Trame di vita, territori e sguardi in cammino Recensione di Gianfranco Giustizieri*
È da molto tempo che seguo anno dopo anno le pubblicazioni di Goffredo Palmerini e alcuni ripiani della mia biblioteca hanno accolto i suoi testi con l’accorgimento di un posto sempre vuoto: l’attesa del prossimo. Così quest’anno è arrivato Intrecci di memoria e lo spazio si è spostato un po’ più in là.
Ciò non è solo fedeltà verso l’amico scrittore, ma desiderio di conoscenza per un anno di viaggi, di incontri, di ricordi, di novità, di esplorazioni, di cultura, che Goffredo puntualmente riporta. Direi un suo omaggio al tempo della memoria, affinché la pagina scritta rimanga come testimonianza duratura di una molteplicità di vicende e narrazioni, spesso in cammino, che il titolo e il sottotitolo del libro ben raccolgono.
Sonia Cancian nella significativa Presentazione racchiude pienamente il lavoro dell’autore quando afferma: “Accurando una notevole passione di vita e un omaggio alla vita culturale, in questo volume, edito da One Group, Palmerini riserva uno sguardo acuto alla memoria collettiva e a quella singolare lungo un intero anno…”. Questo concetto mi permette di ribadire una convinzione che seguo da molto tempo: il tempo della memoria è anche il nostro presente e ci indirizza verso il futuro. Un’affermazione che ritrovo inIntrecci di memoria.

Mi potrei soffermare sulle diverse pagine dedicate alla migrazione nelle sue implicazioni storiche e negli sviluppi successivi, tema e cuore centrale del libro, ma preferisco cogliere alcuni tratti salienti, non marginali, che particolarmente mi attraggono. Innanzitutto la capacità di saper entrare nei luoghi in cui si trova, un ingresso pieno di attenzione per l’esperienza vissuta con un flash di parole e di frasi che catturano l’attimo fuggente per poi annotare cultura e storia.
Andiamo per esempi: pag. 17, l’inizio della stessa Nota dell’autore: “Scrivo questa nota in una mattinata di sole, con il cielo terso e d’un azzurro intenso tutto aquilano. All’orizzonte alto l’azzurro combacia con il bianco splendente della cospicua coltre di neve che ricopre sua Maestà, il Gran Sasso d’Italia, fedele custode della nostra terra. […]”. Dopo, la rievocazione del tempo della memoria.
Ancora, pag. 31, San Pietro della Ienca: “[…], un tempio della natura che aiuta ad elevare lo spirito. […]. Un luogo dove San Franco, monaco di queste parti vissuto nel primo secolo dopo il Mille, lasciato il monastero benedettino di San Giovanni Battista in Lucoli, scelse qui il suo eremo, a mezza costa, laddove sgorgano le acque che ora portano il suo nome e che alimentano il ruscello lungo la valle verde di olmi, abeti, faggi, carpini e ontani che scende al piano, verso Paganica”, segue la storia circostanziata del luogo con date, personaggi, documenti e la descrizione di un presente che scorre.
Così tanti esempi da trarre: in terra d’Abruzzo, in Italia, oltre confine. È il Palmerini narratore che dirige la sua penna virtuale in ampi spazi creativi dove i sensi percepiscono emozioni vissute e le descrivono ai lettori, poi l’uomo di cultura, lo storico, il cronista, occupa le pagine per l’obiettivo prefissato.
Altre pagine su cui mi soffermo: il ricordo di amici andati avanti secondo il detto alpino. Un’amicizia solida e rispettosa, un dolore profondo, una testimonianza di intelligenze e di valori, per persone che hanno lasciato tasselli di storie. Mario Setta, già un intero volume a lui dedicato, Mario Setta, testimonianze di libertà, con la raccolta di scritti recuperati in archivi vari: “[…] per fare un altro passo in avanti verso la consapevole conoscenza di Mario Setta, della sua poliedrica figura di intellettuale, mai sussiegoso, e di uomo a tratti profetico”. Un’amicizia nata in tempi lontani, sempre irrobustita da continui contatti epistolari, alimentata dalle diverse conoscenze culturali, trasmessa da “una straordinaria fioritura di scritti”, diffusa su testate nazionali e internazionali.
Sergio Camellini, sei pagine per un ricordo commosso dedicato ad un amico straordinario: “dalla straordinaria umanità, densa di sensibilità ed empatia”, un poeta amato e stimato dalla critica letteraria, un addio carico di dolore. Mario Fratti, non conto le pagine e la sezione del testo a lui dedicate, solo una lettura diretta rende l’intercorsa fraterna amicizia. Serafino Patrizio, la frase conoscitiva e la foto aprono il volume: quasi certificazione per una amicizia e una memoria sempre presenti. Altri ancora, per tutti un sentito segno che cancella la polvere del tempo.
Non tutto ho scritto, sarebbe necessario un saggio intero per recuperare ciò che l’autore “custodisce e racconta”. Qui solo flash, lampi di luce per evidenziare il valore dello scrittore e l’impegno di un lavoro al fine di condurre il lettore a non dimenticare, a ritrovare in una società dinamica ma precipitosa quella complessità di affetti, di legami, di fatti che costituiscono l’essenza dell’umanità.
*Scrittore e critico letterario

