di Antonietta Saracino
Fino al 12 settembre 2025, l’Istituto Italiano di Cultura di Miami ospita “Underwords. The illustration art of Serena Riglietti, from classic children’s books to Harry Potter”, una mostra antologica dedicata all’illustratrice delle celebri copertine italiane di Harry Potter (Salani, 1998–2008). Curata da Stefano Cerrato in collaborazione con StArt di Davide Sandrini, l’esposizione presenta non solo le iconiche illustrazioni legate al maghetto, ma anche opere meno note tratte da fiabe e racconti per l’infanzia. Di questo e altro abbiamo parlato con l’artista Serena Riglietti, che ci ha guidato nel suo mondo immaginifico dove le parole si trasformano in magia che prende forma sulla carta
Serena Riglietti è l’autrice delle copertine delle prime edizioni della saga di Harry Potter tradotta in Italia, edite da Salani tra il 1998 e il 2008. Sono oltre 60 le illustrazioni originali esposte nella mostra antologica Underwords a Miami. Insieme alle tavole illustrate per libri per ragazzi quali Il Mago di Oz, The Boy and the Spell, The Magician’s Boy di Susan Cooper, La Sirenetta, Il Ragazzo di Fuoco, Rosaspina di Roberto Piumini, non poteva mancare anche la presenza del maghetto.

Può un ragazzino pensoso dai capelli rossi, senza la cicatrice di una saetta sulla fronte e senza occhiali – con un grande copricapo grigio a forma di topo con tanto di baffi, orecchie e naso rosa, i gomiti appoggiati sul bordo di una magica scacchiera dove le figure si animano per passare con i propri piedini da una casa all’altra – diventare all’improvviso il primo maghetto della storia della letteratura per ragazzi? Sì che può! Perché tutti quei dettagli sono i dettagli della prima copertina della prima edizione italiana del primo volume della saga di Harry Potter, Harry Potter e la pietra filosofale. Certo, quel ragazzino non corrisponde perfettamente a quello della Rowling, così come l’immagine di altri personaggi della letteratura inizialmente non erano perfettamente sincronizzati con la speculare immagine scritta delle prime edizioni (una per tutte la famosa non corrispondenza del Don Abbondio manzoniano).
Errori, malintesi, incerte informazioni sui tratti salienti del personaggio arrivati sbrigativamente all’illustratore (perché tra poco si va in stampa) che interpreta, si lascia suggestionare, ascolta quello che c’è, quello che può per disegnare la prima copertina. Ma l’illustratore è un artista abile, un interprete sensibile e raffinato, come in questo caso in cui l’illustratore è un’illustratrice che sa benissimo che non si delinea con una matita l’identikit di un personaggio che non voglia essere un sosia del personaggio immaginario letterario. Ammesso che sia possibile. L’intento è renderlo visibile agli occhi della fantasia di milioni di lettori, ognuno dei quali ha creato già il proprio maghetto mentale, sicuramente poco affine all’illustrazione delle copertine e ancora meno all’attore in carne ed ossa che poi lo impersonerà al cinema. E allora l’artista che fa? Quello che fa sempre: immagina, sogna, vede con la fantasia, lascia scorrere sulla carta il proprio mondo visionario e favolistico. Ma qui bisogna cercare delle rispondenze tra l’immaginario e il concreto, rappresentato, il concreto, dal mondo umano, reale, materiale, da un binario di una stazione inglese che esiste, anche se il binario è il nove e ¾.

Non solo Harry Potter
Vedere le parole. La magia sulla carta
Se si viene in contatto visivo con le opere di Serena Righetti, se si è in sintonia con il suo mondo magico (sì, non solo HP dispone di un mondo a misura di maghetto), succede che quella fantasia descritta su un foglio diviene la propria, quella in dotazione naturale di chi guarda, che si scatena in ogni direzione. E9 questo mi porta a credere che ci sia una grande intesa, quasi una complicità tra l’artista che illustra e chi guarda, osserva e pensa. E la prima domanda che le rivolgo, nel corso di un’intervista che mi ha gentilmente concesso, riguarda proprio questo:
Nel momento creativo, quello che segue il periodo di ricerca e preparazione progettuale, lei pensa al suo pubblico, si chiede se ci sarà un’intesa empatica tra le sue immagini e chi le guarderà?

