostegno del valore della Parola attraverso la poesia nonché per il suo impegno instancabile di promozione della letteratura iberoamericana nel mondo, organizzando e coordinando con autorevolezza prestigiosi reading internazionali, tra cui il Festival Internazionale dei Poeti Iberoamericani di Salamanca, creando così veri e propri ponti tra popoli e lingue attraverso la Poesia.
ARSLAN BAYIR (Turchia) – Per una produzione letteraria che coniuga lirismo e riflessione sociale, testimoniando con la poesia un impegno culturale aperto al dialogo internazionale.

ISTRUZIONE
GEORG MEYR – Per la dedizione alla formazione universitaria e alla ricerca in Scienze Politiche e Sociali, guidando generazioni di studenti con rigore accademico e apertura internazionale.

RICERCA E SICUREZZA NUCLEARE
MARINO MAZZINI – Per l’ideazione e la guida del progetto RAM-Glioma, nato in memoria del piccolo Antonio Maria Romanello, scomparso a soli 9 anni per un tumore cerebrale. Il progetto, fondato sulla BNCT – una terapia innovativa che mira a distruggere selettivamente le cellule tumorali attraverso l’uso di boro e neutroni. Senza fondi pubblici, ma con la forza della visione e della solidarietà, il Prof. Marino Mazzini ha unito ingegneri, medici e scienziati in una rete volontaria di eccellenze. In lui si premia il valore della scienza che si fa gesto d’amore, e l’impegno corale di chi, nel nome di un bambino e dell’umanità intera, ha scelto di non arrendersi.

BNCT, una speranza mirata contro i tumori cerebrali
Scrivo queste importanti notizie ricavandole dalla conversazione che ho avuto con l’ing. Vincenzo Romanello, papà del bambino Antonio Maria, scomparso il 7 aprile 2021. I tumori cerebrali aggressivi, come il glioblastoma, restano tra le patologie più difficili da trattare: le cellule malate si insinuano nel tessuto sano rendendo la chirurgia spesso incompleta, mentre la barriera emato-encefalica (che separa cervello e sangue) limita l’efficacia di molti farmaci. Non sorprende, quindi, che i progressi terapeutici siano stati storicamente lenti. La Terapia per Cattura Neutronica del Boro (BNCT, Boron Neutron Capture Therapy) offre un cambio di paradigma: un composto con boro si accumula preferenzialmente nelle cellule tumorali; un fascio di neutroni innesca poi una reazione sul boro-10 presente nella cellula, liberando a brevissimo raggio particelle (tipicamente particelle alfa) ad alta energia che distruggono la cellula malata, risparmiando il più possibile il tessuto cerebrale circostante. È un approccio “a livello di singola cellula” che mira a superare i limiti delle terapie convenzionali.

L’idea risale al 1936, quando Gordon Locher ipotizzò di sfruttare l’elevata affinità del boro per i neutroni a scopo terapeutico. I primi studi clinici tra anni ’50 e ’60, soprattutto negli USA, ebbero esito modesto: i composti di boro disponibili (es. borace) erano poco selettivi e i fasci di neutroni termici penetravano poco nei tessuti, con effetti collaterali significativi. La ricerca proseguì soprattutto in Giappone, dove furono sviluppati farmaci al boro più selettivi (come la borofenilalanina, BPA) e fasci neutronici epitermici più adeguati, grazie al progresso della tecnologia nucleare. L’efficacia della BNCT dipende dal rapporto di concentrazione del boro-10 tra tumore e tessuto sano: valori attorno a 1:3 sono utili ma non sempre risolutivi. Circa vent’anni fa, studi preclinici italiani mostrarono che una pre-infusione di dopamina nei ratti poteva spingere questo rapporto fino a 1:10 e oltre, ampliando la finestra terapeutica. Nonostante il potenziale, il filone fu interrotto per mancanza di finanziamenti.

Tra i protagonisti di quella stagione figura il prof. Marino Mazzini (Università di Pisa), che anni dopo raccontò all’ing. Vincenzo Romanello – all’epoca direttore scientifico del centro di ricerca nucleare di Řež (Repubblica Ceca) – storia e prospettive rimaste incompiute. Nonostante la disponibilità di una sorgente neutronica adeguata, i tentativi di riavviare il progetto non andarono in porto. La svolta arrivò nel modo più doloroso: la scomparsa del bambino Antonio Maria Romanello, morto a 9 anni per un tumore cerebrale in soli nove mesi dalla diagnosi. In sua memoria, l’ing. Romanello contattò nuovamente il prof. Mazzini per riprendere la sperimentazione su modelli animali.

Da quell’incontro è nato RAM-Glioma – un progetto spontaneo e non finanziato, il cui nome unisce l’immagine dell’ “ariete” (ram in inglese) alle iniziali di Antonio – che riunisce fisici, ingegneri, medici e docenti universitari con l’obiettivo di riaprire la strada alla sperimentazione clinica. Nel solco della valorizzazione dell’impegno etico e culturale, promossa dal Premio Città del Galateo a Gorizia, RAM-Glioma testimonia come il dolore possa farsi ricerca concreta. La BNCT non è una promessa facile: è una linea di avanzamento che merita di essere riaccesa, con rigore e responsabilità, per offrire nuove possibilità a pazienti che oggi ne hanno poche.

