Roma, nov. 2025 – In un epoca dominata dall’Intelligenza artificiale (IA), apparire tra i primi risultati dei motori di ricerca non basta più. A spiegarlo Unione Stampa Periodica Italiana (USPI)
È necessario essere presenti nelle risposte prodotte dall’IA. L’IA sta, infatti, modificando la SEO per arrivare, si pensa, a sostituirla completamente con la GEO. Questa farà sì che i contenuti verranno scelti e proposti direttamente da chatbot e motori di ricerca generativi.
Le differenze su come operano SEO e GEO
SEO , ovvero Search Engine Optimization, indica le strategie per migliorare la visibilità dei siti web nei risultati dei motori di ricerca. L’obiettivo è che un contenuto appaia tra i primi quando si cercano informazioni collegate a quel determinato argomento.
GEO sta invece per Generative Engine Optimization. Indica le tecniche per fare in modo che i contenuti digitali siano compresi e poi mostrati dai motori di ricerca basati su IA generativa. Un esempio sono Google SGE, ChatGPT e Gemini che operano in questo modo.
I feedback degli utenti
Questa transizione è fondamentale perché sempre più utenti si rivolgono direttamente ai chatbot alimentati dall’IA per le loro ricerche, preferendo domande più dirette rispetto a quelle tipiche dei motori di ricerca tradizionali. Di conseguenza, le aziende devono adattare la loro strategia di contenuti, fornendo informazioni precise e dettagliate per essere selezionate dai chatbot.
Creare contenuti più specifici e mirati porterà a risultati migliori, non solo nella ricerca di informazioni, ma anche nel settore delle vendite. Presto, si potranno notare i primi dati e risultati di questa nuova modalità di ricerca. È paradossale però che per creare contenuti ottimizzati per l’IA, bisogna fare ricorso alla stessa IA.
Articolo di G.L.