Ci sono diverse fasi e diverse modalità di lavoro. A volte questo pensiero, questo atteggiamento viene fuori quando si verifica una ragione precisa per manifestarsi. Ad esempio, quando illustro una fiaba, un classico, tutto avviene con grande semplicità, (più di quanto gli altri mi attribuiscano), nel senso che sono proiettata quasi esclusivamente verso la mia visione della realtà. Certo, io in genere non ho una visione lucida della realtà dalla quale sono invece un po’ distaccata, nel senso che quello che percepisco passa attraverso la mia rielaborazione quotidiana senza un approccio scientifico o metodologico.
E anche se questi sono gli aspetti di necessità che precedono il lavoro di cui parlo ai miei studenti, io per prima non ne tengo conto. Forse perché ormai sono aspetti acquisiti.
Chi ha a che fare con allievi di qualsiasi disciplina artistica, sia pittura, musica o altra, insegna loro ad acquisire la tecnica per poi dimenticarsene. Quando ironicamente dice che è lei la prima a non tenere conto degli aspetti di necessità che insegna ai suoi studenti, penso che lei sia proprio l’esempio perfetto di assimilazione di tecnica e metodo fino a dimenticarsene razionalmente. Poi entrano in gioco la fantasia, la creatività…

Il titolo di una mia mostra, inventato per me dal prof. Umberto Palestini, è ‘Vedere le parole’. E qui c’è tutto. Io, in realtà, intanto che leggo un libro vedo già tutto quello che poi illustrerò. Ho visto nelle parole degli altri le similitudini con i miei pensieri, attribuisco loro dei significati. Tutto diviene un mix delle mie visioni, il mio vissuto, il mio ascolto, la mia realtà, la mia rielaborazione. Però ecco, non è frutto di un metodo.
Il metodo, la tecnica la insegno ai miei studenti, che non lavorino solo con quello che sentono ‘nello stomaco’ come dicono loro. La tecnica è una specie di doppia spina dorsale che ti sostiene, e bisogna diventare bifidi, perché se ti affidi solo alla tua fantasia, al tuo sentire allora, quando non sei dell’umore giusto, che cosa fai? Ti fermi?

Parliamo della sua mostra di Miami. Mostra antologica dove troviamo anche i lavori di illustrazione di fiabe e racconti che non sono Harry Potter. Quanto, oltre che tanto amato, è ingombrante questo maghetto?
Durante l’allestimento di questa mostra ho riscoperto lavori che quasi avevo dimenticato, e che mi è piaciuto rivedere e mostrare di nuovo. Ovviamente c’è anche Harry Potter. Amato molto sì, ingombrante ho fatto in modo che non lo diventasse. Lavoro anche in altre direzioni e in questi ultimi anni sto collaborando con un gruppo siciliano molto attivo che mi segue e ogni anno sono a Etna Comics dove trovo un mare di persone che mi aspettano, mi vogliono conoscere, vogliono fare una foto con me. Scopro continuamente il legame che le persone hanno con me e i miei disegni. Di questo sono molto grata, è bellissimo.
Un aspetto della creazione artistica che trovo molto interessante è ‘l’occulto cuore del fantastico’, come lo ha definito il prof. Faeti in una delle prefazioni del libro ‘Harry Potter, la Magia dei vent’anni’. Lei che passeggia liberamente nei vasti territori dell’immaginazione, ‘Dietro lo specchio’, dove poi troverà i suoi personaggi, si è mai accorta di ‘fuoriuscite’ dal suo mondo fantastico, intendo dire di dettagli nascosti di cui non ha memoria, come se fossero entrati nell’illustrazione senza il suo permesso?

Sì, eccome! Spesso. Racconto un fatto emblematico. Qualche anno fa ho illustrato The boy and the spell, da un’opera di Ravel su libretto di Colette, L’Enfant et les Sortilèges, che parla di un ragazzino punito dalla madre perché non vuole studiare. Lui reagisce malissimo, mette sottosopra la sua stanza (e i disegni si riempiono di oggetti di ogni sorta), spacca ogni cosa, tormenta gli animali, ma tutto quello che lui maltratta e rompe gli si rivolta contro: la poltrona si rifiuta di farlo sedere, il libro di matematica, che ho disegnato grandissimo, si rovescia e lascia cadere fuori tutti i numeri, che hanno un aspetto antropomorfo, cioè il corpo lo è, e il numero è scritto sulla testa. Il 3, risultato di una radice quadrata, l’ho nascosto dietro un libro, che fa capolino, ma non me ne sono resa conto finché qualcuno molto tempo dopo me lo ha fatto notare, come se si fosse nascosto da solo. Può succedere, quando un’illustrazione è molto ricca, che qualche elemento rimanga nascosto oppure che scappi un errore non calcolato. E l’errore umano, che un’intelligenza artificiale non può commettere, rende umano anche tutto il lavoro.
Tra la vasta produzione di illustrazioni, ci sono anche dei lavori che ha fatto esclusivamente per se stessa?

