Home In Evidenza A María Corina Machado il Nobel per la Pace 2025

A María Corina Machado il Nobel per la Pace 2025

Valentina Chabert

“Dama de hierro” del Venezuela, leader dell’opposizione al presidente Maduro, María Corina Machado ha ricevuto il Premio nobel per la Pace 2025 per la sua lotta coraggiosa per la democrazia e i diritti del popolo venezuelano oppresso dalla dittatura.

“Machado è una donna che mantiene accesa la fiamma della democrazia in mezzo a un’oscurità crescente”. Queste le parole dei cinque membri del Comitato Nobel Norvegese che quest’anno hanno deciso di assegnare l’omonimo premio per la pace a María Corina Machado.

“Dama de hierro” del Venezuela, politica e attivista, Machado è stata fondatrice del partito politico liberale Vente Venezuela e deputata all’Assemblea Nazionale dal 2011 al 2014, per poi venire destituita e inabilitata dalle autorità per aver denunciato le violazioni dei diritti umani e le manipolazioni elettorali nel paese. Nel 2023, Machado aveva vinto le primarie dell’opposizione in vista delle presidenziali, senza tuttavia poter sfidare direttamente il Presidente Nicolas Maduro a causa di impedimenti imposti dalle autorità al governo.

A Oslo, Machado ha scalzato Donald Trump e ottenuto il prezioso riconoscimento per via del suo coraggioso impegno nella promozione della pace nel paese, dove rappresenta un punto di riferimento per l’opposizione al Presidente Maduro. Un segnale importante per chi non si riconosce nella leadership dittatoriale del Presidente, reo di aver imprigionato centinaia di avversari politici e contribuito alla sparizione di altrettanti individui più o meno “scomodi” (i cosiddetti “desaparecidos”).

Allo stupore di Machado nell’apprendere la notizia del Nobel si è poi aggiunto l’entusiasmo della continuazione dell’impegno verso la democrazia nel Paese al grido di “ganaremos”, “vinceremo”. Un riconoscimento, dunque, non solo della sua lotta individuale ma di quella di tutto il popolo venezuelano, a detta di Machado “oppresso da una tirannia paranoica che ha messo in campo la macchina di soprusi brutali e sistematici, dove torture, esecuzioni extragiudiziali e sparizioni forzate la fanno da padrone”.

 

 

Violenze e umiliazioni contro cui lottano non solo i cittadini venezuelani, ma anche il Presidente statunitense Donald Trump, principale alleato del movimento di opposizione in Venezuela guidato da Machado. Da alcuni mesi, le tensioni tra Washington e Caracas si sono acuite tanto da immaginare un nuovo e pericoloso conflitto nel continente Latinoamericano: i movimenti di navi da guerra statunitensi hanno infatti portato Maduro, lo scorso 15 settembre, a dichiarare che i recenti incidenti con gli USA non costituiscono semplici tensioni ma effettivi contrasti politici nonché tentativi di aggressione sotto la leadership di Trump.

Tra i due governi non c’è attualmente alcun canale di comunicazione aperto e, al contrario, l’Amministrazione del Presidente Trump ha intensificato la presenza militare del Paese nei Caraibi meridionali con la scusa di una stretta ai trafficanti di droga.

Dal canto suo, il governo di Caracas ha affermato di aver schierato decine di migliaia di soldati per combattere il narcotraffico e difendere il paese. Ciononostante, il clima rimane teso e sull’orlo di contrasti dagli effetti potenzialmente irreversibili.

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