Home Storia, Arte, Cultura Incontrando Raffaello, a Roma. Alle scuderie del Quirinale la mostra dedicata all’artista

Incontrando Raffaello, a Roma. Alle scuderie del Quirinale la mostra dedicata all’artista

Simona Maceroni
In occasione dei 500 anni dalla morte di Raffaello Roma celebra il più grande pittore del Rinascimento con una ricchissima mostra monografica. Una narrazione sorprendente che come in un flashback ripercorre a ritroso la storia e l’avventura creativa di Raffaello, da Roma a Firenze, da Firenze all’Umbria, fino alla nativa Urbino.

A 500 anni dalla sua morte, Roma celebra con una grande mostra monografica il suo figlio adottivo Raffaello Sanzio che qui morì il 6 aprile del 1520 all’età di 37 anni, in quello stesso giorno di aprile in cui era nato ad Urbino nel 1483.

Figlio di Giovanni Santi, pittore attivo alla corte dei Montefeltro, Raffello riceve la sua prima educazione artistica proprio nella bottega paterna e successivamente in quella di Pietro Perugino.

A partire dal 1504, richiamato dalle notizie degli eventi artistici di Firenze, Raffaello decide di trasferirsi nel più vivace centro di elaborazione della nuova cultura figurativa, dove ha la possibilità di esplorare le opere di Michelangelo e Leonardo, dimostrando grande capacità e rapidità di assimilazione e riuscendo a sintetizzare insieme le pose articolate del primo e la naturalezza delle opere del secondo. In questo periodo fiorentino, Raffaello si dedica soprattutto a ritratti di grande caratterizzazione sociale e psicologica e a temi raffiguranti la Madonna con il Bambino o la Sacra Famiglia, creando continue variazioni sul tema, ma sempre con massima attenzione alla naturalità dell’immagine e alla corrispondenza fra attitudini, stati emotivi ed affettivi, inserendo spesso i gruppi in limpidi paesaggi.

Nel 1508 il giovane artista si trasferisce a Roma, richiamato dall’impulso mecenatistico dei papi che, rientrati dopo circa un secolo di esilio avignonese, avviano un gigantesco processo di rinnovamento architettonico ed artistico della città. Raffaello arriva durante il regno di papa Giulio II della Rovere che avvia un programma di trasformazione monumentale, mostrando un infallibile intuito nella scelta degli artisti che potessero meglio corrispondere alla vastità dei suoi progetti: Bramante, Michelangelo, Raffaello. A quest’ultimo affida la realizzazione degli affreschi dei suoi appartamenti vaticani, le cosiddette “Stanze”, che diverranno imperitura testimonianza del soggiorno romano di Raffaello: la Disputa del Sacramento, la Scuola di Atene, il Parnaso, le Virtù, l’Incendio di Borgo, la Cacciata di Eliodoro.

Saranno anni di grande fama e grandi commesse: il banchiere dei papi, il ricchissimo senese Agostino Chigi gli commissiona la progettazione della cappella di famiglia in Santa Maria del Popolo e alcuni affreschi per la sua villa d’otium romana, la cosiddetta Farnesina alla Lungara, dove realizza il Trionfo di Galatea e progetta la bellissima loggia portata a termine dai suoi aiuti Giulio Romano, Perin del Vaga e Giovanni da Udine.

Alla morte di Bramante viene nominato architetto della Basilica di San Pietro dal nuovo papa Leone X e nel 1517 diviene il primo Sovrintendente alle Antichità della storia.

La mostra delle Scuderie del Quirinale tende a sottolineare proprio l’intimo legame dell’Urbinate con l’antico, che fu per lui principale fonte di ispirazione rielaborata però alla luce del nuovo Umanesimo filosofico.

Per Raffaello l’antichità classica non costituisce più solo un modello, uno stimolo creativo ed un paragone inevitabile, ma deve essere difesa e conservata dall’azione distruttiva del tempo e dell’uomo.

L’esposizione è originalmente concepita a ritroso, a partire dalla morte di Raffaello e dalla sepoltura da lui stesso voluta nel Pantheon tanto ammirato per la sua perfezione architettonica.

L’epigrafe, scritta dal suo amico, l’umanista Pietro Bembo, così recita:

“Qui è quel Raffaello da cui,
fin che visse, Madre Natura temette
di essere superata da lui e quando morì temette di morire con lui.”

Si susseguono capolavori assoluti provenienti dai più importanti musei del mondo, per la prima volta riuniti insieme, che ci fanno viaggiare indietro nel tempo sulle tracce del genio, incantandoci al tempo stesso con la loro grazia e la loro perfezione realizzativa.

Ecco davanti ai nostri occhi il ritratto di Leone X con i Cardinali Giulio de Medici e Luigi de Rossi ( Firenze, Gallerie degli Uffizi), il ritratto di Baldassarre Castiglione ( Parigi, Musèe du Louvre) e l’autoritratto in compagnia di un amico ( Parigi, Musèe du Louvre) esposti insieme con la lettera che Raffaello e Baldassarre scrissero al papa Medici sul tema della protezione e conservazione delle antichità.

E poi la maestosa Estasi di Santa Cecilia fra i santi Paolo, Giovanni Evangelista, Agostino e Maria Maddalena (Bologna, Pinacoteca nazionale) ci mostra la santa musicista che, rapita dal coro celeste, decide di abbandonare gli strumenti terreni che non possono competere con il suono del Signore.

Grande spazio è dato agli arazzi vaticani, commissionati da Leone X in un ciclo sulle storie di Pietro e Paolo da collocare lungo le pareti della cappella Sistina in stretto dialogo con gli affreschi dei maestri toscani ed umbri del 400 e quelli della volta michelangiolesca.

La Fornarina

Al secondo piano ci aspettano le donne di Raffaello: la Fornarina ( Roma, Palazzo Barberini ) e la Velata( Firenze Palazzo Pitti ) e poi ancora la Dama con il liocorno ( Roma, Galleria Borghese ) e il Ritratto di giovane donna ( Strasburgo, Musèe des Beaux -Arts ) ci forniscono uno spaccato della moda e dei costumi nel 500 rappresentata da Raffaello con cura fiamminga del particolare, fino a creare una tridimensionalità della materia.

Attraversando la sezione dedicata a Raffaello architetto, con i disegni per il grande sogno di Villa Madama e la ricostruzione della facciata del palazzo Branconio dell’Aquila, fastosa dimora nobiliare distrutta per far posto al colonnato berniniano, e quella dedicata alle bellissime Madonne, giungiamo alla fine dove ci saluta il giovanissimo autoritratto di Raffaello ( Firenze, Gallerie degli Uffizi ) che chiude simbolicamente la mostra, fissando nella nostra mente il volto e l’arte senza tempo di uno dei più grandi artisti della storia.

“ Raffaello 1450-183 ” Roma, Scuderie del Quirinale fino al 30 agosto.

https://www.scuderiequirinale.it/

 

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