Pochi, soprattutto disegni elaborati durante il Covid per mie esigenze personali. Diversi anni fa però ho dedicato un intero anno alla realizzazione di un lavoro ispirato da una storia letta nel web di un fotografo che raccontava di aver trovato, e poi fotografato, dopo uno tsunami, un grande albero pieno di ragnatele avvolte strette intorno alla chioma. Lui si è avvicinato ed ha aperto con le mani queste ragnatele e all’improvviso è uscita fuori un’enorme quantità di ragni che correvano in tutte le direzioni. Praticamente si erano rifugiati tutti nella chioma proteggendo la tana con un intrico di ragnatele. Io ho immediatamente avuto una visione intorno all’idea di ‘protezione’: tutti cercano di proteggersi in certe situazioni di rischio. Ho iniziato subito a lavorare su una dimensione molto grande per me, 140 x 180mm; ho disegnato un albero con una grande chioma senza foglie, ci sono solo rami, e in quella sorta di nido non ho inserito dei ragni ma degli angeli, che sono poi persone che hanno fatto parte della mia vita. È stato un lavoro di grande difficoltà, lavorato tutto in digitale. Una bella parentesi.

Illustrazione per ‘Il Mago di Oz’, dal sito https://iicmiami.esteri.it
In questo momento a cosa si sta interessando?

