Home Attualità Editoria e dissenso: quando il confronto diventa censura

Editoria e dissenso: quando il confronto diventa censura

Un’uscita inopportuna, sleale e poco accorta, sia sul piano culturale tout court che editoriale, è l’appello di coloro che si scagliano contro la casa editrice Passaggio al Bosco, presente a Più Libri Più Liberi ! 2025, la fiera nazionale della piccola e media editoria ospite del centro congressi  La Nuvola di Roma, dal 4 all’8 dicembre.

Non se ne può più di questi “intellettuali” di sinistra. Alcuni ricorrono subito agli appelli pubblici e arrivano persino a chiedere che a una casa editrice sia negata la libertà di portare avanti le proprie iniziative. In questi giorni, con la polemica in corso, si pretende addirittura che la Fiera della piccola e media editoria chiuda i cancelli a un editore partecipante, un gesto che, lungi dall’essere democratico, appare dettato più dalla rigidità ideologica che dalla ragione.

Siamo al di fuori di qualsiasi logica dialettica razionale, di quella stessa democrazia che tali figure affermano di difendere. Non mostrano alcuna comprensione autentica della libertà di pensiero, né una reale conoscenza del dibattito culturale. Il loro atteggiamento è sistematicamente “contro”, non per promuovere un confronto, ma perché guidato dalla paura della critica e dal rifiuto della diversità di opinioni.

Basterebbe leggere qualche libro, approfondire le idee in gioco, prima di sollevare appelli e invocare esclusioni. Proporre di impedire la partecipazione di una casa editrice a una fiera culturale rappresenta, nella migliore delle ipotesi, un becerismo intellettuale, nella peggiore un vero e proprio non-pensiero.

In questa vicenda, l’AIE, l’Associazione Italiana Editori che organizza la fiera, ha ribadito che l’ammissione degli editori avviene secondo criteri trasparenti e che la libertà di pubblicazione costituisce un principio fondamentale non negoziabile. A mio avviso, l’AIE non avrebbe dovuto neppure rispondere agli appelli, tanto meno giustificarsi, perché la legittimità della propria posizione dovrebbe bastare a respingere pressioni di natura incalzante.

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Pierfranco Bruni è nato in Calabria. Archeologo, direttore del Ministero dei Beni Culturali e, dal 31 ottobre 2025, membro del CdA dei Musei e Parchi Archeologici di Melfi e Venosa, nominato dal Ministro della Cultura; presidente del Centro Studi “Francesco Grisi” e già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’estero.

Nel 2024 è stato Ospite d’onore per l’Italia per la poesia alla Fiera Internazionale di Francoforte e Rappresentante della cultura italiana alla Fiera del libro di Tunisi.

Incarichi in capo al Ministero della Cultura:

Presidente Commissione Capitale italiana città del Libro 2024;

Presidente Comitato Nazionale Celebrazioni centenario Manlio Sgalambro;

Segretario unico comunicazione del Comitato Nazionale Celebrazioni Eleonora Duse.

È inoltre presidente nazionale del progetto “Undulna Eleonora Duse” e presidente e coordinatore scientifico del progetto “Giacomo Casanova 300”.

Ha pubblicato libri di poesia, racconti e romanzi. Si è occupato di letteratura del Novecento con studi su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e sulle linee narrative e poetiche del Novecento che richiamano le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.

Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e, tra l’altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo”, giunto alla terza edizione), nel quale esplora le matrici letterarie dei cantautori italiani e il rapporto tra linguaggio poetico e musica, tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni.

Studioso di civiltà mediterranee, Bruni unisce nella sua opera il rigore scientifico alla sensibilità umanistica, ponendo al centro della sua ricerca il dialogo tra le culture, la memoria storica e la bellezza come forma di identità.
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