IMPRENDITORIA ITALIANA
VENICA & VENICA (Ornella Venica) – Alla famiglia Venica & Venica per l’impegno autentico e costante nella tutela dell’ambiente, della biodiversità e della comunità, incarnando con passione e dedizione il valore etico della sostenibilità. La loro filosofia produttiva, radicata nella tradizione e al contempo proiettata all’innovazione, unisce rigore scientifico e sensibilità umana, trasformando il lavoro in vigna in un percorso di rispetto, ascolto e custodia del territorio.

IMPRENDITORIA STRANIERA
VLADIMIR HRISTOVSKI (Macedonia) – Per la promozione editoriale e culturale, sostenendo la diffusione di opere e autori a livello internazionale.
HASSANE YARTI & HOUSSEINE YARTI (Marocco) – Per il lavoro di editori, promotori e traduttori che costruiscono ponti linguistici e culturali tra Africa, Europa e mondo arabo.

GIORNALISMO STRANIERO
ARTUR NURA (Albania) – Per l’attività giornalistica indipendente e di respiro internazionale, capace di raccontare realtà e culture diverse con obiettività e apertura.
MUJË BUÇPAPAJ (Albania) – Per l’instancabile impegno giornalistico ed editoriale a difesa della libertà di parola e della stampa libera in Albania, e per la creazione del giornale Nacional, divenuto piattaforma culturale di rilievo internazionale. Con il suo lavoro di mediatore, traduttore e promotore della letteratura, ha costruito ponti duraturi tra l’Albania, l’Italia, l’Europa e gli Stati Uniti, affermandosi come voce indipendente e coerente nel dialogo culturale internazionale.

ARTE ITALIANA
SAUL COSTA – Per un linguaggio pittorico originale, capace di interpretare il presente con segni e colori che uniscono sensibilità e ricerca formale.

ARTE STRANIERA
LIHI TURJEMAN (Israele) – Per opere pittoriche che esplorano identità, memoria e appartenenza, creando un dialogo artistico tra culture e orizzonti diversi.

REGIA ITALIANA
GIUSEPPE BISCEGLIA – Per l’attività di regista, autore e docente, trasmettendo alle nuove generazioni passione per il linguaggio cinematografico e la narrazione visiva.

REGIA STRANIERA
IGOR TRAJKOVSKI FOJA (Macedonia) – Per un’opera creativa poliedrica, che unisce fotografia, musica, grafica e regia in un percorso artistico internazionale.
DIBRAN FYLLI (Kosovo) – Per il ruolo di promotore culturale e interprete artistico, capace di fondere teatro, poesia e cinema in una visione aperta e universale.

TUTELA DELL’INFANZIA
FRANCESCO MARIA GRAZIANO – Per l’impegno instancabile nella difesa dei diritti dei minori, unendo competenza giuridica e sensibilità umana.

IMPEGNO CULTURALE, SOCIALE, SCUOLA, SALUTE
ANTONIO BELMONTE –Per l’impegno instancabile e la costante dedizione nella difesa della dignità umana e nella tutela dei più fragili. La sua testimonianza di civiltà e solidarietà, unita alla capacità di unire istituzioni, associazioni e volontariato, rappresenta un esempio concreto di come la comunità possa farsi presidio di speranza e giustizia sociale.
MATTIA VERONESE – Per la guida amministrativa orientata alla crescita sociale e culturale della comunità di Noventa Vicentina.
LORIS BRIZIO – Per l’attività a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, promuovendo formazione e prevenzione.
MARIA PAOLA DE ANGELIS – Per la leadership scolastica volta a promuovere qualità educativa e inclusione.
GABRIELE GAROFALO – Per i risultati eccellenti nello studio e l’impegno riconosciuto con l’onorificenza di Alfiere del Lavoro 2024.

Il Premio internazionale d’Eccellenza “Città del Galateo – Antonio de Ferrariis” ha così celebrato la sua XII edizione con una cerimonia di premiazione che ha riservato momenti di forte emozione attraverso gli interventi delle Personalità premiate, che non hanno mancato di attualizzare le loro riflessioni al tragico tempo che l’umanità sta vivendo, attraverso forti richiami al dialogo, alla pace, all’esigenza di un umanesimo nuovo. Personalità, tutti gli insigniti, che nella loro vita e nei campi del loro impegno hanno dato testimonianze davvero esemplari di eccellenza nelle diverse discipline dell’ingegno umano. Nel corso dell’evento l’esecuzione di alcuni intermezzi musicali: il basso Alessandro Svab, ha cantato l’aria da camera “Kam” testo del sommo poeta France Prešeren musica di F. Gerbič; al secondo brano “O mio babbino caro…” dal Gianni Schicchi di G. Puccini è stato splendidamente eseguito dal soprano sloveno Karin Luin, poi seguito dal duettino dal Don Giovanni di Mozart, “Là ci daremo la mano… “, con accompagnamento del pianista M° Fabio Zanin. A chiusura dell’evento, dalla Vedova allegra di Lehar, “Donne, donne eterni Dei…” con il M° Alessandro Svab, il pianista M° Fabio Zanin, il Coro dell’Accademia lirica Santa Croce e con il Coro Go&Sing, diretto dal M° Michela De Castro. Un finale davvero entusiasmante, che ha trascinato la partecipazione del pubblico.

