“Io non faccio musica, la studio: da quell’ossessione nasce tutto”— Er Pablo giovane musicista romano racconta la genesi di Fumo e malditesta (dal frammento audio e dalle riprese in studio al lyric video firmato Red&Blue), un racconto che parte da una finestra a Milano — “ti vedo ogni 7 secondi” — e si trasforma in un pugno di hip-hop, blues e rabbia creativa; disponibile dal 10 ottobre su tutte le piattaforme digitali e in rotazione radiofonica
“La mia parte preferita è lo “special”, dove ho inserito una traccia audio di un video girato tempo prima, offrendo all’ascoltatore un ulteriore dettaglio su cui riflettere e arricchendo così l’esperienza di ascolto.”
È così che Er Pablo, giovane artista emergente, descrive brevemente il suo nuovo singolo “Fumo e mal di testa”, uno spaccato della quotidianità che vuole raccontare, con toni diretti e mai scontanti, il “mondo”.
Un mix potente, tra hip hop, rap e sfumature di blues che arriva diretto come un pugno al buio, lì dove attendono i pensieri e le parole non dette. Un giro di chitarra e… il mondo dell’Artista si apre in un ventaglio di possibilità.
Assistito dal team Red&Blue il video di “Fumo e Malditesta” è un lyric video, girato da Pablo Deleuse (in arte El Pablo) in studio che presenta colorazioni diverse per ogni inquadratura, con l’intento di dare un immaginario diverso a ogni parte della canzone. Essendo nella canzone già presente un estratto audio di un video, era doveroso rendere tale video il protagonista del girato. Per questo, le riprese avvenute in studio sono state focalizzate sul ricreare quel momento in cui la canzone è nata. Da quelle poche immagini girate in passato, si è cercato di ricordare tutte le sensazioni di quell’istante e di portarle alla vista su più chiavi e più colori.
Fumo e malditesta… un messaggio diretto. Come nasce l’idea?
“Fumo e malditesta è un pezzo che nasce recentemente. Come spesso succede mi faccio inspirare dalla quotidianità della mia vita e dalla musica stessa. Nello specifico c’è stato un evento che mi ha spinto a scrivere il testo. L’evento non è niente di che in realtà. Un giorno mi sono reso conto che dall’altro lato della strada in cui vivevo a Milano c’era un palazzo con una finestra tra tante altre finestre. E fino qui tutto normale. Poi però mi sono accorto che “quella finestra” era la mia lente di ingrandimento sulla vita di una persona, una persona che io non conoscevo e non conosco. Vedevo solo una sagoma che camminava passando davanti a quella finestra esattamente ogni 7 secondi. Così nasce il ritornello – “ti vedo ogni 7 secondi…”
Partendo da questo concetto ho provato ad immaginare come poteva essere la vita di quella persona, e in pochi giorni è nato il testo.
Chi è Er Pablo?
Er Pablo è un ragazzo di Roma che ama la musica, anche se forse amare non è il verbo più corretto. La musica per me è un’ossessione, l’unico motivo per cui mi sveglio la mattina e l’unica ragione per cui non dormo la notte.

Ci sono tantissime cose che potrei dirti su di me, che sono estremamente curioso, che sotto molti punti di vista sono pazzo da legare, ma l’unica cosa che devi tenere bene a mente quando parli di me è questa: io non faccio musica, io la studio, ed è proprio questo studio ossessivo-compulsivo che mi porta a fare musica. Alla fine sono solo un ragazzo di 21 anni che sta cercando di trovare la sua strada in questo mondo, ma credo che questa sia una costante nella vita di ognuno, soprattutto dei giovani.
Musica di oggi e di ieri. Un tuo parere sul messaggio che arriva alle nuove generazioni.
Questo è un discorso molto delicato e ostico per me, ho iniziato a fare musica perché personalmente non mi piace la musica di oggi…
Per me è stato semplice incontrare la cultura Hip-Hop. Già prima di sapere cosa fosse ne ero parte, vestivo i vestiti dismessi dei miei fratelli grandi, quindi estremamente largo, facevo skate, provavo una enorme ammirazione per i graffiti, la breakdance e i vinili.
Mi piace pensare che quando ho scoperto cosa fosse la cultura Hip Hop ho semplicemente scoperto cosa ero io, non cosa volevo essere. Per questo quando quel mondo è finito, per perdersi in quello che oggi chiamiamo rap, non potevo che provare una rabbia gigantesca. Sognavo di vivere il freestyle, le posse, lo skate e i vestiti larghi, invece davanti a me ho trovato vestiti stretti, parole in slang americano e ammirazione per le droghe pesanti. Inutile dire quanto tutto questo mi abbia in un certo senso infastidito.
