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La Pandemia cambierà il Mondo

Domenico Interdonato

L’isolamento domestico non ci ha impedito di poter osservare, leggere e restare collegati con le nostre realtà che ci circondano, ma anche con l’Europa e parte del mondo. La Pandemia, per noi ancora non contagiati è un dramma visto e vissuto dalle finestre di casa e fortunatamente, anche da giornali, tv e social. L’obbligo di restare chiusi dentro casa, limitando al minimo gli spostamenti è stata una scelta logica e opportuna e ci sta dando anche la possibilità di avere ampi momenti di riflessione, per provare a delineare il nostro futuro da sopravvissuti. Cambieremo lentamente, appena fuori dal vortice del “Covid 19”, i nostri ritmi e stili di vita avranno dei mutamenti, a cominciare dai rapporti sociali, dal lavoro e dalle abitudini quotidiane. La Sanità – Il Coronavirus ha dato un pesante colpo alle nostre Sanità regionali, l’emergenza sanitaria è stata aggravata negli ultimi dieci anni da oltre 37 miliardi di tagli. Le scelte di ridurre i servizi ai cittadini, gravate da una miriade antieconomiche Aziende Sanitarie Provinciali, ha sottratto posti letto e servizi ai cittadini. L’emergenza Coronavirus ha mostrato la grande solidarietà e il sacrifico di sanitari e operatori, che con il loro operato hanno sopperito ad alcune carenze strutturali e organizzative. L’acquisto e la conservazione da parte delle Forze Armate di Dispositivi Individuali di Protezione, assieme a disinfettanti e altro materiale, definito “Riserva Strategica”, da dislocare in tutta la penisola, per le future pandemie dovrà essere uno dei primi atti di questo governo. L’Economia – La pandemia ci porterà ad una crisi mai vista dal dopoguerra ad oggi, in Italia ma soprattutto al Sud, ci sono fasce di popolazione invisibili, le quali vivono senza alcun sostegno sociale, con lavori in nero e saltuari, che gli permettono di sopravvivere in condizioni modeste e in alcuni casi anche di degrado. Gli aiuti devono giungere per primi a questa fascia debole e poi a seguire ai dipendenti di tante aziende in crisi, che non prendono lo stipendio da mesi, ai professionisti alle partite Iva e a seguire. I prossimi stanziamenti, si spera riescano a portare ristoro immediato, per soffocare sul nascere rivolte sociali. L’Europa – Spagna, Francia, Germania, Inghilterra e Svizzera, non hanno saputo gestire il vantaggio concesso dall’Italia e ora soffrono maledettamente, ma al contrario di loro noi abbiamo malgrado tutto un Servizio Sanitario pubblico, che sta tenendo bene l’impatto con il Covid19. La drammaticità del momento ci porta a bussare alle casse dell’Europa. Le riserve a concedere dei prestiti da parte di alcuni stati sono comprensibili, ma l’eccezionalità della crisi non ammette titubanze perché la situazione è gravissima. Scelte ostruzionistiche graverebbero sulla tenuta dell’Unione Europea. Il Mondo – Passivamente è rimasto ad osservare la pandemia, adesso si scoprono le fragilità di un colosso come gli Usa, che non ha un sistema sanitario come quello italiano. I ritardi per negligenza costeranno cari soprattutto all’immagine sia degli Usa, che dell’Inghilterra, le difficoltà crescono in maniera vertiginosa e sono palesi. Il Coronavirus galoppa e miete vittime di tutti i ceti sociali. L’India e la Russia hanno chiuso i confini e si preparano a reggere l’onda d’urto. La preoccupazione più grossa resta l’Iran, che con la Pandemia si è dimostrata fragile, gravata dall’embargo americano e dall’inefficienza delle sue strutture e dai limiti dei vertici. Gli aiuti all’Italia stanno arrivando da svariati paesi: Cuba, Cina, Russia, Polonia e anche dall’Albania, gesti concreti che consolidano rapporti di amicizia, che dopo la crisi dovranno essere valorizzati. La Cina – “La guerra della Cina contro il virus e la verità” – Laboratori chiusi, medici ridotti al silenzio, professori arrestati, social censurati e attacchi ai “nemici del popolo”. Così il Partito comunista ha messo in pericolo la salute internazionale e ora usa l’epidemia per fare propaganda. Per correttezza citiamo la fonte, con il titolo e il sottotitolo dell’articolo di Giulio Meotti, pubblicato sul giornale “Il Foglio” ecco il link – https://www.ilfoglio.it/esteri/2020/03/09/news/la-guerra-della-cina-contro-il-virus-e-la-verita-306058/?underPaywall=true. La verità l’aveva scoperta il medico di Wuhan Li Wen Liang, che per primo lanciò l’ allarme “Coronavirus”. La perdita di tempo causata dalla polizia cinese, con false accuse, contro Li Wen Liang ha permesso che il virus si sviluppasse. Il medico dopo poco tempo è stato scagionato, ma è morto il 6 febbraio, per aver subito il contagio, adesso si teme per la moglie incinta e pure lei ricoverata. La “morte” del medico cristiano ha favorito il regime, togliendo di mezzo uno scomodo testimone, ma allo stesso tempo ha causato tanta indignazione, perché le notizie grazie ai social e ai media occidentali sono diventate di dominio pubblico.
La storia – L’OMS Organizzazione Mondiale della Sanità deve intervenire, non possiamo permettere altri scempi contro l’umanità. Ecco la cronologia dei virus: 1957 dalla Cina l’Asiatica, 1968 l’influenza da Hong Kong “Aviaria”, 2003 dalla Cina la Sars, 2009 dalla Cina la Suina, 2019 sempre dalla Cina il Coronavisus. Troppi virus pandemici e letali provenienti dalla Cina, in ultimo il Coronavirus, che sta producendo morti e devastazione economica in tutto il mondo. In Italia e in occidente i dati degli infettati e dei morti sono reali e trasparenti, mentre in altri stati non europei si cerca di celare l’evidenza. In
Cina il regime ha occultato tutto, nascondendo il problema e poi quando non ha più potuto far niente, lo ha gestito occultando morti e infetti. La contro informazione cinese ha operato sui social, con l’immissione di video e vignette molto belle e rassicuranti ed inoltre si è attivata in forma solidale, per fornire aiuti e assistenza ad altri stati ed in particolare all’Italia. In questi giorni sono arrivate in occidente le immagini dei forni crematori cinesi, che non hanno mai smesso di funzionare, questo fa capire l’enormità della pandemia e le bugie ufficiali del regime cinese.

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