Home In Evidenza Tony Fanciullo: l’artista totale di Siracusa

Tony Fanciullo: l’artista totale di Siracusa

Massimo Reina

Tony Fanciullo non ha mai scelto una sola forma d’arte. Le ha attraversate tutte, con l’urgenza di chi sa che creare non è un mestiere: è una necessità.

Ci sono artisti che nascono con le mani già sporche di colore. Tony Fanciullo è uno di questi. Figlio d’arte, cresciuto tra tele e pennelli come altri crescono tra libri o palloni, ha imparato presto che l’arte non è decorazione: è necessità. Pittore, scenografo, regista, scultore—non per ambizione, ma per urgenza. Perché una sola forma non basta a dire tutto quello che ha da dire.

La sua vita sembra scritta per il cinema, tanto sono dense le storie che ha attraversato. Ma non è finzione: è disciplina, attenzione, osservazione. Quegli occhi che ha imparato a usare sui colori di casa, li ha affinati al D.A.M.S. di Bologna, dove l’arte smette di essere istinto e diventa metodo.

Già nel 1988, quando molti suoi coetanei cercavano ancora una direzione, la Biennale di Bologna lo seleziona per quattro sfilate. Lo affianca a Pancaldi, Merichi e Baracchi: nomi che contano, spazi che si conquistano. Non è il riconoscimento che fa l’artista, ma il riconoscimento arriva quando l’artista c’è davvero.

Dieci anni dopo, nel 1998, Vittorio Sgarbi—che il talento lo sa fiutare anche quando è scomodo—lo sceglie come “Giovane Artista” alla Biennale di Vittoria Arte. È uno di quei momenti che segnano: non per vanità, ma perché qualcuno con autorità ti dice che la tua voce si sente, che la tua visione ha peso.

Roma, 2005. Il Ministero delle Pari Opportunità gli affida la direzione artistica di progetti culturali. Fanciullo risponde come sa fare: con mostre che non decorano pareti ma aprono conversazioni. Donne del Mediterraneo e Donne e Gioielli nell’Arte diventano spazi dove l’arte parla di società, memoria, identità. Non sono celebrazioni estetiche: sono testimonianze. Tra i premiati delle sue opere figura anche Bruno Vespa, segno che quei progetti avevano trovato non solo consenso, ma risonanza.

Nel 2009 torna a Siracusa. E non torna da sconfitto o da nostalgico: torna perché il Teatro Greco lo chiama. L’I.N.D.A. gli affida la scenografia de Le Supplici di Eschilo. Pietra antica, mito che respira ancora, tradizione che non si piega ma si reinventa. Fanciullo dimostra di saper stare in quel dialogo impossibile tra ciò che è sempre stato e ciò che deve ancora essere detto.

Dal 2011 al 2015 dirige la tournée internazionale del Balletto Russo per il Teatro Lirico Siciliano. Il Lago dei Cigni, Romeo e Giulietta: storie che tutti conoscono, che tutti credono di aver già visto. Eppure sotto la sua regia, tra i teatri di Napoli, Roma, Palermo e fino alla Scala di Milano, quelle storie tornano a pulsare. Perché Fanciullo non si accontenta di riprodurre: reinterpreta, ridisegna lo spazio, ridà corpo al sogno.

Dal 2007, anno dopo anno, firma scenografie e manifesti per il Festival Internazionale del Teatro Classico dei Giovani a Palazzolo Acreide. Un impegno che non è semplice collaborazione ma scelta: educare lo sguardo di chi verrà dopo, mostrare che il classico non è polvere ma radice viva.

Oggi presiede l’Associazione Culturale Triade a Siracusa. Un nome che non è casuale: tre anime—arte, cultura, territorio—che si intrecciano in ogni progetto. Perché per Fanciullo l’arte non è mai solo estetica: è responsabilità. È il modo in cui si lascia traccia, si costruisce identità, si restituisce senso a un luogo.

La sua storia racconta l’urgenza di creare in ogni forma possibile, la necessità di spaziare senza confini, l’impegno a restituire all’arte il suo ruolo più autentico: educare, emozionare, incidere. Tony Fanciullo non si limita a produrre opere. Costruisce mondi. Apre finestre sul nostro tempo e sul nostro territorio. E ricorda, a chi vuole ascoltare, che l’arte vera non si adatta. Si impone.

You may also like

Lascia un commento