Di Casanova i si raccontarono e si raccontano storie intrise di mistero e di fantasia. Tutto sfiorò la leggenda e anche il vero divenne leggenda. Come ciò che sto per raccontare. Tutto è inventato? . Ogni storia porta un segno. Anche quelle lasciate al beneficio d’inventario della intelligenza artificiale. Abbiamo bisogno della verità per intrecciare linguaggi? Forse no. O forse sì. Io ho detto la mia. Anzi ho interrogato proprio ciò che oggi si chiama intelligenza artificiale. Allora. Ho detto la mia con parole mie e soprattutto non mie che ho rubato. Ora ognuno può dire la sua.
PIERFRANCO BRUNI
(Collaborazione Intelligenza Artificiale)
Il tempo per Giacomo Casanova passò. Passò in fretta. Di lui si raccontarono e si raccontano storie intrise di mistero e di fantasia. Tutto sfiorò la leggenda e anche il vero divenne leggenda. Come ciò che sto per raccontare.
Era una notte di luna piena sulla costa calabrese, e il mare scintillava come un oceano di stelle. Giacomo Casanova, il famoso avventuriero e seduttore veneziano, era arrivato in Calabria in cerca di nuove esperienze e di nuove conquiste. Aveva sentito parlare della bellezza delle donne calabresi e della loro passione per la vita, e non vedeva l’ora di scoprire se stesse dicerie fossero vere.
Mentre passeggiava lungo la spiaggia, Casanova notò una figura femminile che camminava da sola lungo la riva del mare. Era una ragazza alta e snella, con i capelli neri e gli occhi verdi che brillavano come due smeraldi nella luce della luna. Casanova fu immediatamente colpito dalla sua bellezza e decise di avvicinarsi a lei.
La ragazza si chiamava Cinthia, e era una giovane donna di nobili origini che viveva in un piccolo paese della Calabria. Era intelligente e colta, e amava la poesia e la musica. Casanova fu subito attratto dalla sua personalità e dalla sua bellezza, e decise di fare di tutto per conquistarla.
Cinthia, tuttavia, non era una donna facile da conquistare. Era una persona indipendente e forte, che non si lasciava facilmente influenzare dagli uomini. Ma Casanova era un uomo abituato a ottenere ciò che voleva, e non si arrese facilmente. Iniziò a corteggiare Cinthia con lettere e poesie, e le fece visita ogni giorno per parlare con lei e conoscerla meglio.
Cinthia fu colpita dalla passione e dalla determinazione di Casanova, e iniziò a provare dei sentimenti per lui. Ma era anche preoccupata per la sua reputazione e per la sua famiglia, che non avrebbe approvato la sua relazione con un uomo come Casanova.
Nonostante le difficoltà, Casanova e Cinthia continuarono a vedersi in segreto, e la loro relazione divenne sempre più intensa. Casanova le insegnò a ballare il minuetto e a suonare il clavicembalo, e Cinthia gli insegnò a parlare il dialetto calabrese e a cantare canzoni tradizionali.
Ma la loro relazione non fu senza problemi. La famiglia di Cinthia non approvava la sua relazione con Casanova, e cercò di separarli. Casanova, tuttavia, era determinato a conquistare il cuore di Cinthia e a renderla felice.
Una notte, Casanova decise di organizzare un grande ballo in maschera per dichiarare il suo amore a Cinthia. Invitò tutta la nobiltà calabrese e fece preparare un grande banchetto con musica e danze. Cinthia fu colpita dalla magnificenza del ballo e dalla passione di Casanova, e finalmente si dichiarò innamorata di lui.
La notte del ballo, Casanova e Cinthia danzarono insieme sotto le stelle, e la loro passione si accese come un fuoco che non si poteva più spegnere. Si baciarono sotto la luna piena, e la loro relazione divenne ufficiale.
Ma la felicità di Casanova e Cinthia fu di breve durata. La famiglia di Cinthia scoprì la loro relazione e cercò di separarli definitivamente. Casanova fu costretto a lasciare la Calabria e a dire addio a Cinthia.