Infine qualche cenno su alcune bellezze di Gorizia che il poco tempo disponibile ci ha comunque consentito di visitare ed apprezzare. La mattinata del 19 settembre è stata riservata alla visita della città. Si comincia dal suo cuore, Piazza della Vittoria, sulla quale affaccia la seicentesca chiesa di Sant’Ignazio, con il suo interno barocco ma senza ornamenti eccessivi, ed altri palazzi che le fanno da quinta con le loro architetture, insieme alla garrula fontana del Nettuno nella parte stretta del trapezio che la piazza disegna. In piazza della Vittoria il casuale incontro con tre concittadini aquilani, Elio Masciovecchio, Pierluigi De Amicis con la moglie Alessandra Montesanti. Masciovecchio, membro del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, mi informa che con un gruppo di colleghi è in visita a Gorizia e ai ponti sul fiume Isonzo, sia in territorio italiano che sloveno. Sempre nella mattinata avevo incontrato Fabio Fatigati, figlio del Gen. Roberto Fatigati, scomparso nel 2020, aquilano e amico carissimo che fu fondatore dell’Associazione Abruzzesi in Friuli Venezia Giulia, insignito dal Consiglio Regionale dell’onorificenza di Ambasciatore d’Abruzzo nel mondo. Tornando alla visita della città, molto bello ed interessante il Castello, situato sopra un colle. Di bella fattura e completamente in pietra, entro la cinta poligonale delle sue mura e con torri rotonde angolari, il Castello comprende varie costruzioni di epoche diverse. La più antica, con belle bifore, risale al XII secolo, cui si sono aggiunti man mano altri corpi ed ampliamenti fino al Settecento. Nel 1500, alla morte dell’ultimo Conte di Gorizia, il feudo e il Castello passarono di proprietà all’imperatore Massimiliano I d’Asburgo, che ne rafforzò del maniero le difese. Non sufficienti, tuttavia, a resistere alla Repubblica di Venezia, che rivendicando la successione della contea di Gorizia, lo conquistò. Sotto la Serenissima il Castello ebbe un’ulteriore opera di fortificazione per renderlo più adatto alla guerra rinascimentale, che comprendeva l’utilizzo delle armi da fuoco, ma Venezia riuscì ad occupare il territorio per soli tredici mesi, fino al giugno del 1509.

Restaurato negli anni ’30 del Novecento dai danni causati dai bombardamenti della prima Guerra mondiale, il Castello attualmente presenta il suo interno arredato con mobili e quadri del Cinquecento e Seicento, con suppellettili e vasellame che richiamano le varie epoche, con armi e strumenti musicali, tutto disposto su tre ordini di piano. Dal pianterreno, dove ai locali di servizio che danno sull’atrio si aggiungono gli ambienti del corpo di guardia e delle prigioni, al primo piano, quello nobile, con diversi ambienti e un grande salone che si sviluppa in ampiezza ed in altezza fino al tetto. Al secondo piano un vasto ambiente sottotetto munito di finestrature per tutto il suo perimetro consente di ammirare dall’alto l’intera città e i dintorni. Lasciando il Castello e scendendo dalla sommità del colle verso la città, s’incontra la graziosa Cappella di Santo Spirito, edificata nel 1398, mentre nel Borgo Castello, nelle cinquecentesche dimore Dornberg e Tasso ai piani inferiori è sistemato il Museo della Grande Guerra. Di grande interesse anche il Palazzo Attems-Petzenstein, costruito nella metà del Settecento, situato vicino alla piazza della Vittoria, con la facciata sormontata da sette statue opera dello scultore Giovanni Battista Mazzoleni. L’interno è esaltato dalla tela del 1745 posta sul soffitto del grande salone, raffigurante “Gli Dei dell’Olimpo”, attribuita ad Antonio Paroli e dalle collezioni della Pinacoteca, con opere di artisti goriziani dal Settecento all’attualità. Gorizia ha così offerto il suo volto suggestivo anche a noi, nell’anno che la vede insieme a Nova Gorica Capitale europea della Cultura.

Castello di Gorizia
Corte del Castello
La premiazione del giovane Francesco Garofalo
Eugenio Bisceglie, Maria Pia Turiello, Francesco Maria Graziano, Marilisa Palazzone
Francesco Nigri, Regina Resta, Alfredo Perez Alencart, Hebe Munoz
Regina Resta, Filippo Giorgi, Goffredo Palmerini
Soprano Karin Luin e basso Alessandro Svab
Marisa Manzini, il Prefetto Ester Fedulla, Graziano Perria
I sindaci di Gorizia, Rodolfo Ziberna, e di Nova Gorica, Samo Turel

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