Un ordigno esplode davanti all’abitazione del giornalista di Rai Report distruggendo due vetture e danneggiando la palazzina — per fortuna nessun ferito — mentre le indagini disposte dalla Procura Antimafia si intensificano. L’attentato ha suscitato forte condanna da parte delle istituzioni e del comparto giornalismo e Editoria. Solidarietà unanime espressa dai direttori responsabili delle testate giornalistiche LafrecciaWeb.it e PaeseItaliaPress.it insieme all’avvocato Francesco Saverio Vetere Segretario generale di Unione Stampa Periodica Italiana (USPI)
Roma, 17 ottobre 2025 – Un ordigno è esploso sotto l’auto del giornalista e conduttore d’inchiesta Sigfrido Ranucci a Campo Ascolano, tra Roma e Pomezia, distruggendo la vettura, danneggiando quella della figlia e parti della palazzina. Non ci sono feriti, ma la deflagrazione avrebbe potuto uccidere chi fosse passato pochi minuti prima.
Secondo Ranucci, l’attacco potrebbe essere collegato ai temi delle prossime inchieste di Report. L’ordigno, stimato in circa un chilo di esplosivo, è stato collocato con miccia accesa. Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco, carabinieri, Digos e polizia scientifica. La Procura e il Prefetto sono stati informati.
Sigfrido Ranucci è conduttore di Rai Report dal 2017, programma di approfondimento su Rai 3 noto per le inchieste su corruzione, criminalità e pubblica amministrazione. Da anni è oggetto di minacce e intimidazioni, ed è sotto scorta dal 2014.
L’attentato ha suscitato forte condanna da parte delle istituzioni e del comparto giornalismo e Editoria. Solidarietà espressa dai direttori responsabili delle testate giornalistiche PaeseItaliaPress.it e LafrecciaWeb.it. insieme all’avvocato Francesco Saverio Vetere Segretario generale di Unione Stampa Periodica Italiana (USPI).
Anche il Presidente della Repubblica e il Parlamento hanno espresso vicinanza, mentre il Ministro dell’Interno ha disposto maggiori misure di protezione per il giornalista.
Le indagini, coordinate dalla Procura antimafia, mirano a identificare gli autori e a chiarire eventuali collegamenti con le inchieste di Report. La redazione del programma ha convocato un presidio davanti alla sede Rai di via Teulada per ribadire che «non si può intimidire chi indaga.
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