Di Enzo Farinella – Università di Dublino
“Riportare alla luce la verità sull’Arandora Star, restituire giustizia alle vittime innocenti della storia, e’ la missione dell’Associazione Italiana dei Carabinieri sez. Irlanda di Francesco Morelli, che ha organizzato l’evento. Sabato 7 agosto alle ore 11.00, in località La Macchia di Casalattico (FR)sarà presentata una targa commemorativa della tragedia avvenuta nella notte del 2 luglio 1940, nella quale persero la vita oltre 800 persone. Tra questi 446 erano italiani, di cui cinque provenienti da questa cittadina che domina la Valcomino: Giuseppe Forte 43 anni, Antonio Fusco 31, Antonio Marsella 41, Filippo Marsella 43 e Antonio Di Vito 66.
Qualcosa si muove a ricordo dell’Arandora Star. Sembrerebbe che le 446 vittime, tutte insieme, vogliano ringraziare quanti si prodigano per riconoscere il loro grido supremo di “giustizia”, come si evince dal romanzo storico Quel che abisso tace di Maura Maffei.
Casalattico conta appena 900 anime circa, ma d’estate si popola di migliaia di casalatticesi, sparsi nel mondo intero e in Irlanda in particolare.
L’Associazione Nazionale Carabinieri sez. Irlanda” guidata da Francesco Morelli e’ l’organizzatrice della manifestazione, in collaborazione con l’Associazione Valcomino Senza Confini e Associazione Society.
Francesco Morelli ha fatto di Cashel in Irlanda – uno dei centri più conosciuti di Tipperary e nel Medioevo una delle quattro diocesi del centro/sud dell’isola – la sede della sua attività. Cashel, nella Contea di Tipperary, ha ispirato anche la nota canzone “It’s long, long way to Tipperary”, la nostalgica canzone che i soldati irlandesi cantavano alla fine della I Guerra Mondiale.
Chi è Francesco Morelli
Ex carabiniere e dotato di grande spirito di solidarietà, Francesco ha donato quest’anno una lapide in memoria dei 446 italiani, periti nell-affondamento dell Arandora Star, un cruiser inglese da crociera, adibito a scopi militari, il 2 luglio 1940, inizio del suo viaggio di morte verso il Canada. Tale lapide si trova nel Cimitero di Termoncarragh, Co. Mayo,Irlanda, eretta in ricorrenza dell’81.mo anniversario di questo immane genocidio.
Franco, come lo chiamano gli irlandesi, vive da molti anni a Cashel dove gestisce con la moglie un ristorante e la distribuzione commerciale sull’intero territorio irlandese di attrezzature per trekking, caccia, pesca e altre specializzazioni sportive. Negli spazi liberi tra le sue attività, si è concesso di rinverdire la nostalgia verso l’Arma dei Carabinieri, nel cui corpo militò nei lontani tempi del servizio militare, costituendo in Irlanda una sezione molto attiva dell’Associazione Nazionale dei Carabinieri, che, insieme al gruppo “Arandora Star Valcomino” di Picinisco, lavora per rintracciare tutti i luoghi della costa nord irlandese dove, dopo il 2 luglio del 1940, approdarono, spinte dalle correnti marine, molte delle salme delle vittime
La storia.
Come si ricorderà, dopo la dichiarazione di guerra del 10 giugno del 1940 da parte del governo fascista alla Francia e all’Inghilterra, in quest’ultimo paese si scatenò una gigantesca caccia all’uomo nei confronti delle migliaia di italiani che vi risiedevano, emigrati di varie generazioni, ormai stabilmente inseriti nella società inglese. Il rastrellamento fu rapido e brutale. In migliaia furono internati in campi di concentramento e tenuti in condizioni bestiali. Tra questi figuravano uomini fuggiti alle persecuzioni antisemite dei nazifascisti, persone aliene totalmente dalla politica, cittadini da decenni diventati fedeli sudditi di sua maestà britannica. Erano italiani o di origine italiana. Tanto bastava. Moltissimi provenivano dalla Valcomino, Picinisco, Cassino, Casalattico, Villalatina, Atina, San Biagio S. Arpino, Arce e zone limitrofe.
