Di Antonietta Saracino
Data evento: Dal 19 Febbraio 2025 al 30 Aprile 2025, 18:30 (Ora locale)
Ingresso libero
Dalla pubblicazione di Roberto Conte e Stefano Perego, Brutalist Italy, Concrete architecture from the Alps to the Mediterranean Sea (Fuel, London, 2023), che ha già riscosso un notevole interesse internazionale di pubblico e di critica, nasce l’idea della mostra che vede esposta una selezione delle 146 fotografie di oltre 100 edifici brutalisti italiani che compongono il volume. Dalla Casa del Portuale di Napoli al Cimitero monumentale di Busto Arsizio, dalla Basilica Santuario di Siracusa alle “Lavatrici” di Genova, oltre a fiere e musei, i fotografi di architetture Conte e Perego, per la realizzazione del libro, hanno percorso oltre 20 mila chilometri attraverso ogni regione italiana documentando le più significative e straordinarie opere architettoniche del brutalismo italiano. Caratteristiche fondamentali di questo stile sono l’utilizzo di materiali grezzi, l’esclusione di qualsiasi ornamento superfluo a favore di linee essenziali e forme massicce e geometriche realizzate in cemento armato a vista. L’origine del termine ‘brutalismo’ deriva appunto dall’espressione francese béton brut, che significa letteralmente “cemento a vista”.
Il volume, scritto in inglese e italiano, contiene una post fazione dei fotografi e un’introduzione di Adrian Forty (professore emerito di Storia dell’architettura alla Bartlett School of Architecture – University College of London): “È soprattutto nella volontà di riconoscere che il cemento possa riferirsi a più di un’epoca, rappresentando contemporaneamente presente (o futuro) e passato, che gli architetti italiani si sono distinti dai loro colleghi all’estero. Nel corso del XX secolo è stato prevalentemente considerato un materiale orientato al futuro: indicava un’epoca non ancora arrivata e si negava strenuamente che avesse anche un passato. Ma le specifiche circostanze italiane hanno reso gli architetti impazienti di rappresentare il suo passato oltre al suo futuro”
GLI AUTORI

Roberto Conte, fotografo di architetture. Le sue fotografie ritraggono palazzi, la decadenza di luoghi abbandonati. La sua macchina entra negli edifici e ne rileva la suggestione degli interni.
Il suo interesse va dalle strutture razionaliste alle avanguardie, dal brutalismo al modernismo sovietico. Collabora con studi di architettura e design, artisti e accademie.
Nel 2019, ha pubblicato, con Stefano Perego, il libro Soviet Asia (Thames & Hudson) dedicato alle architetture moderniste sovietiche in Asia Centrale.

Stefano Perego, fotografo di architetture. Creatività e sperimentazione. “Sono un fotografo d’architettura, con base a Milano, che viaggia alla ricerca di edifici particolari, progettati e costruiti soprattutto tra gli anni cinquanta e gli anni ottanta. Mi interessano in modo particolare gli edifici modernisti presenti nelle ex repubbliche socialiste dell’est Europa e dell’ex Unione Sovietica, e in generale gli edifici con facciate e elementi in cemento armato in stile “brutalista”, presenti in tutto il mondo…” (da www.ilmalpensante.it/intervista-stefano-perego)
Dalla mostra, le immagini

Estensione del cimitero monumentale. Busto Arsizio. Arch. Luigi Ciapparella, 1971. Foto di Stefano Perego


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Durata della mostra: fino al 30.4.2025
Aperta al pubblico tutti i lunedì (esclusi festività)
16.00–18.30
Per visitare la mostra o partecipare alla visita guidata è richiesta l’iscrizione via Eventbrite: https://ausstellung-brutalist-italy.eventbrite.it
Visite guidate (in lingua tedesca):
3 marzo, ore 17
17 marzo, ore 17
31 marzo, ore 17
Un’iniziativa della Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale – Unità per il coordinamento degli Istituti Italiani di Cultura del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
(Antonietta Saracino)
Photocover: Stadio Giuseppe Meazza, noto anche come San Siro. Milano. Arch. Giancarlo Ragazzi, arch. Enrico Hoffer, ing. Leo Finzi, 1990. Foto di Roberto Conte