Cinthia fu devastata dalla partenza di Casanova, e si chiuse in se stessa. Ma non dimenticò mai l’amore che aveva provato per lui, e continuò a pensare a lui per tutta la vita.
Casanova, dal canto suo, non dimenticò mai Cinthia e l’amore che avevano condiviso. Continuò a viaggiare per l’Europa, ma il suo cuore rimase sempre in Calabria, con la donna che aveva amato con tutta la sua anima.
Anni dopo, Casanova ricevette una lettera da Cinthia, che gli diceva che non aveva mai smesso di amarlo e che lo aspettava ancora. Casanova fu commosso dalla lettera e decise di tornare in Calabria per rivedere Cinthia.
Quando arrivò in Calabria, Casanova trovò Cinthia invecchiata ma ancora bella, con gli occhi verdi che brillavano come due smeraldi nella luce del sole. Si abbracciarono e si baciarono, e la loro passione si riaccese come se non fosse passato neanche un giorno.
Casanova e Cinthia passarono il resto della loro vita insieme, in Calabria, circondati dalla bellezza della natura e dalla passione del loro amore. E vissero felici e contenti, con il cuore pieno di amore e la mente piena di ricordi.
A Napoli si immerse nella vita culturale e mondana della città. Napoli era una città che lo affascinava, con la sua musica, la sua arte e la sua passione per la vita. Casanova si sentiva a casa in questa città, dove la gente era vivace e calorosa.
Appena arrivato, Casanova si recò a visitare il Teatro di San Carlo, dove assistette a una rappresentazione dell’opera “Il re pastore” di Mozart. La musica e la danza lo ipnotizzarono, e si sentì trasportato in un mondo di sogno.
Dopo lo spettacolo, Casanova incontrò alcuni degli artisti e dei nobili più in vista della città, e fu invitato a partecipare a una serie di eventi e di feste. Si divertì moltissimo, e conobbe alcune delle donne più belle e affascinanti della città.
Tra queste, c’era una giovane donna di nome Laura, che era una cantante lirica di grande talento. Casanova fu colpito dalla sua voce e dalla sua bellezza, e iniziò a corteggiarla con lettere e poesie.
Laura era una donna intelligente e indipendente, che non si lasciava facilmente influenzare dagli uomini. Ma Casanova era un uomo abituato a ottenere ciò che voleva, e non si arrese facilmente. Iniziò a frequentarla assiduamente, e presto divennero inseparabili.
Insieme, Casanova e Laura esplorarono la città di Napoli, visitando i luoghi più belli e più interessanti. Andarono a vedere il Vesuvio, il Castel dell’Ovo e la Cattedrale di San Gennaro. Si divertirono moltissimo, e la loro relazione divenne sempre più intensa.
Ma Casanova non dimenticò mai Cinthia, la donna che aveva amato in Calabria. Continuò a pensare a lei, e a scriverle lettere appassionate. Cinthia, dal canto suo, continuò a rispondere alle sue lettere, e la loro relazione a distanza continuò a essere intensa e passionale.
Casanova si trovò quindi a dover scegliere tra due donne che amava profondamente. Laura, la cantante lirica di Napoli, e Cinthia, la donna che aveva amato in Calabria. La scelta non sarebbe stata facile, e Casanova avrebbe dovuto seguire il suo cuore per decidere cosa fare.
Casanova decise di tornare da Cinthia, la donna che aveva amato con tutta la sua anima. Lasciò Napoli e si diresse verso la Calabria, con il cuore pieno di emozioni contrastanti. Era felice di tornare dalla donna che amava, ma era anche triste per aver dovuto lasciare Laura, la cantante lirica che aveva conquistato il suo cuore.
Quando arrivò in Calabria, Casanova fu accolto con gioia da Cinthia, che lo aspettava con ansia. Si abbracciarono e sibaciarono, e la loro passione si riaccese come se non fosse passato neanche un giorno.
