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Cantina Borgogno: le Langhe non si perdono

Sara Piccolella

“Tu che abiti a Torino…” mi disse, “…ma hai ragione. La vita va vissuta lontano dal paese: si profitta e si gode, e poi, quando si torna, come me a quarant’anni, si trova tutto nuovo. Le Langhe non si perdono.”
— Cesare Pavese, I mari del sud

Come nelle parole di Pavese, la cantina Borgogno interpreta le Langhe come un luogo che non si perde mai, ma che si riscopre continuamente con nuovi occhi. Attraverso un approccio essenziale e rispettoso, la cantina valorizza ogni vino come un tributo unico al territorio e alle sue denominazioni.

Borgogno: La Storia e l’Innovazione nel cuore di Barolo

La cantina Borgogno rappresenta un capitolo fondamentale nella storia di Barolo (CN), un comune di soli 700 abitanti e più di 40 cantine. Fondata nel 1761 da Bartolomeo Borgogno, un umile contadino in un’epoca di nobili e aristocrazia, Borgogno ha dimostrato fin dall’inizio uno spirito di resilienza e intraprendenza.

Proprio nel cuore del centro storico di Barolo (CN), ogni fase della produzione – dalla vendemmia manuale all’imbottigliamento – avviene ancora oggi, con i proprietari Farinetti, nella stessa area dove tutto ebbe inizio.

La Cantina Borgogno va oltre la semplice produzione vinicola, riflettendo un’attenzione particolare al rispetto del territorio e del suolo, come testimonia la certificazione biologica ottenuta nel 2019. Tuttavia, ciò che la rende davvero unica è il suo approccio creativo e innovativo al mondo del vino, capace di mescolare tradizione, arte e originalità.

Vi è mai capitato di bere una bottiglia senza etichetta? Il manifesto di Borgogno è una bottiglia senza nome: No Name.

Ma perché “senza nome”?
Questo vino è il simbolo di protesta verso una burocrazia troppo rigida nelle regole per i viticoltori. Il vino viene etichettato semplicemente con il nome “No Name” e una dichiarazione che recita:

“A wine of protest, born to remind us that we should never take ourselves too seriously.”
(“Un vino di protesta, nato per ricordarci che non dovremmo mai prenderci troppo sul serio.”)

Un Langhe Nebbiolo caratterizzato da eleganza, struttura e capacità di evolvere nel tempo.

Questa è la filosofia di Borgogno: semplificare per dare più forza a un territorio unico. Questi vini non sono solo di ottima qualità, ma vogliono anche far riflettere. Viviamo in una società piena di burocrazia, che rallenta e disincentiva i produttori. Bisogna semplificare per riuscire a estrarre e valorizzare tutte le note di questo territorio.

La famiglia Farinetti ha trasformato le sue bottiglie in veri e propri strumenti di comunicazione. Un esempio straordinario è la linea di vini da collezione chiamata “Le Teorie”, dove le etichette diventano protagoniste di un dialogo visivo e concettuale.

Le bottiglie presentano illustrazioni che raccontano idee attraverso grafici, assi cartesiani, coordinate e figure geometriche, accompagnate da parole incisive e significative. L’obiettivo non è solo quello di offrire un vino eccellente, ma anche di creare spunti di conversazione e stimolare riflessioni durante i momenti conviviali. In questo modo, ogni bottiglia si trasforma in un invito a esplorare nuove prospettive, rendendo il vino non solo un piacere per il palato, ma anche un’occasione per condividere idee e dialogare.

Dunque, grazie alla qualità dei suoi vini e all’originalità della proposta, Borgogno si configura come un autentico gioiello delle Langhe, ammirabili in tutto il loro splendore dalla terrazza panoramica della struttura.

Anche tutto lo staff di Borgogno rispecchia la filosofia della cantina,  attraverso particolare attenzione verso il cliente, uno spirito giovane e un’energia contagiosa! Un ringraziamento speciale va a Maria Giovanna, che con grande passione ci ha accompagnato durante la visita, raccontandoci la straordinaria storia di Borgogno e trasmettendoci il suo amore per questo luogo unico.

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