Home Attualità La moneta elettronica come lotta alle mafie

La moneta elettronica come lotta alle mafie

Francesco Mazzarella

Uno slogan che funziona, ma poco reale

L’ ultima legge di bilancio ha ridotto l’attuale limite di 2.999,99 euro a 1.999,99 euro dal 1° luglio di quest’anno ed a 999,99 euro a partire dal 1° gennaio 2021.

Ma l’obiettivo del Governo è quello di arrivare alla definitiva e progressiva eliminazione del contante, quindi solo attraverso pagamenti tracciabili (carte di credito, bancomat, assegni, bonifici etc.).

Proviamo a “calare” questa prospettiva nella nostra Italia…

Se sparisse il contante, una consistente fetta della popolazione si estinguerebbe: lavoratori autonomi e imprese con il conto corrente pignorato per debiti con privati o con lo Stato, in assenza di contanti morirebbero di fame. Con la sola moneta elettronica, tutto il denaro che andrebbe sul loro conto corrente finirebbe ai creditori, Stato o privato che sia. Non mi soffermo se sia giusto o sbagliato, non è quanto il punto.

Il problema irrisolto è che quelle persone non esisterebbero più e non avrebbero più alcuna possibilità per sostenersi. In assenza di contanti, bisognerebbe ripensare anche a forme di elemosina virtuale.

Lo slogan che eliminando il contante, si darebbe un colpo forte alla criminalità, non è proprio così reale: infatti le mafie oggi non sono più quelle con la lupara o con la coppola, come nei film tanto seguiti sulla mafia che continuiamo a raccontarci da anni … oggi, in realtà da un bel po’ di tempo, hanno il colletto bianco e agiscono in modo apparentemente legale. Era quell’aspetto su cui il pool antimafia aveva basato la propria indagine, e fu uno dei motivi, forse il principale per cui i giudici, con le loro scorte, furono fatti saltare in aria. La ricerca dei soldi, il come i soldi diventassero puliti e quali strade “legali” utilizzassero. Infatti, oggi per pagare una mazzetta, una tangente, si fa regolare fattura elettronica di consulenza e bonifico tracciabile. Con la particolarità che non c’è stata nessuna consulenza e quella società che incassa il bonifico chiuderà tra qualche anno, per poi aprirne altre e così via. Mafiosi felici e contenti di continuare coi loro sporchi affari, tutto secondo le leggi. Insomma, tutto regolare, e come si nota facilmente di contante non ne circola.

E allora a cosa serve questa continua criminalizzazione del contante. Per sconfiggere l’evasione fiscale? Macché, nemmeno quello. La grande evasione, come dimostrano diversi studi, non deriva dal mancato scontrino del bar o del parrucchiere, ma dai movimenti di grosse multinazionali con sedi legali nei paradisi fiscali. Prendersela col pasticcere o con l’idraulico è come sparare ad una mosca sul muro con un colpo di bazooka: sfasci il muro ma la mosca non muore, e se anche morisse, allo Stato costerebbe di più rifare il muro.

Forse un approccio più scientifico, costante nella lotta e nella ricerca dell’evasione, potrebbe essere un primo passo che porti all’eliminazione del contante. Oggi una scelta de genere, senza appunto le dovute contromisure, o meglio senza la dovuta preparazione anche amministrativa, porterebbe a meno consumi, ovvero meno occupazione. Anche perché, soprattutto in alcuni settori, parecchi italiani saranno invogliati ad andare a comprare in Austria o in Germania (nel primo caso il limite è alto, nel secondo non esiste), mentre chi verrà da fuori avrà paura di spendere i suoi soldi in Italia.

Sono certo che il Governo abbia pensato a tutte queste situazioni, e che prima di mettere in atto, l’eliminazione della moneta, riesca a creare un sistema di controllo e supporto che miri al bene delle persone e delle società, più che a slogan vincenti.

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