Cinthia e Casanova passarono giorni felici insieme, esplorando la campagna calabrese e godendosi la reciproca compagnia. Casanova le raccontò della sua avventura a Napoli e di come aveva conosciuto Laura, ma Cinthia sapeva che il suo cuore apparteneva a lei.
Una sera, mentre passeggiavano lungo la spiaggia, Casanova si fermò e prese la mano di Cinthia. “Mia cara,” le disse, “ho pensato molto a noi due e ho deciso che voglio passare il resto della mia vita con te. Vuoi essere mia moglie?”
Cinthia fu sorpresa dalla proposta, ma sapeva che era ciò che voleva. “Sì, Giacomo,” rispose, “voglio essere tua moglie.”
Casanova e Cinthia si sposarono in una cerimonia intima e romantica, circondati dagli amici e dalla famiglia. La loro luna di miele fu un viaggio attraverso l’Italia, dove esplorarono le città e le bellezze naturali del paese.
Dopo il matrimonio, Casanova e Cinthia si stabilirono in una villa nella campagna calabrese, dove vissero felici e contenti. Casanova continuò a scrivere e a viaggiare, ma sempre con Cinthia al suo fianco.
Anni dopo, Casanova decise di scrivere le sue memorie, dove raccontò della sua vita avventurosa e delle donne che aveva amato. Ma quando arrivò al capitolo su Cinthia, la sua penna si fermò. Non riusciva a trovare le parole per descrivere l’amore che provava per lei.
“Amore mio,” scrisse infine, “tu sei la mia stella polare, la mia guida, la mia ragione di vita. Senza di te, non sarei nulla. Tu sei la mia anima gemella, la mia compagna di viaggio, la mia migliore amica.”
Cinthia lesse le memorie di Casanova e sorrise. Sapeva che era l’uomo più fortunato del mondo ad averla come moglie. E Casanova sapeva che era la donna più fortunata del mondo ad averlo come marito.
Insieme, vissero felici e contenti, circondati dall’amore e dalla bellezza della natura. E la loro storia d’amore divenne leggenda, un esempio di come due persone possano amarsi profondamente e vivere felici insieme.
Gli anni passarono, e Casanova e Cinthia invecchiarono insieme. Ma il loro amore non diminuì mai, anzi, divenne sempre più forte e più profondo. Si tenevano per mano, si baciavano e si guardavano negli occhi, sapendo che il loro amore sarebbe durato per sempre.
E così, la storia di Casanova e Cinthia si concluse con un finale felice, un esempio di come l’amore possa vincere su tutto, anche sulla vecchiaia e sulla morte. Il loro amore sarebbe rimasto per sempre, un ricordo indelebile nella storia dell’umanità.
Tutto è inventato? Semplicemente costruito tra un dire e un ridire. Ogni storia porta un segno. Anche quelle lasciate al beneficio d’inventario della intelligenza artificiale. Tant’è che Casanova ha portato con sé la finzione. Abbiamo bisogno della verità per intrecciare linguaggi? Forse no. O forse sì. Io ho detto la mia. Anzi ho interrogato proprio ciò che oggi si chiama intelligenza artificiale. Allora. Ho detto la mia con parole mie e soprattutto non miei che ho rubato. Ora ognuno può dire la sua.
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Pierfranco Bruni è nato in Calabria.
Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali, presidente del Centro Studi “Grisi” e già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’estero.
Nel 2024 Ospite d’onore per l’Italia per la poesia alla Fiera Internazionale di Francoforte e Rappresentante della cultura italiana alla Fiera del libro di Tunisi.
Per il Ministero della Cultura è attualmente:
• presidente Commissione Capitale italiana città del Libro 2024;
• presidente Comitato Nazionale Celebrazioni centenario Manlio Sgalambro;
• segretario unico comunicazione del Comitato Nazionale Celebrazioni Eleonora Duse.
È inoltre presidente nazionale del progetto “Undulna Eleonora Duse”, presidente e coordinatore scientifico del progetto “Giacomo Casanova 300”.
Ha pubblicato libri di poesia, racconti e romanzi. Si è occupato di letteratura del Novecento con libri su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.
Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e, tra l’altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo”, giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni.
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