di Francesco Cancellieri Presidente Assocea Messina APS
Il rapporto di Pasolini con il paesaggio è centrale nella sua opera e oscilla tra la rappresentazione di un paradiso perduto e la denuncia della sua distruzione causata dalla modernità e dal consumo. Il paesaggio per Pasolini è sia un luogo di origine e autenticità (il Friuli rurale, i borghi appenninici) sia un’entità da proteggere contro la speculazione, che lui vedeva come una minaccia. Nei suoi lavori, dal cinema alla poesia, il paesaggio diventa un elemento simbolico, spesso ridotto all’essenziale (cielo e terra) o caricato di significati religiosi e sacrali.
In avvicinamento alla scadenza del 21 novembre 2025 del Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa i 50 anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini ci fanno riflettere sul pensiero di questo intellettuale di frontiera.
“Bisogna difendere i viottoli e le stradine di campagna”!
Questa famosa affermazione di Pier Paolo Pasolini riflette la sua profonda critica alla distruzione del paesaggio rurale e dei valori popolari e pre-industriali operata dal neocapitalismo e dalla modernizzazione selvaggia.
Ecco i motivi principali per cui Pasolini sosteneva la difesa di elementi apparentemente “minori” come le stradine e i viottoli di campagna:
Ecco i motivi principali per cui Pasolini sosteneva la difesa di elementi apparentemente “minori” come le stradine e i viottoli di campagna:
- Difesa della “Piccola Bellezza” e del Passato Anonimo
Pasolini riteneva che la vera essenza della cultura e della storia italiana risiedesse anche, e soprattutto, negli elementi del paesaggio “non firmato”:
- Contro l’elitismo: Si opponeva alla tendenza di difendere solo i “grandi monumenti” o le “opere d’arte d’autore” (cioè “sanzionate” o “codificate”).
- Valore Popolare: Le stradine, i casali, i muri antichi sono l’opera di una storia popolare e di un’infinità di uomini senza nome che, lavorando e vivendo, hanno plasmato il paesaggio. Questi elementi rappresentano il passato anonimo e l’identità profonda di un luogo.
- Pari Dignità: Sosteneva che questi elementi anonimi dovessero essere difesi con lo stesso accanimento, rigore e buona volontà con cui si difende un capolavoro. Per lui, un casale di contadini andava difeso “come una chiesa”.
- Scontro Culturale ed Ecologico
Il poeta vedeva nel paesaggio rurale tradizionale l’espressione di una cultura arcaica e contadina che era in conflitto con la nuova e omologante cultura borghese e neocapitalista che si manifestava attraverso:
- Orrore Edilizio: La cementificazione, l’urbanizzazione selvaggia (il “puro orrore edilizio”) e le nuove costruzioni periferiche stavano distruggendo non solo l’ambiente, ma anche i modelli di vita legati ad esso.
- Distruzione del Passato: La difesa del paesaggio era per Pasolini una forma di resistenza contro la distruzione, operata dal consumismo, del Passato (storico, antropologico e ambientale), vista come necessaria per creare nuovi bisogni artificiali.
- Perdita di Valori: Questo deterioramento fisico del paesaggio era il sintomo di una profonda degradazione della coscienza del popolo italiano, simboleggiata anche dalla famosa sparizione delle lucciole a causa dell’inquinamento e della trasformazione ambientale.
In sintesi, per Pasolini, difendere una stradina di campagna non era solo un atto estetico o ecologico, ma un atto di difesa politica e culturale di un intero mondo, quello della “bellezza antica”, della storia popolare e di valori autentici, minacciati dall’omologazione e dalla brutalità del nuovo sistema economico e sociale.

