Nelle ‘confessioni’ di un capo di gabinetto la caccia al computer buono e l’ora giusta in cui salvare o buttare a mare un ministro
“Io sono l’ombra. L’ombra del potere. Talvolta piu’ potente del potere. Io sono il capo di gabinetto”. La verita’ e’ che gli uomini di potere non fanno qualcosa: sono qualcosa, il volto invisibile del potere, i capitani della stanza dei bottoni, dove senza riflettori accesi e microfoni per il circo delle dichiarazioni, va in scena la forza delle decisioni e l’arte di negoziare e attendere il momento giusto. Uomini non del kronos, il tempo che scorre, ma del Kairos, il tempo opportuni, l’ora in cui devi raccogliere quello che hai pasturato per mesi. La fiche che devi lanciare sul tavolo verde per capovolgere la partita a tuo favore. “Io sono il potere. Confessioni di un capo di gabinetto” (Feltrinelli, pp. 285, euro 18) fa stato delle mappe del potere ma e’ anche un potente racconto di chi vive nei palazzi e di quelle scrivanie conosce legni e tarli.