In quella notte senza stelle del 2 luglio 1940, circa 750 internati italiani furono imbarcati a Liverpool sull’Arandora Star, insieme ad altrettanti prigionieri tedeschi ed austriaci con destinazione Canada. Al largo della costa irlandese il sottomarrino tedesco Günter Prien, di ritorno da una missione in Atlantico, con l’ultimo siluro a disposizione la colpì’. La nave affondo’ nel giro di poco tempo.
Le responsabilità del Regno Unito
Gravi le responsabilità inglesi in questa tragedia. Tra queste ricordiamo: La Convenzione di Ginevra del 1929 non era stata rispettata. Persone civili erano state abbandonate in uno scenario di guerra, dopo essere state ingiustamente “internate”. Meraviglia che una nazione quale il Regno Unito, che si è dichiarata la “culla della democrazia”, possa usare metodi selvaggi, quali l’internamento senza processo in periodi di guerra e di pace, come è successo nell’Irlanda del Nord fino a pochi anni fa. L’emblema della Croce Rossa, che avrebbe potuto indicare che l’Arandora Star trasportava prigionieri di guerra, non figurava sulla nave nè quello di altre associazioni umanitarie internazionali, contrariamente a quanto previsto dalle convenzioni internazionali, un vero crimine di guerra.
1.550 persone – oltre il doppio di quante ne potesse contenere – vi si trovavano ammucchiate come sardine, quando affondò nell’Atlantico all’altezza delle coste irlandesi. 805 perirono in quella tragedia di cui 446 erano italiani che non avevano nulla a che fare con la Guerra. 19 sono stati identificati come italiani e pietosamente sepolti dagli irlandesi, quando le loro salme giunsero ormai irriconoscibili sulle coste delle contee di Mayo, Sligo, Donegal, Antrim e Fermanagh. 29 cimiteri ospitano i resti di altri ignoti.
Una tragedia dell’immigrazione, una pagina oscura della storia mantenuta nell’oblio e nel silenzio.
Fino agli anni 2000 la vicenda è stata pressoché ignorata e tenuta all’oscuro del grande pubblico per una serie di circostanze anche di carattere internazionale, per sessanta anni le famiglie dei caduti, già vittime della costrizione ad emigrare, della crudeltà inglese, dell’ottusa indifferenza del governo fascista italiano, hanno dovuto subire la condanna del silenzio e dell’isolamento. Solo a partire dal 2000 una serie di ricerche storiche, di indagini giornalistiche e di mutate condizioni di politica internazionale hanno gettato luce sulla vicenda. Fondamentale in questo senso il lavoro di ricerca e i due volumi della ricercatrice Serena Balestracci di Firenze, il romanzo storico “Quel che abisso tace” (Parallelo45 Edizioni, 2019) della scrittrice piemontese, Maura Maffei e gli studi dell–irlandese Michael Kennedy della Royal Hiberrnian Academy.
In questo quadro, la “missione”, che l’Associazione nazionale Carabinieri, sez. Irlanda, ha fatto propria, è quella di dedicarsi al recupero della memoria per quelle vittime del naufragio, alla cura ed alla custodia dei luoghi delle sepolture, pulendo, mettendo fiori, installando lapidi commemorative. L’iniziativa è stata ufficialmente salutata dal Presidente della Repubblica Irlandese Michael D. Higgins con un messaggio di grande sensibilità, che riportiamo qui:
MESSAGGIO DEL PRESIDENTE D’IRLANDA MICHAEL D. HIGGINS in occasione della COMMEMORAZIONE DELLA TRAGEDIA DELL’ARANDORA STAR
TERMONCARRAGH CEMETERY. CO.MAYO DOMENICA, 27 giugno 2021.
