Home Redazione Agricoltura: Gagliardini (Sipcam Oxon), ‘in Europa da considerare come priorità assoluta’

Agricoltura: Gagliardini (Sipcam Oxon), ‘in Europa da considerare come priorità assoluta’

Agenzia Adnkronos

Milano, 4 mag. (Labitalia) – “L’agricoltura dovrebbe essere considerata dall’Ue una priorità assoluta in quanto, come peraltro si è visto anche in questa recente pandemia, la disponibilità di cibo in quantità sufficiente deve essere un obbiettivo primario. La Cina da più di 20 anni, non avendo abbastanza terra per sfamare il suo popolo e rendendosi conto che la dipendenza alimentare è una grande debolezza, ha acquistato enormi superfici di terra da coltivare in tantissimi Paesi del mondo”. Così in un’intervista all’Adnkronos/Labitalia Nadia Gagliardini, presidente di Sipcam Oxon, sede a Pero (Milano), primo gruppo tra quelli di proprietà totalmente italiana e quindicesimo nel ranking mondiale del settore dell’agrochimico. “L’industria – dichiara – che opera nei mezzi tecnici a supporto dell’agricoltura ha investito ed investe molto per continuare a produrre cibo salubre aumentando la quantità. Le decisioni che riguardano l’agricoltura devono basarsi su un concetto di sostenibilità concreta. Gli agricoltori operano in un contesto globale. Se l’Europa adotta decisioni in maniera unilaterale, che rendono la nostra agricoltura non competitiva, non solo penalizzeranno ulteriormente gli agricoltori europei, alcuni comparti nei quali operano sono già in grande difficoltà, e la nostra indipendenza alimentare, ma anche i consumatori perché verranno importati molti più prodotti di quanto non avvenga già oggi da Paesi extra-Ue, con standard molto diversi”. “Il comparto dell’agrofarmaco – spiega – da tempo scommette sulla sostenibilità e l’innovazione. La proposta per la pac 2021-2027 prevede che il 40% dei bilanci contribuisca alle azioni sul clima e i piani strategici nazionali per la pac dovrebbero contemplare tutta l’innovazione ad oggi disponibile. Il green deal include due temi (insieme ad altri come la biodiversità e la strategia ‘dal produttore al consumatore’) complementari: da un lato quello delle sostanze chimiche sostenibili, conseguibili anche attraverso sostegni finanziari all’innovazione, dall’altro quello della riduzione graduale dell’utilizzo degli agrofarmaci e dei fertilizzanti. Tale obiettivo va calibrato con una gestione sostenibile, sia da un punto vista tecnico che economico della produzione agricola europea”. “Va evitato – suggerisce Nadia Gagliardini – un approccio più ideologico che scientificamente e oggettivamente razionale alla vera sostenibilità. Quest’ultima non è mai limitata a un solo aspetto, ma a una valutazione completa, incluso il fatto che l’Europa non è avulsa dal resto del mondo. Sono quindi necessari approfondimenti estremamente complessi e articolati. Il rischio è che le intenzioni della politica e del legislatore, come purtroppo avvenuto in passato, trascurino diversi aspetti, come la concorrenza sulla produzione, sia industriale di tanti Paesi, a partire dalla Cina e dall’India, dove le normative in materia di ambiente e sicurezza sono meno avanzate, sia agricola da parte di Paesi dove si utilizzano tecnologie e prodotti, anche ogm, diversi da quelli consentiti in Europa, e dove le pratiche agricole sono meno sostenibili. È fondamentale che l’Europa affronti il tema del green deal, ma auspichiamo che venga fatto con un approccio oggettivo e obiettivo al tema e con visione di lungo periodo”. “La crescita inarrestabile – sostiene – della popolazione mondiale che, nel 2050 toccherà i 9,5 miliardi, genererà una maggiore richiesta di cibo. Il settore dell’agricoltura deve affrontare grandi sfide nel futuro, che vanno dalla produzione di maggiori quantità di cibo su sostanzialmente la stessa terra arabile in un contesto climatico diverso dal passato e poco prevedibile. Bisogna considerare tanti fattori, come la razionalizzazione dell’uso delle risorse idriche, le nuove tecnologie, la scarsa quantità di manodopera, il crescente impatto della genetica (differenziato nelle varie zone del pianeta), l’effetto del precision farming e dell’intelligenza artificiale. Ci saranno sette miliardi di animali da allevamento che dovranno essere sfamati. Secondo la Fao, già oggi senza gli agrofarmaci avremmo il 30% in meno dei raccolti. Altri milioni di persone potrebbero aggiungersi alla lista degli individui che soffrono la fame”. “In Europa – ricorda – nella catena della produzione del valore, l’agricoltore è colui che ha il rischio maggiore ed un profitto modesto rispetto al sistema distributivo dei prodotti fino al cliente. La concentrazione globale dell’industria del nostro settore, che è stata approvata dall’antitrust europeo e dai suoi omologhi nel mondo, ha consentito che Bayer/Monsanto – nata dalla acquisizione di Monsanto da parte di Bayer -, Corteva – derivante dalla fusione tra DUPont e Dow, Syngenta/Adama, Basf e Upl/Arysta, sorta dall’acquisizione dell’americana Arysta da parte dell’indiana Upl, controllino circa 70% del mercato della fornitura agli agricoltori di semi, agrofarmaci, biostimolanti e prodotti biologici, con una recente integrazione molto forte con le nuove tecnologie”.

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