In questa fase della mia vita mi sto dedicando a ‘intenzioni giuste’, a progetti diversi che partono da me, contrariamente al solito dove io intervengo illustrando libri già scritti ponendomi al servizio della parola, del racconto. Dopo averne illustrati tanti, ho proposto all’editore Salani un progetto mio e di Margherita Madeo, ‘Libere per Costituzione, le 21 donne che hanno fatto l’Italia’, incentrato sulle vite delle ventuno donne che hanno contribuito alla nascita della Costituzione Italiana. Margherita – avvocato di professione, innamorata della Costituzione – ha svolto il lavoro di ricerca, io mi sono occupata delle illustrazioni e a Valeria De Cubellis, scrittrice, abbiamo chiesto di realizzare 21 storie in forma di racconto biografico. Sono stati inseriti dei box storici che riportano i contributi di queste donne alla Costituzione italiana e alla formulazione di leggi, ed altri che narrano episodi, da me illustrati in bianco e nero, della loro vita privata, comprese questioni che hanno avuto una ricaduta nel quotidiano come, ad esempio, quello di Teresa, una delle 5 donne ammesse nella cosiddetta Commissione dei 75, la Commissione dei costituenti. Il suo era un volto di bambina segnato dalla scabbia e per questo fu emarginata, tenuta alla larga dai compagni di scuola e che le rese la vita molto difficile. Ho preso spunto da questo per chiedere all’autrice di creare un box sul body shaming, fenomeno ancora oggi molto importante, molto presente purtroppo. Ecco, il libro è rivolto ai ragazzi, ai quali vorrei dire che chi ha scritto la Costituzione in età adulta di sicuro da giovane aveva gli stessi ideali mantenuti fino a scriverne nel documento e oltre. Oggi c’è un tale appiattimento, come mi sembra evidente, anche sul concetto di libertà che magari è un po’ troppo orientato non verso dei veri e propri ideali ma vero il raggiungimento, con qualsiasi mezzo, di cose di bassissimo livello materiale. Questo è un libro molto importante per me, che è stato molto apprezzato anche dal pubblico: nel 2024, dopo due settimane dall’uscita, è andato subito in ristampa. Tutte le donne della Costituzione hanno avuto un passato singolare, e per molti aspetti comune: erano partigiane, facevano parte dell’UDI (Unione donne italiane), del CIF (Centro italiano femminile), dell’Azione Cattolica ma anche del Partico comunista, il Partito socialista, la Democrazia cristiana; sono state arrestate, picchiate, mandate nei lager ma non hanno mai rinunciato agli ideali di uguaglianza degli esseri umani, della parità di diritti tra uomini e donne, insomma di libertà. Il libro narra di un tempo che non c’è più ed era giusto che le illustrazioni fossero in bianco e nero, adeguate agli anni quaranta e che i personaggi raffigurati fossero abbigliati secondo l’epoca. La ‘postina’, ad esempio, che portava le lettere dei partigiani ai genitori per far sapere loro che erano ancora vivi, doveva avere quel preciso modello di bicicletta, quel tipo di cappello, quella borsa… A differenza degli altri libri, essendo questo un libro di divulgazione, la ricerca iconografica è stata molto approfondita.
Si parla sempre soltanto dei padri costituenti come se le donne non avessero fatto nulla di importante. Trovo molto giusto e doveroso che si parli finalmente anche delle madri costituenti, con rispetto e il giusto riconoscimento della parte avuta nella Costituzione italiana ma anche nelle nuove leggi per una società più giusta
Credo che abbiamo fatto la differenza con questo lavoro. Nella prefazione di Benedetta Tobagi (La Resistenza delle donne, Il mondo salvato dai bambini), le prime parole sono “Che cos’è, per te, la libertà?” E, più avanti: “Queste donne hanno combattuto contro il fascismo, un regime che privava della libertà… Tutte però combattono anche contro un sistema di oppressione molto più antico e pervasivo, che subivano in quanto donne. Scoprire fino a che punto fossero disprezzate, soggiogate e tenute ai margini fa davvero impressione”.
“STRINGIAMO LE SCHEDE COME BIGLIETTI D’AMORE
È il 2 giugno 1946, è un grande giorno per l’Italia, ai seggi c’è fermento: per la prima volta in massa anche le donne si recano al voto, per dare forma al futuro del nostro paese. Stringono fiere le loro tessere elettorali, ancora intonse. Attendono pazienti in fila e quando è il loro turno si tolgono il rossetto, per non invalidare nella chiusura della scheda il loro voto. Si vota per la repubblica, ma anche per scegliere i membri dell’Assemblea costituente. Ventuno donne ne faranno parte e il loro contributo alla Costituzione sarà fondamentale. In queste pagine si raccontano le loro incredibili vite, come sono riuscite a nutrire i propri sogni e come hanno lottato per realizzarli. Donne che si sono incontrate sul terreno comune dell’affermazione dei diritti e dell’uguaglianza di tutti, senza alcuna discriminazione, restando unite e superando le diversità in vista di un obiettivo condiviso. Vite comuni e nello stesso tempo sorprendenti che ci incoraggiano a custodire il dono più prezioso che abbiamo ricevuto in eredità: essere cittadine e cittadini liberi che non hanno paura di credere in un mondo migliore e di fare tutto il possibile per costruirlo”.
(dal risvolto di copertina del libro ‘Libere per Costituzione’, ed. Salani, 2024)
Biografia breve
Serena Riglietti è nata a Pavia. Vive e lavora a Pesaro e insegna da quindici anni all’Accademia di Belle Arti a Urbino dove ha creato ex novo una scuola di illustrazione e da quest’anno anche due nuovi bienni di formazione/specializzazione. È art director di CodyTrip (ed. Giunti Scuola, Firenze) – e coautrice insieme ad Alessandro Bogliolo (uno dei maggiori esponenti del coding in Italia) – di una collana di guide culturali e turistiche per ragazzi per vivere virtualmente avventure e gite coinvolgenti con la propria classe o le proprie famiglie alla scoperta di luoghi, tradizioni e culture. In un modo innovativo e semplice le tecnologie digitali consentono di azzerare le distanze e far partecipare tutti a questa nuovissima esperienza.
Nel 2023 è stata ospite della XI edizione di Etna Comics con una mostra dedicata al suo lavoro nell’ambito di Harry Potter in occasione dei 25 anni dalla pubblicazione de “La Pietra Filosofale”. Nello stesso anno ha iniziato una stretta collaborazione proprio sul tema Harry Potter con il collettivo PotterCast, un gruppo di appassionati esperti della saga, collezionisti e divulgatori, composto da Antonio Seria, Graziano Moschelli, Rudy Muscolino e Alessio Salitore, con i quali ha intrapreso una serie di progetti di alto profilo in ambito collezionistico. Uno di questi progetti, che vede coinvolto lo studio degli artisti Alessio e Ivan Salitore, verrà presentato durante la XII edizione di Etna Comics, e riguarda proprio il celebre Harry Senza Occhiali…
Nel 2024 pubblica con Salani Editore il libro “Libere per Costituzione. Le 21 donne che hanno fatto l’Italia”.
(Antonietta Saracino)
⌠Le immagini presenti nell’articolo sono pubblicate per gentile concessione dell’Autrice. Locandina tratta dal sito https://iicmiami.esteri.it⌡
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