Mi chiedete quale messaggio arriva alle nuove generazioni, mi dispiace ma io non so dirvelo, non sono cresciuto con la trap o con tik-tok, sono cresciuto con Brusco che mi parlava dello schifo della droga, con i Villa Ada Posse che già negli anni ‘90 parlavano di cambiamento globale. Sono cresciuto con artisti che avevano il BISOGNO di dire qualcosa. Non ho idea di cosa arrivi alle nuove generazioni, solo perché sono nato nel 2004 e cresciuto come un ragazzo degli anni 90. Spero di non offendere nessuno, ma l’unica cosa che ha fatto di buono questo cambiamento per me è stato farmi nascere quella rabbia dentro che è diventata: “ok, nessuno fa la musica che piace a me, me la farò da solo”. Questa è l’unica cosa per cui ringrazio la generazione della trap; d’altronde se non fosse arrivata la trap e gli artisti avessero continuato a fare la musica che tanto amo, io non avrei fatto musica nella vita.
Cosa ti ispira e come nasce una canzone di Er Pablo?
Come dicevo prima le mie fonti d’ispirazione sono due: la vita e la musica stessa. Può sembrare assurdo, ma ricordiamoci che la musica è solamente un mezzo di comunicazione. Mi spiego meglio, la musica non ha bisogno di parole per trasmettere un’emozione, e non ha neanche bisogno di interpreti che come me stanno lì giorno e notte ad analizzarla. La musica parla da sola, fa parlare tutti noi, e non solo noi, pensiamo al canto di un uccello o anche al ringhiare di un predatore, non dicono nulla eppure ci trasmettono una sensazione… Non c’è bisogno di stare ore a cercare l’accordo che vogliamo, se ascoltiamo la musica e proviamo a capire cosa sta cercando di dirci sarà lei stessa ad indicarci quale accordo va messo. Vengo definito cantautore, io mi considero un giornalista, un giornalista della musica. Il mio lavoro è ascoltare cosa la musica sta cercando di dirmi e attraverso le parole che reputo più adatte trasmettere quell’emozione che mi fa provare. Una canzone per me nasce così, semplicemente ascoltando la musica stessa. Anche perché, come non c’è nessuno che ci conosce meglio di noi stessi, allo stesso modo non c’è nulla, a parere mio, più bravo della musica a farci comprendere un’emozione.
Hip hop, blues e soul… un insieme che arriva potente all’ascoltatore. Da dove nasce la tua ispirazione?
Sarò ripetitivo, ma come dicevo, dalla musica stessa. Per me il rap nello specifico è il genere di musica più completo, perché lo si può fare sempre, basta che ci sia un battere ed un levare e il rap può avvenire.
Questo certo è un grande punto di forza del genere, ma se non accompagnato da una sonorità potente, è difficile che si crei la magia della musica. Per questo la mia penna viene contaminata da tanti generi, cerco sempre di far sposare il mio rap con l’emozione più forte che la musica riesce a trasmettermi, di che genere si tratti non importa, l’importante è fare musica con la M in grassetto.
Progetti futuri.
Il bello della mia vita è che è sempre in cambiamento, i progetti che creo oggi saranno diversi da quelli che verranno domani, e quelli di ieri sono già mutati in quelli di oggi. La mia vita viaggia in un equilibrio precario che mi fa stare sempre sull’attenti. Oggi posso dirvi con certezza che stanno arrivando altri singoli già pronti per l’uscita, ma vi dico anche che ho già scritto molte tracce nuove che non vedo l’ora di far conoscere al pubblico e scoprire le loro interpretazioni. Ogni novità la comunico sulla mia pagina di Instagram dove
annuncio le novità e i vari progetti in corso, lì si possono trovare tutti i miei spostamenti musicali. Intanto oggi godiamoci Fumo e Malditesta, che ha ancora molto da farci scoprire.

E se un Artista di soli 21 anni ha così tanto da dare non possiamo che attendere perché, come diceva qualcuno “Il meglio deve ancora venire”.
Il video è disponibile dallo scorso 10 ottobre sulle piattaforme di streaming digitale e in rotazione radiofonica. @Riproduzione riservata