“Nel ruolo di Presidente della Repubblica irlandese desidero unirmi alla comunità’ italiana e a tutti i suoi amici, in occasione dell-inaugurazione della lapide presso il cimitero di Termoncarragh (Mayo) in memoria delle 446 vittime italiane della tragedia dell’Arandora Star del 2 luglio 1940.
Questa lapide si aggiunge ad altri memoriali presenti in territorio Britannico e in Italia in memoria della tragedia. Noi ricordiamo anche le vittime di nazionalità tedesca, austriaca e britannica che persero la vita nella tragedia.
Alcune vittime della tragedia hanno trovato sepoltura nelle nostre coste o in altri luoghi di queste isole, dopo che le loro salme sono state spinte a terra dal mare nei giorni successivi alla tragedia.
Negli ultimi anni gli storici sono riusciti a far luce alla sequenza degli eventi, ad essi la nostra gratitudine, poiché desideriamo non solo commemorare gli eventi del passato, ma conoscerli ed imparare da essi, ricordando gli effetti disastrosi del militarismo fuori controllo, dell’arroganza della conquista e del desiderio distruttivo del dominio, che hanno accecato per lungo tempo le nostre civiltà, ricordando sempre l’orrore, la morte, le sofferenze che i conflitti armati si lasciano dietro.
Vorrei segnalare tutti coloro che sono stati coinvolti in questa commemorazione, in particolare Franco Morelli, presidente dell’ANC sez Irlanda, per avermi invitato. Non posso essere presente fisicamente, lo sono con lo spirito per ricordare gli italiani e le altre vittime dell’Arandora Star.
Colgo l’occasione per esprimere solidarietà ed amicizia a tutti gli italiani residenti in Irlanda, sia alle comunità residenti da lunga data, come quelle originarie della Valcomino, sia a quelle di recente arrivo che tanto contribuiscono allo sviluppo della società irlandese”.
Anche il Pres. Mattarella e RAI2Tg-Storie ne hanno recentemente parlato.
Riportare alla luce la verità sull’Arandora Star, restituire giustizia a queste vittime innocenti della storia, sono compiti che l’Associazione Italiana dei Carabinieri di Francesco Morelli disimpegnano in modo eccellente. Casalattico, che piange cinque suoi concittadini di questa tragedia, sarà orgogliosa di contribuire alla loro memoria, il prossimo 7agosto.
Dopo la rievocazione dell’evento e la benedizione della targa, l’”Associazione Nazionale Carabinieri sez. Irlanda”, organizzatrice della manifestazione in collaborazione con l’Associazione Valcomino Senza Confini e Associazione Society, offrirà’ ai convenuti un breakfast tipico irlandese.
“Quel che abisso tace”. Il romanzo Storico di Maura Maffei sulla tragedia dell’Arangona Star.
Il libro è scritto molto bene con pagine di lirismo e di pathos profondo che accompagnano ogni riga del racconto. “Paura, fame, disprezzo verso i prigionieri sono descritti dall’autrice in modo sincero, intenso, commosso, drammatico”.
Ne proponiamo poche righe: “Tutto era stato profanato, nello scorrere di poche ore. La dolce quiete della famiglia e dei ricordi, il profumo di spigo della camera da letto, l’azzardo dei sogni che a vent’anni non vogliono cedere… Perfino la luna lo schiaffeggiava di luce, nel buio che nessuna lampada scolorava. Attraverso la grata e il vetro opaco di polvere, si posava insolente sul muso tumefatto, violandone lo strupro dei lineamenti” (p. 25), scrive Maura Maffei di Oscar, subito dopo il suo internamento.
Oscar, il protagonista, è un italo-irlandese, nato da madre irlandese e papà italiano, un espediente che dà all’autrice la possibilità di avvicinarsi alla cultura irlandese di cui ne ammira profondamente la storia. Luoghi e persone dell’”Isola dello smeraldo” vi vengono descritti con accuratezza.
Leggi anche l’imtervista di Enzo Farinella a cura di Mimma Cucinotta.