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USPI INFORMA: AI Act in vigore: tensione tra legislazione e applicazione

Redazione

Classificazione del rischio,  l’impatto per le aziende e la loro possibilità di crescita attraverso l’ IA.  Codice di Condotta promosso  dalla Commissione Europea:   linee guida o freno?  La questione  trattata da USPI Unione Stampa Periodica Italiana

 

Il 2 agosto 2025 sono entrate in atto le ultime disposizioni dell’AI Act europeo, il cosiddetto Regolamento (Ue) 2024/1689 sull’Intelligenza Artificiale (IA). Ma il problema tra governance e normativa rimane per molte aziende, non solo quelle più grandi.

Nel momento di forte trasformazione digitale e di presa di posizione sull’indipendenza tecnologica europea, il tentativo di attuare l’impalcatura legislativa dell’AI Act rappresenta una sfida per l’Europa. AI Act, infatti, è una normativa basata sulla classificazione e riconoscimento del rischio nei sistemi di IA, rapportato al diritto costituzionale europeo. Il focus è sugli effetti della tecnologia, non sulla tecnologia stessa. Ma ciò impatta sulle aziende e sulle loro possibilità di crescita con l’IA.

Il Codice di Condotta: linee guida o freno? 

Nei mesi precedenti per favorire l’attuazione dell’AI Act, la Commissione europea si era riunita per la stesura di un Codice di Condotta, arrivato nel mese di marzo alla terza stesura. Tra le molte critiche ricevute, molti detentori di diritti d’autore l’avevano accolto come un vero e proprio snaturamento dell’AI Act, con delle incertezze aggiunte alla sua applicazione che poteva dare più spazio di movimento alle Big Tech.

Eppure il Codice promosso dalla Commissione Ue aveva l’obiettivo di essere una strettoia obbligata per le grandi aziende tecnologiche e “obbligarle” a una adesione anticipata delle condizioni base per poter essere in linea con l’AI Act. Il Codice infatti prevede delle responsabilità “reputazionali”, ossia cerca di fare pressione culturale prima che normativa per adeguare sotto un’unica egida i comportamenti che l’Europa reputa accettabili nel suo spazio, anche e soprattutto virtuale.

La governance, quindi l’applicazione della norma, è divenuta “multilivello”. Non solo l’adesione al Codice di Condotta, ma anche il controllo nazionale delle relative Autorità e l’Ufficio AI di Bruxelles. Il ruolo di coordinamento dell’Ufficio europeo si pone l’obiettivo di monitorare e promuovere gli standard dell’AI Act e del Codice, cercando di valutarlo in ottica della normativa europea, delle esigenze di mercato e esigenze del singolo cittadino.

La flessibilità che il Codice di Condotta dà potrebbe essere una lama a doppio taglio. Essendo uno strumento ancillare dell’AI Act, rimane da vedere come le Autorità e gli uffici di competenza combineranno normativa e governance, tutela e innovazione.

Articolo di T.S.

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